documentario
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(1979-1981), che incorpora i sette documentari siciliani degli anni<br />
Cinquanta contrapponendoli ai cambiamenti radicali avvenuti negli<br />
anni successivi.<br />
Tre fili fino a Milano<br />
Il pensionato<br />
Al contrario di De Seta, Olmi filma al nord una realtà industriale<br />
moderna (i suoi documentari sono prodotti dalla sezione cinema<br />
della Edisonvolta, da lui fondata). C’è in lui una sostanziale fiducia<br />
nel progresso tecnologico, evidente per esempio in Tre fili fino a Milano<br />
(1958) e Un metro lungo cinque (1961). Contemporaneamente<br />
affiora però un’attenzione per le radici antiche, contadine, che<br />
stanno dietro gli operai delle dighe o delle centrali elettriche. Ciò<br />
che viene emarginato dal progresso non deve andare perduto, ci dicono<br />
Il pensionato (1958) o Grigio (1958), quest’ultimo su un cane<br />
randagio sottoposto a vivisezione, con testo di Pasolini. Una vena<br />
nostalgica verso un passato incontaminato dal progresso, latente<br />
nel realismo rosselliniano dei suoi molti lungometraggi sul mondo<br />
moderno del lavoro, diventa patente nei film più recenti, in particolare<br />
nel <strong>documentario</strong> di lungometraggio Lungo il fiume (1991).<br />
Qui il degrado del Po, diventato deposito di scarichi industriali, è<br />
contrapposto alla visione mistica di una natura vergine, con effetti<br />
fotografici estetizzanti, musica sacra e citazioni bibliche che fanno<br />
di questo <strong>documentario</strong> ambizioso ma irritante una paradossale<br />
apoteosi della tendenza “preziosa” e antirealistica.<br />
I documentari di lungometraggio<br />
Fin dal 1945, accanto alla produzione di cortometraggi emerge<br />
quella di lungometraggi a carattere <strong>documentario</strong>. Possiamo individuare<br />
quattro generi.<br />
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