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I libri del
Mese
Gianna Pinotti
Presentato alla Casa di Dante il nuovo libro dell'artista e saggista
mantovana sulla chiesa di San Celestino I a Pietole, culla di Virgilio
di Fabrizio Borghini / foto courtesy Gianna Pinotti
Presso la Società delle Belle Arti
“Casa di Dante” è stata presentato
lo scorso febbraio l’ultimo libro
di Gianna Pinotti dal titolo La chiesa
di San Celestino I a Pietole culla di Virgilio.
Vicende di un Tempio tra storia etrusca,
medioevo, neoclassicismo ed età contemporanea
(Sometti, 2019). La Pinotti,
artista e storico dell’arte, è nota al grande
pubblico per il suo impegno culturale
in ambito pittorico e saggistico, in particolare
nel campo degli studi virgiliani e michelangioleschi,
anche attributivi (Cupido
dormiente e Crocifisso di Santo Spirito).
Ha introdotto l’incontro Franco Margari,
presidente della Società delle Belle Arti
“Casa di Dante”, a cui è seguito l’intervento
di Silvia Ranzi, critico d’arte e studiosa
del percorso artistico e letterario che l’autrice
virgiliana ha compiuto nel corso degli
anni; quest’ultima ha illustrato i principali
contenuti scientifici della pubblicazione
con particolare attenzione ai collegamenti
con la storia toscana e con i testi di Dante
e Boccaccio volti a documentare l’importanza
di Pietole, culla di Virgilio, e delle sue
tradizioni sacre legate al paesaggio e collegate
alle vicende dell’infanzia del sommo
poeta. Il libro disserta infatti della chiesa
intitolata a San Celestino I papa situata
a Pietole, o meglio delle due chiese, la
più antica fondata nel secolo XI nell’anti-
Gianna Pinotti alla Casa di Dante in occasione della presentazione del proprio libro
ca Andes (Pietole “Vecchio”) sulle rive del
Mincio e abbattuta ad inizio Ottocento per
ordine napoleonico; e la chiesa moderna
costruita nel 1833 a Pietole “Nuovo”, due
chilometri più in là dall’argine, dall’architetto
neoclassico Giovanni Battista Vergani,
salvata dalle ingiurie del tempo negli
anni Settanta e Ottanta del secolo scorso.
Con la presentazione di inediti documenti
d’archivio e di nuove proposte
attributive relative a tre sopravvivenze della
chiesa canossiana, la Pinotti rintraccia
un terzo tempio di muri immateriali, ossia
quel templum etrusco di cui Virgilio verseggerebbe
nell’intento di trasfigurare la
campagna natia come luogo eletto a sede
augurale. Un’analisi di assoluta novità,
rivolta sia ai versi virgiliani sia alle vicende
relative ai due edifici cristiani, e soprattutto
a un territorio che fu parte del feudo
dei Canossa, signori di Toscana. Un’indagine
che individua il filo di una continuità
dalla storia etrusca alla storia cristiana, e
dalla tradizione virgiliana all’epoca moderna
e contemporanea. Tra i temi cruciali affrontati
nel libro, che hanno destato vivo
interesse nel pubblico, segnaliamo l’analisi
della poco nota ascendenza etrusca di
Virgilio e il suo collegamento, nelle vesti di
“profeta di Cristo”, con Matilde di Canossa
e la pieve cristiana; la tradizione medievale
originata da Dante, che scelse Virgilio
come guida nella propria Commedia, e
quella neoclassica dove la chiesa tempio
a croce greca assume un ruolo centrale in
relazione ai monumenti del territorio; l’importanza
di papa Celestino I, patrono di
Mantova ancor prima di sant’Anselmo da
Lucca. Il libro è dedicato alla memoria del
padre dell’autrice, recentemente scomparso,
Michele Pinotti, per l’intensa e disinteressata
attività da lui svolta in favore
delle opere parrocchiali e del tempio di
Pietole. La pubblicazione, con introduzione
di monsignor Roberto Brunelli, storico
dell’arte e direttore del Museo Diocesano
“Francesco Gonzaga” di Mantova, è stata
patrocinata dal Comune di Borgo Virgilio e
dal Centre Culturel Italien di Parigi.
GIANNA PINOTTI
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