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Arte e
critica
Arte oltre il tempo
Una riflessione dello scultore fiorentino Claudio Parigi
sull’evolversi della creatività nelle varie epoche
Testo e foto di Claudio Parigi
L'arte è sempre "nuova" quando
la "scopriamo" per la prima
volta. La pittura, in particolare,
è una finestra spalancata sullo spettacolo
del mondo: vedute, paesaggi,
scorci urbani, scene di vita quotidiana,
personaggi del passato e del presente.
A volte può sembrare che i dipinti
di una stessa epoca comunichino tra
loro, soprattutto quando gli autori hanno
condiviso il medesimo ambiente o
milieu culturale. Nel Corridoio Vasariano,
ad esempio, il ritratto di Ingres è
di fronte a quello di Delacroix e quello
di Rembrandt vicino a quello di Rubens.
La storia dell’arte recente è piena
di esempi di artisti figurativi che, ad un
certo punto della loro carriera, si sono
avvicinati all’astrazione in maniera
momentanea o definitiva. Nulla di strano,
perché la creatività è anche questo:
cambiare strada, cercare nuovi
spunti e ispirazioni, senza farsi però
influenzare dalle mode del tempo. Vale
per molte esperienze dell’arte contemporanea:
l'astrazione, ad esempio,
è un concetto troppo spesso abusato;
la Pop Art appartiene già al passato;
la Land Art per molti aspetti è ancora
da "scoprire"; le installazioni e la Mi-
nimal Art sono spesso elaborazioni fini
a se stesse. All’artista è concessa la libertà
di sperimentare nuovi linguaggi
e stilemi, se lo ritiene opportuno; l’importante
è tirare fuori sempre nuovi significati.
Ben vengano dunque le varie
forme espressive, perché l'arte non è
finita e non finirà; è un’esigenza insita
nell’essere umano da sempre, dai
graffiti nelle caverne alle avanguardie
e oltre, fino al presente. Ogni periodo
storico con il proprio linguaggio, per
indagare la natura umana, raccontare
gli aspetti sociali di un secolo e lasciare
al futuro ciò che è contemporaneo.
Claudio Parigi in una foto del 1979 con il dipinto intitolato L'uomo avventuroso e incerto scoprì il mondo
ARTE OLTRE IL TEMPO
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