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ICF Giugno e Luglio 2017

ICF - Rivista dell'Industria Chimica e Farmaceutica è la rivista di Interprogetti che, oltre ad offrire un quadro esaustivo sullo stato dell'arte dei due settori di riferimento, rappresenta uno strumento di lavoro qualificato, attraverso una presentazione completa dell'innovazione tecnologica ad essi dedicata.

ICF - Rivista dell'Industria Chimica e Farmaceutica è la rivista di Interprogetti che, oltre ad offrire un quadro esaustivo sullo stato dell'arte dei due settori di riferimento, rappresenta uno strumento di lavoro qualificato, attraverso una presentazione completa dell'innovazione tecnologica ad essi dedicata.

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Settimo Giorno<br />

Mark Tobey nel<br />

suo studio1949,<br />

Courtesy Arthur<br />

Lyon Dahl. Photo<br />

by Larry Novak<br />

Mostre<br />

Collezione Peggy Guggenheim<br />

Mark Tobey. Luce filante<br />

Fino al 10 settembre <strong>2017</strong><br />

È la più esaustiva retrospettiva degli ultimi<br />

vent’anni dedicata all’artista americano<br />

Mark Tobey (1890 - 1976). La mostra Mark<br />

Tobey. Luce filante intende tracciare l’evoluzione<br />

dello stile pionieristico dell’artista,<br />

nonché il suo contributo, significativo e<br />

ancora non del tutto riconosciuto, all’astrazione<br />

e al modernismo americano del XX<br />

secolo.<br />

Con 70 dipinti, che spaziano dalle produzioni<br />

degli anni '20 fino ad arrivare agli<br />

anni '70, la mostra indaga la portata della<br />

produzione artistica di Tobey e rivela lo<br />

straordinario, quanto radicale, fascino del<br />

suo lavoro. Il percorso espositivo si configura,<br />

dunque, come un attento riesame della<br />

produzione artistica del pittore, tra i maggiori<br />

artisti americani a emergere negli anni<br />

'40, in quel decennio clou che vide la nascita<br />

dell’Espressionismo astratto, riconosciuto<br />

come figura d'avanguardia, precursore<br />

con la sua "scrittura bianca" di quelle<br />

innovazioni stilistiche introdotte di lì a<br />

poco dagli artisti della Scuola di New York,<br />

quali Jackson Pollock.<br />

Tobey ha lasciato un segno forte nella storia<br />

dell’arte del '900 per le sue rappresentazioni<br />

calligrafiche, uniche nel loro genere, che<br />

risultano essere il risultato di una lirica integrazione<br />

tra due culture figurative, l’occidentale<br />

e l’orientale, che spaziano dalla<br />

tradizionale pittura cinese su pergamena<br />

al Cubismo europeo. Tale forma di astrazione<br />

deriva dalle diverse esperienze fatte<br />

dall'artista che ha vissuto tra<br />

Seattle e New York, ha viaggiato<br />

a lungo tra Hong Kong,<br />

Shanghai, Kyoto e l'Europa, e<br />

si è convertito alla fede<br />

Bahá'í, religione abramitica<br />

monoteistica nata in Iran a<br />

metà del XIX secolo.<br />

Come spiega la curatrice<br />

Debra Bricker Balken "all'interno<br />

di questo mix di fonti,<br />

Tobey è stato in grado di evitare<br />

uno specifico debito col<br />

Cubismo, a differenza dei suoi<br />

compagni modernisti, fondendo elementi<br />

legati a linguaggi formali in composizioni<br />

che sono sorprendentemente radicali e al<br />

tempo stesso meravigliose". Il lavoro di<br />

Tobey, innovativo e peculiare nelle influenze<br />

che esercita e nella sua bellezza intrinseca,<br />

incarna a pieno l’anima internazionale<br />

del modernismo della metà del XX secolo,<br />

aspetto finora inesplorato dalla critica dell’arte<br />

post-bellica.<br />

http://www.guggenheim-venice.it<br />

Firenze, Palazzo Strozzi<br />

Bill Viola. Rinascimento<br />

elettronico<br />

Fino al 23 luglio <strong>2017</strong><br />

La Fondazione Palazzo Strozzi presenta al<br />

pubblico Bill Viola. Rinascimento elettronico,<br />

una grande mostra che celebra il maestro<br />

indiscusso della videoarte contemporanea.<br />

In un percorso espositivo unitario tra Piano<br />

Nobile e Strozzina la mostra ripercorre –<br />

attraverso straordinarie esperienze di immersione<br />

tra spazio, immagine e suono –<br />

la carriera di questo artista, dalle prime<br />

sperimentazioni degli anni settanta fino<br />

alle grandi installazioni successive al<br />

Duemila.<br />

Esplorando spiritualità, esperienza e percezione<br />

Viola indaga l’umanità: persone, corpi,<br />

volti sono i protagonisti delle sue opere,<br />

caratterizzate da uno stile poetico e fortemente<br />

simbolico in cui l’uomo è chiamato<br />

a interagire con forze ed energie della natura<br />

come l’acqua e il fuoco, la luce e il buio, il<br />

ciclo della vita e quello della rinascita.<br />

Nella cornice rinascimentale di Palazzo<br />

Bill Viola, opere video<br />

Strozzi si crea soprattutto uno straordinario<br />

dialogo tra antico e contemporaneo attraverso<br />

un inedito confronto diretto delle<br />

opere di Viola con quei capolavori di grandi<br />

maestri del passato che sono stati per lui<br />

fonte di ispirazione e ne hanno segnato<br />

l’evoluzione del linguaggio.<br />

Si celebra così la speciale relazione tra Bill<br />

Viola e Firenze. È qui infatti che l’artista ha<br />

iniziato la sua carriera nel campo della videoarte<br />

quando, tra il 1974 e il ’76, è stato<br />

direttore tecnico di art/tapes/22, centro<br />

di produzione e documentazione del video.<br />

Il rapporto di Viola con la storia e l’arte viene<br />

inoltre esaltato attraverso importanti<br />

collaborazioni con musei e istituzioni quali<br />

il Grande Museo del Duomo, le Gallerie degli<br />

Uffizi e il Museo di Santa Maria Novella a<br />

Firenze, ma anche con le città di Empoli e<br />

Arezzo.<br />

A cura di: Arturo Galansino e Kira Perov.<br />

(http://www.palazzostrozzi.org/mostre/bill<br />

-viola/)<br />

Libri<br />

Guy Debord<br />

La società dello spettacolo<br />

Baldini&Castoldi<br />

La società dello spettacolo: un libro di culto<br />

che non ha mai smesso di essere tale, apparso<br />

troppo in anticipo sui tempi per essere<br />

capito sino in fondo, più citato e saccheggiato<br />

che letto veramente. Scritto nel<br />

1967, agli albori dell’era televisiva, ha intuito<br />

con lucidità agghiacciante che il mondo<br />

reale si sarebbe trasformato in immagini,<br />

62 icf- RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA

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