Il Venerdi di Repubblica Luglio 2017

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SOTTO, FRANCO PEZZINI E IL SUO L’ODISSEA
DI ENCOLPIO (ODOYA, PP. 320, EURO 20). A SINISTRA,
UNA SCENA DAL FILM FELLINI SATYRICON (1969).
IN BASSO, UN RITRATTO DI PETRONIO ARBITRO
(27-66 D.C.), L’AUTORE DEL SATYRICON
WEBPHOTO
IL NUOVO SATYRICON
INTRODUZIONE AL SESSO
SECONDO I ROMANI
di Maurizio Bettini
Licantropi e sacerdotesse, banchetti
e bordelli: il romanzo di Petronio
è un viaggio in un universo fantastico.
Un libro lo “riscrive” per i lettori di oggi
volte capita che qualcuno mi
chieda: ma insomma, lei che
A cosa consiglierebbe di leggere
fra gli autori latini? Domanda
difficile, naturalmente, ma alla fine quasi
sempre rispondo così: cominci col Satyricon,
poi ne riparliamo. Perché quest’opera
di Petronio non è solo un romanzo, ma una
sala delle meraviglie. Chi non l’ha ancora
letto, e questa sarebbe anzi l’occasione
buona per farlo, provi a immaginare un
testo non solo avventuroso, ironico ed
erotico quant’altri mai; ma che soprattutto
ci viene incontro da un mondo così
profondamente diverso dal nostro che,
paradossalmente, gli episodi diciamo più
“realistici” che vi sono contenuti risultano
per noi anche i più onirici, o fantastici. Fra
le molte sorprese narrative che il Satyricon
riserva al suo lettore – oltre a sacerdotesse
di Priapo, risse di bordello, nababbi
che spendono il loro tempo viaggiando per
mare, miserabili fattucchiere – ci sono
anche quelle prodotte direttamente dal
linguaggio. Allorché il latino letterario,
elegante e trasparente che caratterizza il
narrare di Petronio cede improvvisamente
il campo al latinaccio goffo e perfino
sgrammaticato che parlano i liberti straricchi
convitati al banchetto di Trimalcio-
ne, il più ricco e il più ignorante di tutti.
Detto ciò, il Satyricon un problema ce
l’ha. Il suo testo infatti è giunto fino a noi
attraverso vicende tormentate, che lo
hanno progressivamente reso più simile
a una collezione di frammenti – alcuni,
fortunatamente, assai lunghi e completi
– che non a un romanzo nel senso tradizionale
del termine. Questa condizione
dell’opera fa sì che, di tanto in tanto, il
lettore si trovi di fronte a qualche brusca
cesura narrativa, e dunque debba ingegnarsi
a immaginare che cosa possa essere
accaduto nel frattempo. Molto intelligentemente,
dunque, il libro di Franco
Pezzini L’odissea di Encolpio si mette dal
punto di vista di un lettore che ama leggere
una storia come si deve e, dall’inizio
alla fine, ri-racconta il Satyricon. Lo fa in
una prosa elegante e vivace, che lascia
intendere quanto possa esserlo quella
originale di Petronio. Di più, nel corso del
testo Pezzini intercala non solo immagini,
disegni satirici e altre trovate originali,
ma vere e proprie schede che gettano
luce su molte delle “alterità” in cui inevitabilmente,
anzi beneficamente, ci si imbatte
quando si affronta la lettura di un
testo che ci giunge appunto da un mondo
altro. Il libro ha come sottotitolo «Sesso,
licantropi e labirinti nel Satyricon di
Petronio». Il lettore però si rassicuri: è
molto più e molto meglio di questo.
14 LUGLIO 2017 . IL VENERDÌ . 83