ECO_02_2019
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GITA D’ISTRUZIONE<br />
SCOPRIRE<br />
E CONOSCERE<br />
IN MARILENGHE<br />
di Manuel Bertin<br />
Guardare il territorio con gli occhi<br />
della …Marilenghe, perché la lingua<br />
è uno strumento potente, che sa dare<br />
luci diverse agli stessi oggetti raccontati:<br />
ne è nato un progetto pluripremiato<br />
nell’istituto comprensivo di Travesio.<br />
Vuardinsi atôr, è il<br />
titolo di questo progetto/<br />
laboratorio che vuole far<br />
esplorare e conoscere la<br />
realtà delle vallate agli<br />
adolescenti, e lo vuol<br />
fare utilizzando la lingua<br />
friulana.<br />
veicolo di comunicazione,<br />
di scambio.<br />
L’idea di quest’attività è<br />
semplice quanto vincente:<br />
attorno a ogni ragazzo<br />
ci sono storie, persone,<br />
esperienze<br />
Ovviamente le<br />
declinazioni, anno dopo<br />
anno sono diverse e<br />
aprono piccoli squarci su<br />
aspetti di storia locale.<br />
I ragazzi, per esempio,<br />
sempre usando il friulano<br />
hanno imparato a<br />
conoscere Gian Domenico<br />
Facchina, Augusto Lizier,<br />
Francesco di Toppo e molti<br />
altri uomini meritevoli i<br />
cui nomi si leggono sulle<br />
effigi, ma la cui storia e<br />
la cui grandezza spesso<br />
passa inosservata. E con<br />
la lingua a fare da collante<br />
si conoscono i luoghi, si<br />
ascoltano testimonianze,<br />
si aprono collaborazioni<br />
con le realtà del territorio.<br />
Felici e premiati<br />
L’idea ha avuto anche<br />
molti riconoscimenti, uno<br />
di questi è il premio Chino<br />
Ermacora, il concorso<br />
annuale per progetti<br />
garantita da Expo.<br />
E nel 2017/2018 è stata<br />
la volta del premio<br />
dell’Associazione<br />
AquaNova, assegnato a<br />
chi ha saputo valorizzare<br />
Le radici del vino, Rauscedo<br />
Un progetto nato e<br />
sviluppato da qualche<br />
anno, guidato dalle<br />
insegnanti Ivana Bozzer<br />
e Caterina Bortolotti,<br />
che ha mantenuto una<br />
caratteristica peculiare:<br />
essere realizzato<br />
completamente in friulano,<br />
nell’arco dell’intero anno<br />
scolastico e rispettando<br />
le diverse cadenze e le<br />
varianti dei vari paesi da<br />
cui provengono i ragazzi.<br />
Sì, perché il friulano è<br />
una lingua viva, e come<br />
tale cambia e si evolve e<br />
quindi bisogna privilegiare<br />
la capacità di essere<br />
che raccontano e fanno<br />
crescere. C’è l’imprenditore<br />
o l’agricoltore impegnato<br />
a portare avanti l’azienda,<br />
c’è la latteria turnaria che<br />
fino a qualche decennio<br />
fa rappresentava il centro<br />
nevralgico del paese, ma<br />
che negli anni ha perso la<br />
sua funzione. Insomma,<br />
c’è un mondo che i ragazzi<br />
possono conoscere per<br />
capire chi sono e da dove<br />
provengono, e per farlo<br />
possono sfruttare una<br />
cosa viva, personale,<br />
strettamente legata<br />
all’identità qual è la lingua<br />
madre.<br />
«Cirî il fil dal discors<br />
cul teritori»<br />
didattici sul Friuli, che ha<br />
valutato il progetto come<br />
il migliore per valorizzare<br />
la cultura, il territorio e la<br />
lingua. Oppure, nell’anno<br />
scolastico 2016/2017 il<br />
progetto declinato col<br />
titolo “Granelli d’ingegno<br />
per mangiare bene” ha<br />
visto la collaborazione con<br />
l’Orto Botanico di Udine<br />
e la ribalta nazionale<br />
i luoghi e i personaggi<br />
nei loro contesti sociali,<br />
che ha riconosciuto<br />
l’importanza di questo<br />
modo di fare scuola, un<br />
po’ fuori e un po’ dentro<br />
le mura dell’edificio<br />
scolastico ma sempre<br />
e comunque immersi<br />
nell’identità linguistica<br />
che caratterizza questa<br />
“meglio gioventù”.<br />
L’eco delle valli<br />
e delle Dolomiti Friulane 53