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Industria Fusoria 6 /2018

Sesto numero del 2018 di Industria Fusoria, la rivista delle fonderie italiane edita da Assofond

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economico<br />

ne) è scivolata al quarto posto.<br />

Crescono con valori importanti<br />

Polonia, Spagna e Portogallo<br />

mentre arretrano Brasile, Turchia<br />

e Russia, quest’ultima – ha concluso<br />

Sala – a causa dell’evidente<br />

blocco creato dalle sanzioni<br />

americane”.<br />

Dopo l’intervento di apertura ha<br />

preso la parola il presidente di<br />

Assofond Roberto Ariotti, che<br />

ha fatto il punto sull’andamento<br />

dell’industria fusoria italiana<br />

ed europea: “Dopo un ottimo<br />

2017, che ha visto una crescita<br />

generale sia per le fonderie<br />

di metalli non ferrosi sia per<br />

quelle di metalli ferrosi, il <strong>2018</strong><br />

è partito in maniera altrettanto<br />

soddisfacente. A partire da luglio,<br />

però, abbiamo registrato<br />

un’inversione di tendenza, soprattutto<br />

considerando i nuovi<br />

ordini e le aspettative per il futuro.<br />

Questo quadro, che vede un<br />

rallentamento complessivo della<br />

crescita, è abbastanza uniforme<br />

in tutti i principali Paesi europei:<br />

per l’Italia, in particolare, se nel<br />

primo semestre la produzione<br />

era cresciuta del 2% rispetto<br />

allo stesso periodo del 2017, nei<br />

primi nove mesi risulta invece<br />

un sostanziale pareggio, il che<br />

evidenzia un calo abbastanza signicativo<br />

della produzione nel<br />

periodo luglio-settembre”.<br />

Da sinistra: Maurizio Sala, Presidente di Amafond e Roberto Ariotti; Presidente Assofond.<br />

Per la prima volta, ha sottolineato<br />

Ariotti, l’arretramento interessa<br />

anche il comparto delle<br />

fonderie di metalli non ferrosi,<br />

reduce da anni di crescita impetuosa.<br />

In questo quadro, il forte<br />

calo di ordini da parte del settore<br />

automotive è un elemento decisivo:<br />

per capire l’entità di questo<br />

rallentamento, è sufciente<br />

dire che a ottobre, in Germania,<br />

le previsioni sulla produzione di<br />

auto per il <strong>2018</strong> sono state riviste<br />

al ribasso per la terza volta<br />

nel corso dell’anno, arrivando a<br />

quota -7% rispetto al 2017.<br />

L’andamento delle fonderie in<br />

Brasile e dei settori dei mezzi<br />

di trasporto e delle macchine<br />

agricole è stato invece al centro<br />

dell’intervento di Bruno Ferrari<br />

Salmeron, direttore operazioni<br />

della divisione automotive di<br />

Schulz S.A., che ha sottolineato<br />

come invece i livelli di produzione<br />

del Paese sudamericano<br />

siano in continua crescita, così<br />

come le previsioni per i prossimi<br />

anni.<br />

Successivamente ha preso parola<br />

Roberto Vavassori, presidente<br />

di Clepa, l’associazione<br />

europea dei fornitori dell’automotive,<br />

che ha fatto il punto sulle<br />

grandi trasformazioni in corso<br />

nel comparto, sottolineando in<br />

particolare come il processo di<br />

elettricazione in corso, se non<br />

gestito in maniera graduale, rischi<br />

di spostare ingenti volumi<br />

nella produzione di motori per<br />

auto dall’Europa alla Cina: “L’industria<br />

della mobilità in Europa<br />

vale oggi 12 milioni di addetti,<br />

in Italia garantisce allo Stato oltre<br />

73 miliardi di euro di entrate<br />

e ha in assoluto il più alto moltiplicatore<br />

di impiego: si tratta<br />

quindi di un settore fondamen-<br />

<strong>Industria</strong> <strong>Fusoria</strong> 6/<strong>2018</strong><br />

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