6° MODULO - Teo 6 - SIUA
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parallelo - Connessionismo" così schematizzabile: il soggetto si fa un’idea della situazione<br />
ovvero dà un’interpretazione dei dati di ingresso posizionando gli input in una rete di<br />
relazioni da cui emerge il significato. Il valore del significato non è presente nello stimolo<br />
in sé ma viene attribuito attraverso la formazione di un’entità nascosta, frutto<br />
dell’associazione di diversi stimoli di input. Da queste considerazioni consegue che per<br />
facilitare l'apprendimento di scacco il soggetto deve: 1) avvertire una lacuna di stato nel<br />
qui e ora; 2) ricostruire lo spazio del problema secondo le sue dotazioni cognitive; 3)<br />
attivare tutto il sistema per poter avere a disposizione gli strumenti solutivi; 4) avere<br />
comunque nel cassetto mentale molti attrezzi solutivi; 5) appoggiarsi su dotazioni<br />
pregresse da trasformare. Per quanto concerne il punto 1 devo abituare il cane alla<br />
situazione di “lacuna da colmare” ovvero avveritire che c’è un problema, che occorre cioè<br />
una sua azione colmativa: i) iniziare con distanze brevi tra lui e il target (sotto una ciotola,<br />
dietro una grata); ii)Facilitare il raggiungimento del target attraverso azioni semplici. Per<br />
quanto concerne il punto 2 è indispensabile lavorare sui vocabolari del cane, quelli<br />
chiamati a interpretare il dato empirico: se ogni step di apprendimento modifica il valore<br />
del dato empirico, prima di mettere il cane di fronte al problema devo sapere come è<br />
situato rispetto al dato empirico ovvero quale può essere la sua visualizzazione del<br />
problema. Per quanto riguarda il punto 3 è indispensabile lavorare sulle metacomponenti<br />
(quali memoria, attenzione/concentrazione, riflessione) in modo tale che di fronte al<br />
problema il soggetto eviti l’impulsività e sia portato a cercare di comprendere i requisiti<br />
strutturali e la meccanica del problema. Per quanto riguarda il punto 4 prima dello scacco<br />
insegno al cane delle euristiche di base: rimuovere un ostacolo (ribaltare, spostare,<br />
strappare), raggiungere un target (scovare, prendere in alto), prendere con la bocca come<br />
alzare un oggetto o tirare una corda, realizzare un detour, ossia allontanarsi per<br />
raggiungere, far rotolare un oggetto, spingere con una zampa o con il naso, posizionare<br />
un oggetto. Per quanto concerne il punto 5 sapendo che ogni apprendimento determina la<br />
formazione di una nuova rappresentazione a partire da una pregressa è necessario: i)<br />
impostare il contesto didattico in modo da facilitare l’emergenza delle rappresentazioni più<br />
vicine a quello che voglio; ii) procedere con estrema gradualità, scomponendo il problema<br />
in microproblemi e favorire la progressione metamorfica delle rappresentazioni.<br />
Un altro fattore di strutturazione del comportamento è la referenza (d) ossia la presenza<br />
tutorale e presente di un interlocutore che dà contributi esterni utili al processo di<br />
cambiamento. Non dobbiamo dimenticare che il modello parentale struttura<br />
l'apprendimento secondo tre capitoli: 1) il sostegno affettivo che consente il processo<br />
esperienziale attraverso una centrifugazione graduale, ossia per orbitali successivi, dalla<br />
base sicura; 2) la definizione di un campo espressivo ovvero la trasformazione del tutor in<br />
una sorta di filtro che dà una prima interpretazione al mondo, ossia che connette il<br />
discente al mondo, e parimenti individua un campo di espressione al discente; 3) la<br />
definizione di una matrice di crescita ovvero di una zona di crescita prossimale tra lo stato<br />
attuale del discente e un obiettivo identitario possibile, attraverso interventi implementativi<br />
(favorire la crescita lungo la coordinata della matrice) e correttivi (riportare la crescita sulla<br />
coordinata della matrice). L'apprendimento per referenza si basa su alcuni aspetti che<br />
sono di fondamentale importanza nella pedagogia cinofila perché di fatto il pet-owner<br />
costruisce un rapporto tutorale con il cane: non proprio un genitore ma sicuramente un<br />
referente elettivo. Per questo possiamo dire che il cane apprende proprio attraverso la