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Industria Fusoria 6 /2018

Sesto numero del 2018 di Industria Fusoria, la rivista delle fonderie italiane edita da Assofond

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tecnico<br />

Ogni colata è metà della rotazione completa. Le prime pale di ogni metà devono essere trattate per sposarsi una volta assemblate, quindi è<br />

necessaria una buona stabilità dimensionale.<br />

Uno di questi nuovi metodi includeva<br />

un corebox in alluminio<br />

con pezzi separati per adattarsi a<br />

diverse lunghezze di palette. La<br />

maniglia per l’indicizzazione del<br />

distanziatore è stata sostituita da<br />

una serie di 48 pezzi separati per<br />

impostare la spaziatura e l’angolo.<br />

Ciascuno dei pezzi liberi era<br />

numerato in modo da poter essere<br />

collocato in posizioni denite<br />

per consentire la curva a 180<br />

gradi dell’anima. Questo metodo<br />

rappresentava un miglioramento<br />

ma presentava ancora diversi difetti.<br />

Rimaneva la possibilità che<br />

i pezzi liberi potessero spostarsi<br />

leggermente, il che causerebbe<br />

una errata spaziatura e angolazione.<br />

I pezzi liberi sono stati rilasciati<br />

dalla parte superiore dell’anima<br />

e non potevano essere bloccati in<br />

posizione. Questo era ancora in<br />

gran parte un processo manuale<br />

che richiedeva precisione da parte<br />

dell’operatore. Se compattavano<br />

troppo la sabbia, le palette e i<br />

pezzi liberi si sarebbero spostati.<br />

Poiché questo metodo era più<br />

accurato e più semplice, le anime<br />

potevano essere realizzate con<br />

sabbia air-set con una minore<br />

regolazione del legante, per migliorarne<br />

il tempo di presa.<br />

In questo metodo, i pezzi liberi<br />

erano ancora in grado di muoversi<br />

e gli errori degli operatori<br />

comportavano ulteriori variabilità<br />

nel processo. Elliot Group<br />

vide un miglioramento nel calcolo<br />

dell’area di supercie, ma era<br />

ancora fuori tolleranza e le pale<br />

dovevano essere piegate in posizione.<br />

Lo stesso inconveniente<br />

riscontrato nel design del corebox<br />

in alluminio era che, come<br />

il precedente, poteva ospitare<br />

solo una rotazione; un’altra rotazione<br />

avrebbe richiesto un secondo<br />

corebox. A questo punto,<br />

il costo del corebox era superiore<br />

a 90.000 $ e non poteva<br />

ospitare tutte le modiche che<br />

sarebbero state necessarie. Elliot<br />

riconobbe che questo metodo<br />

era insostenibile.<br />

Con tutti i progressi avvenuti<br />

nella produzione additiva, Elliot<br />

Group ha iniziato ad esplorare<br />

nuovi modi per realizzare le<br />

anime utilizzando la stampa 3D.<br />

Alla ne, in collaborazione con la<br />

Quaker City Castings (QCC), (Salem,<br />

Ohio), l’azienda arrivò a una<br />

soluzione.<br />

Anime in sabbia<br />

stampate in 3-d<br />

Nel 2014, Elliot si è rivolta a<br />

QCC per esaminare una soluzione<br />

ai problemi relativi alla fusione<br />

delle anime e delle alette<br />

dei diaframmi a turbina. QCC ha<br />

avuto esperienza nell’uso della<br />

produzione additiva ovvero<br />

della stampa 3D, per combinare<br />

anime complesse in una singola<br />

anima. Dopo diverse discussioni<br />

tra il personale tecnico di Elliot e<br />

QCC, entrambe le società hanno<br />

concordato che QCC avrebbe<br />

sviluppato un processo per<br />

produrre anime di sabbia stampate<br />

in 3-D insieme ad un metodo<br />

per garantire che le pale fossero<br />

correttamente distanziate e<br />

dimensionalmente accurate.<br />

Il primo passo nel processo è<br />

100<br />

<strong>Industria</strong> <strong>Fusoria</strong> 6/<strong>2018</strong>

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