ECO_02_2019
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TIPICO<br />
ALLA SCOPERTA<br />
DELLE MELE<br />
ANTICHE<br />
di Elena Tomat<br />
Fino ai primi del Novecento la zona di<br />
Fanna, Maniago e Cavasso, tra le valli<br />
del Meduna, del Colvera e del Cellina, era<br />
nota per la sua produzione di mele, che<br />
venivano addirittura esportate all’estero.<br />
Gli alberi crescevano liberi negli orti e nei<br />
cortili, allevati con metodi e ritmi naturali,<br />
senza concimazioni chimiche e potature<br />
forzate.<br />
Le varietà si chiamano<br />
Marc Panara, Cigulin,<br />
Limoncei, Calimano,<br />
Zeuka, Chei di Rosa,<br />
Ruggine, Striato dolce,<br />
Calvilla.<br />
Questi nomi, così<br />
curiosi, rimandano alla<br />
caratteristica del frutto o<br />
evocano sensazioni. Altre<br />
volte rappresentano i nomi<br />
di località o di persone.<br />
C'è però un motivo<br />
se questi nomi<br />
1000<br />
ettari<br />
LA PRODUZIONE DI MELE<br />
IN FVG<br />
Nella frutticoltura regionale il melo è la coltura<br />
più importante e diffusa (cui segue il kiwi).<br />
Si stima che nel <strong>2019</strong> l’estensione totale dei meleti<br />
in Friuli Venezia Giulia raggiungerà<br />
gli 800-1000 ettari.<br />
appaiono sconosciuti ai più<br />
nonostante rappresentino<br />
una importante fetta della<br />
cultura alimentare delle<br />
nostre vallate: con l’avvento<br />
dell’agricoltura industriale<br />
e la diffusione delle varietà<br />
commerciali, le mele<br />
autoctone hanno rischiato<br />
di scomparire. Oggi, però,<br />
grazie all’iniziativa di<br />
una serie di soggetti,<br />
pubblici e privati, quel<br />
prezioso patrimonio<br />
di biodiversità è stato<br />
recuperato: innanzitutto<br />
dall’ERSA e dall’Università<br />
di Udine, che le hanno<br />
studiate e selezionate, oltre<br />
che messe in salvo nei<br />
campi catalogo della<br />
Regione Friuli Venezia<br />
Giulia, come quello del<br />
Parco rurale di San Floriano<br />
a Polcenigo (PN).<br />
Gli amatori delle<br />
mele antiche<br />
Un contributo<br />
fondamentale alla<br />
riscoperta<br />
di questi frutti<br />
dimenticati è<br />
venuto<br />
dall’Associazione Amatori<br />
Mele antiche di Fanna,<br />
fondata nel 2001 da<br />
appassionati che volevano<br />
difendere e valorizzare le<br />
vecchie varietà.<br />
Dopo averne censite una<br />
settantina, l’Associazione<br />
ha creato un percorso<br />
di visita che conduce al<br />
cospetto dei maestosi alberi<br />
centenari sopravvissuti nei<br />
terreni quasi tutti privati dei<br />
Comuni di Andreis, Cavasso<br />
nuovo, Fanna, Frisanco,<br />
Maniago e Meduno. Inoltre,<br />
l’Associazione innesta e<br />
distribuisce 300 nuovi<br />
alberi ogni anno, potendo<br />
contare anche su un proprio<br />
“campo scuola” - vivaio<br />
utilizzato per attività<br />
didattico-educative.<br />
Partendo dal seme,<br />
innestando poi sul selvatico<br />
come si faceva un tempo,<br />
gli alberi diventano forti e<br />
possono vivere due-trecento<br />
anni, anziché cinque-sei<br />
come nella frutticoltura<br />
convenzionale. Con questa<br />
tecnica antica i responsabili<br />
della “Contrada dell’oca” di<br />
Fanna, azienda agricola e<br />
fattoria sociale impegnata<br />
nella conservazione di<br />
specie vegetali e animali a<br />
rischio di estinzione sono<br />
impegnati nella tutela<br />
di queste specie e della<br />
biodiversità locale.<br />
Il risultato, al palato, è<br />
entusiasmante poiché<br />
si producono mele<br />
profumatissime e con<br />
un sapore eccezionale<br />
anche se di dimensioni<br />
ridotte rispetto a quelle<br />
vendute nei supermercati.<br />
Un piccolo ostacolo a una<br />
commercializzazione più<br />
diffusa, un vero peccato per<br />
chi non ha l’occasione di<br />
passare per queste valli.<br />
MOSTRA<br />
DELLE MELE<br />
ANTICHE<br />
Giunta alla 17a edizione,<br />
quest’anno si terrà ad<br />
Andreis la seconda<br />
domenica di ottobre.<br />
Grande novità per il <strong>2019</strong><br />
sarà il collegamento con<br />
il “Il treno delle mele<br />
antiche”, un treno storico<br />
che collegherà Treviso e<br />
Montereale Valcellina. Da<br />
qui si potrà prendere il<br />
bus navetta per arrivare<br />
ad Andreis, sede della<br />
manifestazione.<br />
MARC PANARA<br />
Delle antiche varietà di mele la più diffusa, e forse la più nota, è la Marc<br />
Panara, che prende il nome da chi la introdusse: agli inizi del Novecento<br />
Marco Roman, detto Panara, rientrò a Frisanco dagli Stati Uniti<br />
portando con sé delle marze di melo, che innestò su portinnesti selvatici.<br />
La nuova pianta ebbe subito grande diffusione in tutta la Val Colvera,<br />
perché dava frutti grossi e fioriva un po' in ritardo rispetto alle altre,<br />
permettendo di scongiurare i danni delle gelate tardive. Anche il suo<br />
portamento è caratteristico: la chioma si espande quasi in orizzontale per<br />
poi scendere verso terra, dando vita a esemplari di rara bellezza.<br />
L’eco delle valli<br />
e delle Dolomiti Friulane 37