ICF Giugno e Luglio 2017

Editoriale
Chimica, un settore
guida per il cambiamento
Per molti anni, dopo la parabola discendente
di Eni e Montedison della petrolchimica,
si parlava di chimica italiana in
declino irreversibile, di settore di serie
B, di opportunità perdute. L’eccessivo
pessimismo di alcuni analisti è stato in
buona parte smentito dalla crescita dei
comparti più innovativi del settore. L’inversione di tendenza
realizzata nell’ultimo decennio ha prodotto innanzitutto
risultati brillanti nell’esportazione; più recentemente
anche il mercato interno ha manifestato
segnali di ripresa: nel primo semestre del 2017 la crescita
della produzione dovrebbe attestarsi sul 3%, un risultato
positivo e incoraggiante per il futuro.
Nasce quindi sotto buoni auspici la presidenza di
Federchimica di Paolo Lamberti, la cui azienda è leader
mondiale nella chimica delle specialità.
Nella sua relazione introduttiva, il nuovo presidente della
Federazione ha sottolineato come il settore, negli anni
recenti, non ha mai vissuto crisi strutturali e le imprese
chimiche hanno dimostrato un costante impegno per
l’innovazione continua.
Risultati altrettanto brillanti sono stati raggiunti nel campo
della sostenibilità: un dato significativo in questo ambito
è rappresentato dalla riduzione delle emissioni dei gas
serra, che ha raggiunto il 68% negli ultimi 25 anni.
L’importanza determinante della chimica per la ripresa
dell’Europa è stata ribadita dal Presidente del Parlamento
europeo Antonio Tajani che, anche negli
incarichi ricoperti in precedenza, si era
sempre segnalato come un fervente sostenitore
di una vera politica industriale europea,
con la chimica chiamata a ricoprire
un ruolo di primaria importanza.
Il Presidente Lamberti ha espresso fiducia
sulla capacità della chimica di essere protagonista
e di guidare il cambiamento.
Tutto questo potrà verificarsi se, finalmente,
verranno rimossi i vincoli imposti dal
Sistema Paese. La difficoltà di ottenere autorizzazioni
in tempi accettabili ha penalizzato
il settore e scoraggiato alcuni industriali.
Un recente studio di Federchimica ha evidenziato come
l’Italia sia il paese con il peggiore rapporto tra Pubblica
Amministrazione e imprese, almeno per quanto riguarda
le procedure amministrative di interesse del settore chimico.
I tempi della demonizzazione della chimica sono lontani;
tutti riconoscono - almeno a parole - il valore determinante
della chimica, anche in ottica Industria 4.0. Le
incertezze normative e i tempi lunghissimi per le autorizzazioni
non sono più tollerabili. Il perdurare di questi
vincoli costringerebbero la chimica ad una corsa ad handicap,
troppo impegnativa per contrastare efficacemente
la concorrenza internazionale.
l
di Francesco Goi
8 icf- RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA