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Spunti di critica<br />
Fotografica<br />
A cura di<br />
Nicola Crisci<br />
Annie Leibovitz<br />
Fotografa statunitense tra le più ammirate ed imitate al<br />
mondo, ha raccontato la modernità passando dai ritratti<br />
di personaggi celebri agli orrori della guerra<br />
di Nicola Crisci / foto Annie Leibovitz<br />
Nata nel Connecticut nel 1949,<br />
Annie Leibovitz è figlia di un ufficiale<br />
dell’Aeronautica e di una<br />
ballerina. Il lavoro del padre ha fatto sì<br />
che trascorresse la sua infanzia in diverse<br />
basi militari, spostandosi con la<br />
famiglia a bordo di una station wagon.<br />
Il finestrino della macchina del padre è<br />
stato il suo primo punto di osservazione<br />
del mondo. Per ben 13 anni, dal 1970<br />
al 1983, ha lavorato come fotografa per<br />
la rivista Rolling Stone, passando dalle<br />
prime foto scattate nella basi americane<br />
delle Filippine durante la guerra in<br />
Vietnam ai ritratti di importanti celebrità<br />
come la coppia John Lennon e Yoko<br />
Ono. Nel 1967 s’iscrive al corso di pittura<br />
del San Francisco Art Institute, e l’anno<br />
dopo, in Giappone, acquista la sua<br />
prima macchina fotografica. Nel 1991<br />
la sua copertina per Vanity Fair con Demi<br />
Moore nuda e incinta, suscita grande<br />
scandalo. Nel 1993, su invito della<br />
Yoko e John Lennon<br />
Autoritratto, 2017<br />
scrittrice americana Susan Sontag, immortala<br />
gli orrori della guerra a Sarajevo.<br />
Nel corso della sua lunga carriera<br />
ha fotografato intere generazioni di artisti,<br />
musicisti, scrittori, attori e politici,<br />
mostrando smisurato talento visivo, capacità<br />
d’invenzione, grande equilibrio e<br />
precisione dello scatto. Alcune sue foto<br />
Demi Moore<br />
sono diventate iconiche, entrando di diritto<br />
nell’immaginario del nostro tempo.<br />
Non solo ritratti e foto di guerra, ma anche<br />
immagini fantasiose come quelle<br />
ideate per la Disney nel 2007 sfruttando<br />
la staged photography. <strong>La</strong> sua prima<br />
formazione come artista visiva ha influito<br />
sul modo di approcciarsi<br />
alla fotografia, prestando<br />
attenzione agli effetti luministici<br />
e alla composizione e<br />
attribuendo alle figure un’eleganza<br />
classica. Fotografa tra<br />
le più apprezzate ed imitate al<br />
mondo, ha saputo raccontare<br />
la modernità cogliendone gli<br />
aspetti culturali e di costume.<br />
«Alcune volte − afferma − mi<br />
piace fotografare la superficie<br />
delle cose perché credo<br />
possa essere rivelatrice almeno<br />
quanto andare al nocciolo<br />
della questione. <strong>La</strong> rilevanza<br />
dell'opera d'arte spesso non<br />
riguarda ciò che viene rivelato<br />
o svelato sull'argomento, ma<br />
ciò che racconta sul momento<br />
culturale in cui è stata creata».<br />
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ANNIE LEIBOVITZ