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Il Nuovo News - Marzo 2017

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Bullismo. Comunicare per crescere!<br />

di Anna Carderi<br />

<strong>Il</strong> bullismo è oggi più che mai un argomento<br />

che ci sta particolarmente a<br />

cuore.<br />

Un fenomeno in crescendo, un’insidia<br />

che ha assunto forme virali con il<br />

cyber bullismo e il body shaming (gli<br />

insulti sui social riguardanti la forma<br />

fisica delle persone).<br />

Si stima che un ragazzo su due ogni<br />

anno è vittima di bullismo, e tra questi<br />

potrebbero esserci anche i nostri<br />

figli.<br />

<strong>Il</strong> bullismo rappresenta un vero e proprio<br />

attacco intenzionale perpetuato<br />

in modo fisico, verbale o psicologico<br />

con lo scopo di offendere l’altro e di<br />

arrecargli danno o disagio.<br />

Esempi ne sono:<br />

• a livello fisico: il punzecchiare, il<br />

tirare i capelli, picchiare, dare calci,<br />

pugni, rinchiudere in una stanza,<br />

dare pizzicotti, spingere, graffiare,<br />

danneggiare le proprietà dell’altro;<br />

• a livello verbale: l’uso di un linguaggio<br />

offensivo, molesto e allusivo, telefonate<br />

offensive, estorsione di denaro<br />

o beni materiali, intimidazioni e<br />

minacce, prese in giro e offese per il<br />

colore della pelle, dicerie e bugie sul<br />

conto di qualcuno, fargli il verso ad<br />

esempio ridicolizzando il suo modo<br />

di parlare, ecc.<br />

• a livello non verbale: fare brutte<br />

facce o gesti rudi, manipolare o<br />

danneggiare i rapporti di amicizia,<br />

escludere sistematicamente e isolare<br />

socialmente, inviare lettere scritte o<br />

frasi offensive. Gesti, mimica facciale<br />

per mettere in ridicolo, ammiccamenti,<br />

scimmiottarlo, ecc.<br />

Questi episodi assumono la forma di<br />

bullismo solo se sono protratti nel<br />

tempo da un soggetto più forte, il<br />

bullo, nei confronti di uno più debole,<br />

la vittima, che non è in grado di<br />

difendersi.<br />

Comportamenti dolosi che rappresentano<br />

un vero e proprio attacco<br />

alla persona che, con l’intento di deriderlo,<br />

mettono il mal capitato alla<br />

berlina.<br />

Critiche, insulti e<br />

frecciatine velenose<br />

che spesso<br />

vengono postate<br />

sui social. Ecco<br />

allora che il web<br />

diventa strumento<br />

di cyber<br />

bullismo e a volte<br />

basta una foto<br />

“ingenuamente”<br />

postata dove<br />

appare qualche<br />

chilo o un brufolo<br />

in più per essere<br />

presi di mira e diventare<br />

oggetto<br />

di body shaming.<br />

Che si esplichi a<br />

livello fisico, verbale o psicologico il<br />

bullismo può avere pesanti ripercussioni<br />

e danneggiare in maniera grave<br />

l’integrità dei nostri ragazzi.<br />

Questi fatti rappresentano un attacco<br />

alla propria autostima e alimentano<br />

sensi di tristezza, vulnerabilità,<br />

inadeguatezza, solitudine e morte. <strong>Il</strong><br />

senso di fallimento unitamente alla<br />

vergogna, all’insicurezza e all’angoscia<br />

che ne deriva portano inevitabilmente<br />

il ragazzo all’isolamento. Inoltre,<br />

nel tentativo di aderire a canoni<br />

di bellezza irreali il body shaming può<br />

rappresentare la via regia allo sviluppo<br />

di una vera e propria ossessione<br />

per il corpo e conseguentemente<br />

portare a di disturbi del comportamento<br />

alimentare, alla dismorfofobia,<br />

all’ansia sia personale sia sociale.<br />

Memori di ciò lo sforzo che deve essere<br />

fatto in termini educativi consiste<br />

nel non lasciare i nostri ragazzi a<br />

risolvere i propri problemi da soli, instaurando<br />

un dialogo “promotivo” e<br />

disponibile che dia ai ragazzi le abilità<br />

necessarie per riconoscere, accettare<br />

e comunicare le proprie e altrui emozioni.<br />

Non dimentichiamo infine che i ragazzi<br />

imparano dai modelli che hanno<br />

di fronte.<br />

È imitando i genitori, più che in ogni<br />

altro modo, che imparano a fare lo<br />

stesso con gli altri.<br />

Crescere nel disagio e nella violenza<br />

o in un clima di precarietà e insicurezza<br />

sociale, può far passare il bambino/ragazzo<br />

da un naturale stato di<br />

apertura all’altro ad uno di chiusura<br />

e sfociare in atteggiamenti aggressivi<br />

e discriminatori verso i coetanei che<br />

nel tempo possono evolvere in fenomeni<br />

di vera e propria violenza bulla.<br />

Quindi siamo i primi a dover offrire<br />

l’esempio da seguire… ad iniziare dai<br />

piccoli gesti quotidiani.<br />

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