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DOLCEVITA<br />
<strong>di</strong> Angelo Carotenuto<br />
Un film racconterà i magnifici<br />
nemici, eretici del campo da tennis.<br />
Rivali, opposti e uguali, uniti<br />
per sempre dall’epica finale<br />
a Wimbledon il 5 luglio 1980<br />
lle sei e un<strong>di</strong>ci minuti del pomeriggio,<br />
ora <strong>di</strong> Londra, il 5<br />
A luglio 1980, Björn Borg si inginocchiò<br />
sul prato <strong>di</strong> Wimbledon<br />
per festeggiare il titolo come già aveva<br />
fatto l’anno prima, l’altro ancora, e pure i<br />
due avanti a quelli. John McEnroe invece<br />
mise il broncio e uscì dal campo da sconfitto,<br />
sapendo che nessuno<br />
avrebbe mai più <strong>di</strong>menticato<br />
ciò che aveva visto, e che quando<br />
ci si scontra a quel modo<br />
con un avversario, si rimane<br />
uniti per sempre. «Sono stato<br />
tre ore e cinquantatré minuti<br />
senza fare la pipì» scrisse<br />
Gianni Clerici. Ora la partita<br />
più famosa <strong>di</strong> tutti i tempi finisce<br />
al cinema, forse per riscattare<br />
la convinzione secondo<br />
cui è impossibile fare un bel<br />
film sul tennis. L’erba alta non<br />
più <strong>di</strong> otto millimetri, le fragole<br />
con la panna, l’obbligo <strong>di</strong><br />
vestirsi <strong>di</strong> bianco, le code not-<br />
IN QUESTE PAGINE,<br />
SVERRIR GUDNASON<br />
(BJÖRN BORG) E SHIA<br />
LABEOUF (JOHN<br />
MCENROE) IN BORG/<br />
MCENROE, DAL 9<br />
NOVEMBRE AL CINEMA,<br />
DISTRIBUITO<br />
DA LUCKY RED<br />
turne per un biglietto, e poi quei due: il<br />
biondo con i capelli lunghi, l’americano<br />
tutto riccioli e nervi. La rivalità più accesa<br />
e celebre <strong>di</strong> questo sport splen<strong>di</strong>do e <strong>di</strong>abolico,<br />
che siamo chiamati a giocare prima<br />
che su un campo dentro la nostra testa.<br />
Due teste più <strong>di</strong>stanti <strong>di</strong> queste non<br />
sono mai esistite nello sport. Due menti,<br />
due stili <strong>di</strong> gioco, due storie. In<br />
sostanza due archetipi. <strong>Il</strong> conflitto<br />
perfetto, deve aver pensato<br />
trentasette anni dopo Janus<br />
Metz Pedersen, il danese al<br />
quale tempo fa hanno affidato<br />
la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> un episo<strong>di</strong>o della<br />
seconda stagione <strong>di</strong> True<br />
Detective, adesso regista<br />
dell’atteso Borg/McEnroe, in<br />
uscita in Italia il 9 novembre.<br />
Sverrir Gudnason è nei panni<br />
<strong>di</strong> Borg, il ragazzo dai gesti<br />
polari, glaciale, <strong>di</strong>stante, inalterabile.<br />
La parte <strong>di</strong> McEnroe è<br />
per Shia LaBeouf, non meno<br />
estremo nella vita del<br />
BORG-MCENROE IL L<br />
74 . IL VENERDÌ . 14 LUGLIO <strong>2017</strong>