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Bullismo. Comunicare per crescere!<br />
di Anna Carderi<br />
<strong>Il</strong> bullismo è oggi più che mai un argomento<br />
che ci sta particolarmente a<br />
cuore.<br />
Un fenomeno in crescendo, un’insidia<br />
che ha assunto forme virali con il<br />
cyber bullismo e il body shaming (gli<br />
insulti sui social riguardanti la forma<br />
fisica delle persone).<br />
Si stima che un ragazzo su due ogni<br />
anno è vittima di bullismo, e tra questi<br />
potrebbero esserci anche i nostri<br />
figli.<br />
<strong>Il</strong> bullismo rappresenta un vero e proprio<br />
attacco intenzionale perpetuato<br />
in modo fisico, verbale o psicologico<br />
con lo scopo di offendere l’altro e di<br />
arrecargli danno o disagio.<br />
Esempi ne sono:<br />
• a livello fisico: il punzecchiare, il<br />
tirare i capelli, picchiare, dare calci,<br />
pugni, rinchiudere in una stanza,<br />
dare pizzicotti, spingere, graffiare,<br />
danneggiare le proprietà dell’altro;<br />
• a livello verbale: l’uso di un linguaggio<br />
offensivo, molesto e allusivo, telefonate<br />
offensive, estorsione di denaro<br />
o beni materiali, intimidazioni e<br />
minacce, prese in giro e offese per il<br />
colore della pelle, dicerie e bugie sul<br />
conto di qualcuno, fargli il verso ad<br />
esempio ridicolizzando il suo modo<br />
di parlare, ecc.<br />
• a livello non verbale: fare brutte<br />
facce o gesti rudi, manipolare o<br />
danneggiare i rapporti di amicizia,<br />
escludere sistematicamente e isolare<br />
socialmente, inviare lettere scritte o<br />
frasi offensive. Gesti, mimica facciale<br />
per mettere in ridicolo, ammiccamenti,<br />
scimmiottarlo, ecc.<br />
Questi episodi assumono la forma di<br />
bullismo solo se sono protratti nel<br />
tempo da un soggetto più forte, il<br />
bullo, nei confronti di uno più debole,<br />
la vittima, che non è in grado di<br />
difendersi.<br />
Comportamenti dolosi che rappresentano<br />
un vero e proprio attacco<br />
alla persona che, con l’intento di deriderlo,<br />
mettono il mal capitato alla<br />
berlina.<br />
Critiche, insulti e<br />
frecciatine velenose<br />
che spesso<br />
vengono postate<br />
sui social. Ecco<br />
allora che il web<br />
diventa strumento<br />
di cyber<br />
bullismo e a volte<br />
basta una foto<br />
“ingenuamente”<br />
postata dove<br />
appare qualche<br />
chilo o un brufolo<br />
in più per essere<br />
presi di mira e diventare<br />
oggetto<br />
di body shaming.<br />
Che si esplichi a<br />
livello fisico, verbale o psicologico il<br />
bullismo può avere pesanti ripercussioni<br />
e danneggiare in maniera grave<br />
l’integrità dei nostri ragazzi.<br />
Questi fatti rappresentano un attacco<br />
alla propria autostima e alimentano<br />
sensi di tristezza, vulnerabilità,<br />
inadeguatezza, solitudine e morte. <strong>Il</strong><br />
senso di fallimento unitamente alla<br />
vergogna, all’insicurezza e all’angoscia<br />
che ne deriva portano inevitabilmente<br />
il ragazzo all’isolamento. Inoltre,<br />
nel tentativo di aderire a canoni<br />
di bellezza irreali il body shaming può<br />
rappresentare la via regia allo sviluppo<br />
di una vera e propria ossessione<br />
per il corpo e conseguentemente<br />
portare a di disturbi del comportamento<br />
alimentare, alla dismorfofobia,<br />
all’ansia sia personale sia sociale.<br />
Memori di ciò lo sforzo che deve essere<br />
fatto in termini educativi consiste<br />
nel non lasciare i nostri ragazzi a<br />
risolvere i propri problemi da soli, instaurando<br />
un dialogo “promotivo” e<br />
disponibile che dia ai ragazzi le abilità<br />
necessarie per riconoscere, accettare<br />
e comunicare le proprie e altrui emozioni.<br />
Non dimentichiamo infine che i ragazzi<br />
imparano dai modelli che hanno<br />
di fronte.<br />
È imitando i genitori, più che in ogni<br />
altro modo, che imparano a fare lo<br />
stesso con gli altri.<br />
Crescere nel disagio e nella violenza<br />
o in un clima di precarietà e insicurezza<br />
sociale, può far passare il bambino/ragazzo<br />
da un naturale stato di<br />
apertura all’altro ad uno di chiusura<br />
e sfociare in atteggiamenti aggressivi<br />
e discriminatori verso i coetanei che<br />
nel tempo possono evolvere in fenomeni<br />
di vera e propria violenza bulla.<br />
Quindi siamo i primi a dover offrire<br />
l’esempio da seguire… ad iniziare dai<br />
piccoli gesti quotidiani.<br />
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