6° MODULO - Teo 6 - SIUA
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disgusto, fastidio, sofferenza, frustrazione; 2) la punizione- o negativa, quella accettabile,<br />
consiste nel togliere qualcosa di piacevole (per esempio, l’attenzione, lo sguardo, il<br />
movimento, la mano, la presenza, l’interazione) ogni volta che il cane mette in atto un<br />
comportamento che vogliamo scoraggiare. Mentre la punizione positiva trasforma il<br />
partner umano in una fonte di disagio - e per questo non solo è eticamente sbagliata, ma<br />
crea una frattura nel processo di affidamento e fiducia - la punizione negativa non ha<br />
queste controindicazioni e non fa vivere il partner umano come elemento da cui può<br />
arrivare qualcosa di spiacevole. Inoltre la punizione negativa non sollecita le emozioni<br />
negative (paura, disgusto, allerta) che andrebbero a marcare in modo inadeguato il<br />
rapporto tra il cane e il mondo. Non dobbiamo poi dimenticare che la somministrazione di<br />
eventi spiacevoli può avere un’escaletion per cui all’inizio la persona urla, poi minaccia,<br />
quindi usa il giornale o le ciabatte per poi passare alle mani, quando non addirittura ad<br />
altri oggetti. Va sottolineato un punto: la mano dell’uomo deve sempre essere associata a<br />
eventi piacevoli e gli esercizi di luoring (vedi centripetazione) hanno proprio questo scopo.<br />
Utilizzare la mano per picchiare, anche solo una volta, compromette in modo grave il<br />
nostro lavoro: non si deve mai picchiare il cane e non si devono usare le mani nemmeno<br />
per minacciare. La punizione positiva è sempre da evitare anche quando non è basata<br />
sulla violenza fisica, per esempio: a) nel provocare paura attraverso un rumore<br />
improvviso, un urlo, un comportamento minaccioso; b) nel provocare disgusto attraverso<br />
odori fastidiosi come l’alcool o sapori speziati, per esempio il pepe; c) nel provocare allerta<br />
o ansia attraverso situazioni conflittuali.<br />
Anche l’utilizzo del «no» secco a scopo inibitivo è sconsigliabile. Le persone usano il »no»<br />
anche troppo spesso e non è il caso di incentivarne un utilizzo in stile minaccioso. L’uso<br />
del «no» va disciplinato partendo dal presupposto che inevitabilmente le persone ne<br />
esagerano l’espressione: a tale riguardo è utile trasformare il «no» da evento punitivo a<br />
evento di ingaggio, con il significato di «guardami». Per fare questo è necessario utilizzare<br />
il «no» in modo dolce - come se fosse un richiamo - e costruito in modo tale da<br />
gratificare lo sguardo del cane («tutte le volte che al “no” ti volti verso di me, ti premio<br />
con un bocconcino»). A questo punto il «no» assume un significato di ingaggio - «guarda<br />
me che arriva qualcosa di bello» - e perde la valenza inibitiva (vedi centripetazione). In<br />
altre parole, il «no» gratificato trasforma il «no» da inibizione («non fare») ad alternativa<br />
interessante<br />
(«guardami»).<br />
Infine occorre ricordare che la punizione positiva si presta a essere comminata anche<br />
come modo per sfogare il proprio nervosismo, con il rischio di essere incoerente. Ogni<br />
intervento regolativo del comportamento, pertanto anche quello inibitivo, richiede una<br />
grande coerenza perché solo così il cane può apprendere che quell’espressione o quello<br />
stile sono da evitare, altrimenti non valuterà il comportamento bensì l’umore del<br />
compagno<br />
umano.<br />
Molto più utile la punizione negativa, che si basa sul togliere qualcosa di piacevole, per<br />
esempio interrompere un’attività di gioco, voltarsi e sospendere l’interazione con il cane,<br />
guardare da un’altra parte e non dare attenzione. La punizione negativa è molto più<br />
efficace e non crea problemi nel cane, ma richiede una maggiore attenzione da parte del<br />
partner umano perché - sembra strano ma è così - è più facile picchiare che togliere<br />
l’attenzione.<br />
Anche l'interposizione è una punizione negativa perché interrompe (e quindi toglie)<br />
l'accesso a un particolare bene. L'utilizzo dell'interposizione, se fatta in modo moderato e