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ITALIA societàinchiestepoliticacronaca<br />
CRONACHE<br />
PROVINCIALI<br />
DANIELA<br />
D’ANTONIO<br />
cronacheprovinciali@<br />
repubblica.it<br />
PALERMO<br />
<strong>Il</strong> prete pedofilo<br />
torna a <strong>di</strong>re messa<br />
Nel 2014 è stato incarcerato<br />
all’Ucciardone, a pochi passi<br />
dalla chiesa <strong>di</strong> Santa Lucia, dove per<br />
anni ha celebrato messe, matrimoni e<br />
funerali. Era accusato <strong>di</strong> pedofilia don<br />
Paolo Turturro, 67 anni, e per questo è<br />
stato condannato ma oggi nel Borgo<br />
della pace –una comunità che ha<br />
fondato nelle campagne <strong>di</strong> Baucina, in<br />
provincia <strong>di</strong> Palermo – il sacerdote <strong>di</strong>ce<br />
regolarmente messa. Come se niente<br />
fosse. Dopo tre anni <strong>di</strong> carcere e un<br />
periodo trascorso in un santuario<br />
isolato, il prete vive qui, dove le sue<br />
giornate scorrono placide: <strong>di</strong>pinge,<br />
scrive pensieri e poesie, che pubblica<br />
sul sito Dipingi la pace o invia alla sua<br />
corposa mailing list ma, soprattutto, vive<br />
in una struttura frequentata da numerosi<br />
ragazzini, molti figli <strong>di</strong> immigrati<br />
giovanissimi, come i due <strong>di</strong> cui ha<br />
abusato quasi vent’anni fa. Accuse<br />
confermate in Cassazione. La pena<br />
mite, poco più <strong>di</strong> un anno, è dovuta<br />
infatti solo a un cavillo: il sacerdote era<br />
accusato <strong>di</strong> aver baciato un ragazzino<br />
(reato per cui è stato in galera) e <strong>di</strong><br />
averne violentato un altro. Accusa<br />
gravissima, quest’ultima, ma prescritta<br />
perché gli avvocati Ninni Reina e<br />
Vincenzo Gervasi hanno <strong>di</strong>mostrato che<br />
il crimine contestato era sì avvenuto ma<br />
nel 1999 e non nel 2000, come<br />
sosteneva l’accusa e che, dunque, la<br />
condanna era fuori tempo massimo.<br />
Colpe non abbastanza gravi per il<br />
Vaticano. Nonostante la condanna in<br />
Cassazione, Don Turturro non è mai<br />
stato sospeso e a chi gli chiede un<br />
commento sulla sua vicenda, come si<br />
legge sulle pagine <strong>di</strong> <strong>Repubblica</strong><br />
Palermo, il sacerdote <strong>di</strong>ce: «Dio è<br />
perdono e nessuno si è scandalizzato<br />
per il mio ritorno».<br />
CATTIVISSIMO<br />
SPAMMING:<br />
SE LO CANCELLI<br />
SI MOLTIPLICA<br />
<strong>di</strong> Salvatore Tropea<br />
È l’ultima frontiera della pubblicità via<br />
email: provando a uscire dalla mailing<br />
list, senza volerlo, l’utente conferma<br />
<strong>di</strong> esistere. Unica salvezza, i filtri<br />
iete torturati dallo spam?<br />
Provate e riprovate a cancellarvi<br />
dalla mailing list <strong>di</strong> chi<br />
S<br />
vuole vendervi “creme miracolose”<br />
ma non ci riuscite e, anzi, va<br />
sempre peggio? Mettetevi l’anima in<br />
pace: significa che siete caduti nell’ultima<br />
trappola architettata da chi trasforma<br />
la comunicazione in una forma <strong>di</strong><br />
sopraffazione: ogni volta che tentate <strong>di</strong><br />
cancellarvi, infatti, senza saperlo state<br />
dando conferma che il vostro in<strong>di</strong>rizzo<br />
email è “vivo” e utilizzato. Così il link sul<br />
quale cliccate con insistenza non soltanto<br />
non blocca lo spam, ma ad<strong>di</strong>rittura<br />
lo alimenta.<br />
<strong>Il</strong> problema non è <strong>di</strong> poco conto. In<br />
Italia esistono più caselle<br />
email che abitanti: ben 71<br />
milioni gli in<strong>di</strong>rizzi utilizzati<br />
regolarmente (dati<br />
della ricerca Email Marketing<br />
Experience Report<br />
GETTYIMAGES<br />
2016), mentre sono quasi un miliardo i<br />
messaggi che gli italiani ricevono ogni<br />
giorno. A questi si aggiungono 240 milioni<br />
<strong>di</strong> messaggi commerciali via email.<br />
Lo spamming può avere <strong>di</strong>versi scopi,<br />
dalla pubblicità – <strong>di</strong> prodotti o iniziative<br />
– alla truffa, spesso con la richiesta<br />
<strong>di</strong> denaro o dati personali. Difficile,<br />
però, contrastarlo, anche perché spesso<br />
ce<strong>di</strong>amo a terzi, senza troppo pensarci,<br />
i nostri recapiti.<br />
<strong>Il</strong> Garante per la Protezione dei dati<br />
personali nel 2015 ha pubblicato un<br />
vademecum su come <strong>di</strong>fendersi. Intanto,<br />
le aziende devono sempre informare<br />
il consumatore sull’uso che farà dei suoi<br />
dati: li utilizzerà solo per inviare la propria<br />
pubblicità? O li cederà a terzi, ad<br />
altre imprese (che inizieranno a bombardarvi<br />
<strong>di</strong> annunci via mail e <strong>di</strong> telefonate)?<br />
Sia che stiate firmando un<br />
contratto assicurativo, o acquistando<br />
una cucina, bisogna «prestare sempre la<br />
massima attenzione, soprattutto quando<br />
ci si trova <strong>di</strong> fronte a più caselle da<br />
spuntare», spiega il vice questore aggiunto<br />
Ivano Gabrielli, a capo del Centro<br />
nazionale anticrimine informatico per<br />
la protezione delle infrastrutture critiche.<br />
La prima casella, infatti, è il consenso<br />
al trattamento dei dati – che è sempre<br />
revocabile –, ma «bisogna leggere con<br />
molta attenzione la seconda o in alcuni<br />
casi anche la terza casellina» sottolinea<br />
Gabrielli «perché lì spesso si nasconde<br />
l’autorizzazione a cedere a terzi il nostro<br />
contatto».<br />
E quel link fasullo per cancellarsi che<br />
rimanda a pagine inesistenti o <strong>di</strong> errore?<br />
In realtà, conferma Gabrielli, «cliccando<br />
su quel link state mandando un<br />
messaggio involontario: state <strong>di</strong>cendo<br />
al mittente che il vostro in<strong>di</strong>rizzo email<br />
è attivo, funzionante», pronto per essere<br />
invaso da altre offerte. In questo caso<br />
l’unica soluzione – oltre alle segnalazioni<br />
al Garante e alla Polizia postale – è<br />
«mettere l’in<strong>di</strong>rizzo nel filtro anti-spam,<br />
che resta attualmente uno degli strumenti<br />
più idonei e sicuri<br />
per proteggersi». In Italia<br />
gli utenti che hanno attivato<br />
l’anti-spam sono più<br />
<strong>di</strong> 22 milioni: tanti, ma<br />
non tutti.<br />
38 . IL VENERDÌ . 14 LUGLIO <strong>2017</strong>