10.12.2016 Views

FuoriAsse #18

Officina della Cultura

Officina della Cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

un po’ traumatico, non solo all’interno<br />

del gruppo originario che aveva assicurato<br />

la continuità (cioè Giorgio, Alessandra<br />

ed io), ma anche tra chi era entrato<br />

in compagnia solo da due o tre anni.<br />

Fu anche percepito come un tradimento<br />

da parte della critica e dei fans. La critica<br />

si sentì probabilmente tradita da un<br />

gruppo al successo del quale aveva contribuito<br />

molto e anche i fans (che c’erano:<br />

curiosamente La Gaia Scienza era<br />

diventata trendy). Costretti a doversi<br />

schierare da una parte o dall’altra, a<br />

tifare per Notturni diamanti (il nostro<br />

primo lavoro autonomo) o per Il ladro di<br />

anime (lo spettacolo di Giorgio). Vale<br />

quindi la pena dopo tanti anni cercare<br />

di riassumere i motivi di quella frattura.<br />

Sicuramente c’è un dato fisiologico: dopo<br />

tanti anni di lavoro comune i rapporti<br />

si logorano, cosa che avviene spesso nei<br />

gruppi musicali o in altre aggregazioni; i<br />

nostri erano già logorati da tempo. Avevamo<br />

però questa grande capacità di<br />

ritrovarci sul palcoscenico sia nella preparazione<br />

sia proprio durante gli spettacoli,<br />

cioè ritrovare il piacere del confronto,<br />

della fisicità, del ragionamento, anche<br />

se fuori dal rapporto teatrale ci si<br />

frequentava poco. Nel nostro caso c’era<br />

stato però un riconoscimento importante,<br />

soprattutto negli ultimi anni, a livello<br />

critico e di pubblico, ma anche istituzionale,<br />

con crescenti finanziamenti dal<br />

Ministero del Turismo e dello Spettacolo;<br />

ma non avevamo una struttura interna<br />

ben definita per ruoli e funzioni.<br />

Tutto poteva e doveva essere ragionato e<br />

deciso insieme. Questo chiaramente generava<br />

una forte tensione interna, tant’è<br />

vero che la preparazione di Cuori strappati<br />

fu bellissima e faticosissima. In<br />

seguito a quei successi Franco Quadri,<br />

assieme a Bartolucci il più grande critico<br />

italiano e allora a dirigere la Biennale<br />

Teatro, ci invitò a Venezia offrendoci la<br />

produzione di un nuovo spettacolo che<br />

affrontasse la problematica del linguaggio.<br />

Fu lì che ci fu la frattura definitiva<br />

con Barberio Corsetti. Giorgio infatti pro -<br />

pose a me e ad Alessandra Vanzi di<br />

curare lui stesso la regia del nuovo lavoro.<br />

Noi rifiutammo. Avevamo sempre<br />

pensato che la forza di Cuori strappati<br />

risiedesse in quello spirito collettivo, anche<br />

a costo di forti conflittualità. Secondo<br />

punto di contrasto fu proprio il tema<br />

della Biennale. Certo linguaggio in teatro<br />

si può intendere in tanti e molteplici<br />

modi, non necessariamente come parola,<br />

copione, testo. Giorgio proponeva un<br />

lavoro cercando già di decidere quanti<br />

minuti di parlato ci dovessero essere: 10<br />

minuti, 15 minuti, sul totale di un’ora (il<br />

nostro abituale standard di durata per<br />

uno spettacolo), al di là del tema o del<br />

soggetto del lavoro, così, a prescindere.<br />

Questo per puntare a una comunicazione<br />

più immediata, non intellettualistica,<br />

facilmente esportabile all’estero. Noi<br />

non eravamo assolutamente d’accordo:<br />

Alessandra ha sempre avuto la passione<br />

per la scrittura e ora voleva misurarsi<br />

con qualcosa di più di piccole frasi<br />

sparse nella partitura dello spettacolo; a<br />

me interessava entrare in una progettualità<br />

che comprendesse e non escludesse<br />

la parola. Telefonammo a Quadri,<br />

offrendogli di portare due spettacoli, anziché<br />

uno. Disse: – Va bene, venite a Venezia<br />

che ne parliamo –. Andammo noi<br />

tre, senza parlarci in aereo. Quando<br />

arrivammo nel suo ufficio, Franco era<br />

furibondo: – Ma che vi siete messi in<br />

testa? Ma che, volete dividervi? Proprio<br />

ora che vi invito alla Biennale? – Cercammo<br />

di fargli capire che non saremmo<br />

tornati indietro. Alessandra espose il<br />

nostro progetto, Giorgio il suo. Quadri,<br />

lì, fu un grande; disse: – I progetti li facciamo<br />

tutti e due – e raddoppiò il<br />

budget. Ai Cantieri Navali della Giudecca<br />

nell’ottobre del 1984 nacquero le due<br />

nuove formazioni, tutte e due si presentavano<br />

come La Gaia Scienza.<br />

FUOR ASSE<br />

47<br />

Redazione Diffusa

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!