ECO_02_2019

VICINI DI CASA
IL VOLO LEGGERO
DI DAMIGELLE
E LIBELLULE
di Tiziano Fiorenza
Con libellule ci si riferisce ad un gruppo di
insetti antichissimi, le cui origini risalgono
addirittura al Paleozoico. Nel periodo di
massimo splendore esistevano specie che
sfioravano addirittura il metro di apertura
alare: erano i dominatori dei cieli.
Guardaruscello Collinare
Sono
bellissime,
leggere,
affusolate.
Incontrarle
nel loro volo
o ammirarle
appoggiate
allo stelo di
una pianta o
su una foglia è
sempre motivo
d’incanto. Ma
le libellule,
nome generico
che raggruppa
i due
sottordini
degli zigotteri
e degli
anisotteri
possono
svelare molte
sorprese
Innanzitutto,
gli zigotteri,
non sono
propriamente libellule ma
si chiamano damigelle,
e si riconoscono per la
corporatura esile, con un
volo lento e sfarfallante. Gli
anisotteri sono più robusti
e massicci e hanno un volo
potente e veloce.
Sono tra di noi,
basta riconoscerle
Una differenza che balza
agli occhi e che le rende
distinguibili è la
posizione
delle ali quando
sono posate: se
ne vedete una su una
foglia con le ali aperte e
orizzontali,
allora state
guardando una libellula,
mentre se ha le ali verticali e
chiuse sopra il corpo è una
damigella. Pur non essendo
un metodo infallibile – per
esempio i lestes spesso
tengono le ali aperte - è
comunque un metodo facile
per un primo approccio al
riconoscimento di questi
splendidi animali.
Nel nostro territorio sono
presenti diverse decine
di specie di libellule. I
piccoli ruscelli e riii della
zona montana e collinare
vedono la presenza di
due grandi anisotteri: il
guardaruscello collinare
(Cordulegaster bidentata)
e il guardaruscello
comune (Cordulegaster
boltonii) dal corpo nero
con anelli gialli. Volano
incessantemente per
cacciare e difendere il
proprio territorio e non è
sempre facile vederli perché
possono volare molto in alto.
Sempre lungo i corsi
d’acqua ama vivere
anche il gonfo forcipato
(Onychogomphus
forcipatus), simile ai
guardaruscelli, ma dalle
dimensioni più contenute.
Riconoscerlo è più
facile se si guarda
l’addome: i maschi hanno
evidenti appendici all’apice
di questa parte del corpo.
Lungo le sponde di fiumi
e canali è facile rinvenire
anche le due più grandi
specie di zigotteri.
La splendente comune
(Calopteryx virgo) e la
splendente delle sorgenti
(Calopteryx splendens).
Sono le damigelle più
grandi che con le loro
ali colorate di blu o
verde metallico svolazzano
continuamente fra la
vegetazione riparia.
Tutte le altre specie, più
frequenti in una grande
varietà d’ambienti, amano
soprattutto gli specchi
d’acqua stagnante.
Calendario alla mano
Chi ha già l’occhio allenato
può anche dilettarsi
nell’accrescere a propria
“collezione” di specie
avvistate. Come gli esperti
fungaioli, anche per gli
osservatori di libellule
è bene conoscere la
stagionalità delle diverse
specie. Nelle belle giornate
di febbraio si osserva fra i
rami e la vegetazione, dove
si mimetizza alla perfezione,
l’invernina comune
(Sympecma fusca), una
piccola damigella bruna
che sverna allo stadio
adulto. Molto precoce è
anche il dragone peloso
(Brachytron pratense),
nome buffo per una libellula
osservabile a sud della linea
delle risorgive.
Proseguendo, poi, verso
la stagione calda ecco il
momento delle libellule vere
e proprie, come la libellula
panciapiatta (Libellula
depressa), la libellula
frontenera (Libellula fulva),
la libellula quadrimacchiata
(Libellula quadrimaculata)
e di diverse damigelle,
come la scintilla zampenere
(Phyrrhosoma nymphula),
la codazzurra comune
(Ischnura elegans) e
la codazzurra minore
(Ischnura pumilio)
o l’azzurrina comune
(Coenagrion puella).
Da metà giugno in poi vi è
un ulteriore incremento delle
specie. Fra le damigelle si
trovano la zampelarghe
LA SCONOSCIUTA RITROVATA
La freccia nera (Selyosiothemis nigra), una specie
sconosciuta da noi solamente una decina d’anni fa e che
ora è sempre più facilmente visibile nelle zone planiziali,
soprattutto quelle in cui è presente acqua permanente.
Freccia Nera
comune (Platycnemis
pennipes), le verdine (Lestes
barbarus, Chalcolestes
viridis), le scintille
zamperosse (Ceriagrion
tenellum), questa specie
molto localizzata in pochi
siti, e in zona montana
e pedemontana anche
l’azzurrina portacalice
(Enallagma cyathigerum).
Fra gli anisotteri, il dragone
autunnale (Aeshna affinis),
il dragone occhiblu (Aeshna
affinis), il dragone occhi
verdi (Aeshna isosceles),
il dragone verde e giallo
(Aeshna cyanea) e in zone
montane anche il dragone
alpino (Aeshna juncea).
Ma le pozze si popolano
anche dei colori grigio
azzurro delle frecceazzurre
(Orthetrum albistyllum, O.
cancelatum, O. brunneum,
O. coerulescens), del verde
delle smeralde (Cordulia
aenea, Somatochlora favo
maculata, S. metallica)
e del rosso dei cardinali
(Sympetrum fonscolombi, S.
sanguineum, S. striolatum, S.
pedemomontanum).
L’eco delle valli
e delle Dolomiti Friulane 45