documentario
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
ealistica e quotidiana, senza voce fuori campo (nel primo ci sono<br />
solo poche battute dai Vangeli che danno voce ai personaggi dell’affresco)<br />
e con musiche classiche che la sostituiscono. Molto elaborati,<br />
e sorprendenti, sono i due documentari di Damicelli, Pronto!?!<br />
Chi parla? e La storia di ogni giorno, ambientati a Milano, il primo<br />
sulla Società telefonica e le telefoniste, il secondo sui tram. Mario<br />
Damicelli (1913-1991) debutta nel 1932 come operatore di Pasinetti<br />
nel Cine-guf di Venezia, per il quale realizza anche come regista<br />
Ritmi di una grande città; dal 1934 al 1943 è operatore di guerra<br />
per il luce, specializzato in riprese aeree; dal giugno 1944 al maggio<br />
1945 è operatore al seguito della Quinta Armata usa; dal 1946<br />
al 1948 è corrispondente per il cinegiornale “La Settimana incom”;<br />
è operatore di cortometraggi (Comacchio, Milizie della civiltà) e,<br />
dopo la guerra, anche di lungometraggi; come regista, e operatore<br />
realizza quattro cortometraggi fino al 1943 (l’ultimo, Accendiamo<br />
un fiammifero, è per ora irreperibile [ma è stato successivamente<br />
ritrovato]) e almeno una decina nel dopoguerra. In entrambi i cortometraggi<br />
che ho visto è presente uno stile preciso, un ritmo veloce<br />
e disinvolto, un tono ironico che fanno pensare a Camerini e Clair<br />
per l’affettuoso disegno di piccoli personaggi e situazioni minime<br />
che rendono vivo il proposito “<strong>documentario</strong>” (al contrario di ciò<br />
che accade in due analoghi documentari della incom su forme di lavoro<br />
collettivo, peraltro interessanti e per l’epoca “moderni”, come<br />
Edizione straordinaria, 1941, di Francisci, su come nasce, a Milano,<br />
un numero di «Il Popolo d’Italia», e La grande voce, 1941, di Paolella,<br />
sulla pubblicità).<br />
Fantasia sottomarina<br />
Mine in vista<br />
Quanto al realismo, che dovrebbe essere la linfa vitale del documentarismo,<br />
esso non va rintracciato nei cortometraggi ma semmai in<br />
qualche servizio dei cinegiornali luce (ne sono stati realizzati più<br />
di 1.000 muti dal 1927 al 1931 e più di 2.000 sonori dal 1931 al<br />
21