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“La morbidezza del<br />
falegname nel disegnare<br />
linee nella sua città con un<br />
oggetto che viene dalle sue<br />
piante e creato da lui era<br />
pura armonia illibata.<br />
Tutto era così soave e nativo,<br />
la sua visione del pendio<br />
era completamente differente<br />
da qualsiasi persona che<br />
approccia il discesismo<br />
nel mondo occidentale.”<br />
Il giovane uomo della sera prima arrivò dal mezzo<br />
del paese con un petranboard sotto il braccio. La<br />
semplicità dell’oggetto era fenomenale: un asse di<br />
legno con due stopper per i piedi posti perpendicolarmente<br />
alla direzione della tavola, senza nessun<br />
tipo di sciancratura o lamine per la conduzione. Il<br />
tutto veniva gestito da una cordicella con un manico<br />
in legno all’estremità anteriore che tenuto in mano<br />
durante la discesa deformava il legno evitando infossamento:<br />
geniale.<br />
Ora dovevano averne due per insegnarci veramente,<br />
quindi andammo nella falegnameria dove era parcheggiata<br />
la macchina. Un atelier rustico ma molto curato<br />
nella suddivisone delle fasi di costruzione del petranboard.<br />
Dopo una gesticolata spiegazione di come<br />
viene assemblato questo oggetto ci incamminammo<br />
verso monte alla ricerca di qualche facile pendio.<br />
A quel punto la macchina fotografica venne donata<br />
ad Elena che saltellava qua e là alla ricerca del<br />
miglior scatto che ci rappresentasse in questo momento<br />
ludico senza precedenti. Erano anni che non<br />
provavo così tanto gusto nel compire un atto tanto<br />
semplice. Durante i primi tentativi ero chiaramente<br />
in difficoltà perché cercavo di frenare curvando<br />
alla ricerca delle spigolo: errore! Tutta la frenata del<br />
petranboard si basa sulla pressione delle parte posteriore,<br />
sia con il peso che con l’ausilio del bastone<br />
- utilizzato anche per domare i pascoli di vacche.<br />
La morbidezza del falegname nel disegnare linee<br />
nella sua città con un oggetto che viene dalle sue<br />
piante e creato da lui era pura armonia illibata. Tutto<br />
era così soave e nativo, la sua visione del pendio era<br />
completamente differente da qualsiasi persona che<br />
approccia il discesismo nel mondo occidentale.<br />
“Tutto è permesso, sempre salva la fantasia”, scriveva<br />
Carlo Mollino.<br />
Abile sperimentatore di delle tecniche di discesa, che<br />
se avesse visto questa scena avrebbe sicuramente<br />
preso spunto per chissà quale definizione surreale.<br />
Alla fine lui ha abbandonato il campo da gioco, ed<br />
io ho continuato sotto la l’onnisciente lente di Elena<br />
che intrappolava un mio fanciullino momento. Lei<br />
mite e rispettosa, ha aspettato a provare il Petranboard<br />
solo alla fine, ricevendo gli applausi da tutto<br />
il paese per le sue straordinarie e lì insolite abilità<br />
sportive.<br />
La giornata si è conclusa presto, alle 13 eravamo da<br />
Cielo con un fardello in più da scarrozzare fino a Tiblisi.<br />
Mi era stato donato un Petranboard dal falegname,<br />
che oggi risiede in camera mia e grazie al suo<br />
profumo di legno e neve mi ricorda che un esigenza<br />
si può trasformare in eleganza.<br />
67°