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µverso il governo
Mandato a Casellati e se fallisce a Fico
L’esplorazione della presidente del Senato servirà a verificare se esiste una possibilità tra Lega e Movimento 5Stelle
di Ugo Magri
◗ROMA
Delle cinque carte che ha in
mano, Sergio Mattarella è
pronto a calare la Donna di
cuori. I dubbi svaniranno in
giornata quando, come pare
ormai certo, inviterà sul Colle
Elisabetta Alberti Casellati.
La presidente del Senato riceverà
un mandato di tipo
esplorativo, strada niente affatto
nuova nella storia della
Repubblica. Venne imboccata
altre 8 volte, l’ultima dieci
anni fa con Franco Marini, e
tra i precedenti illustri spicca
un’altra donna: Nilde Iotti,
detta la «Migliora». Nel suo
caso fu un vero fiasco, il tentativo
non portò a nulla, ma
stavolta il compito sarà parecchio
più semplice.
A Elisabetta Casellati il Capo
dello Stato non chiederà
di formare un governo. Nemmeno
la spingerà a cercare la
mossa vincente. Inviterà l’esploratrice
ad accertare, né
più né meno, se l’alleanza
centrodestra-Movimento 5
Stelle è in grado di vedere la
luce oppure è defunta prima
di nascere. Al Quirinale risulta
una via di mezzo: la trattativa
non è interrotta però la
pazienza grillina sta per finire,
entro lunedì prossimo sarà
del tutto esaurita. Casellati
dovrà accertare l’esito del negoziato,
riferire a Mattarella
e stop.
In attesa del Jolly
Il Quirinale si è dato questo
metodo, da taluni scambiato
per frenetico immobilismo,
in realtà un procedere
passo dopo passo, scartando
una formula via l’altra, finché
non ne sarà sopravvissuta
una soltanto, l’unica percorribile
in quanto a quel
punto obbligata. Se l’esplorazione
della Casellati avrà esito
positivo, Mattarella potrà
giocare alternativamente il
Re di Picche (Luigi Di Maio)
o l’Asso di bastoni (Matteo
Salvini), in base a come quei
due si saranno messi d’accordo
tra loro per quanto riguarda
la guida del governo, vero
motivo di discordia. Se invece
l’esito sarà negativo, la
Donna di cuori se li porterà
via entrambi, e Mattarella potrà
mettere sul tavolo le ultime
carte del mazzo: il Due di
Rispunta Di Pietro
«I grillini parlino
con Forza Italia»
Intervistato dall’Ansa alla
vigilia del voto nel suo Molise,
Antonio Di Pietro (foto) torna a
parlare di politica. Lo fa per
dare un suggerimento ai 5
Stelle: «Silvio Berlusconi è
ormai fuori, non è eletto. Fa
quasi pena vedere che non
accetti che il suo tempo è
finito. Anche in Forza Italia,
come nel Pd e nel M5S ci sono
tante persone perbene e serie e
altre no. M5S aveva cominciato
col dire che avrebbe fatto
l’accordo a partire dal
programma. Oggi invece vedo
che dice “non mi sporco le mani
con Forza Italia”, che vuol dire
tutto e niente. Il Movimento
pone veti su un intero partito
invece che sulle singole
persone ma facendo così
sbaglia. Deve capire che ha solo
la maggioranza relativa, che in
democrazia non basta per
governare». Più in genrale,
sulle prospettive per il
governo, per Di Pietro «ci sono
due vincitori, centrodestra e
M5s. Tocca a loro. Il Pd ha perso
e ora farebbe bene a stare
all’opposizione. In democrazia
l’opposizione è una cosa
importante. Si deve ripartire
da là, con serietà e
preparazione».
picche (Roberto Fico) ovvero
il Due di bastoni (Giancarlo
Giorgetti).
La scelta tra Giorgetti e Fico
dipenderà da circostanze
che al momento sul Colle sono
impossibili da valutare
perché dipendono da chi pescherà
il famoso Jolly, in altre
I 5 Stelle Luigi Di Maio e Roberto Fico in una foto d’archivio
Silvio Berlusconi e Matteo Salvini durante le consultazioni al Colle
Nella storia
repubblicana
è la nona volta
che si tenta questa strada
L’esponente forzista
non dovrà formare
un esecutivo ma tastare
il polso ai potenziali alleati
parole otterrà il sostegno del
protagonista tra tutti meno
prevedibile, che è Matteo
Renzi.
La carta Fico
L’ex segretario Pd si sta tenendo
ostentatamente fuori,
come se la faccenda governo
non lo riguardasse più; però
mille segnali inducono a credere
che Matteo Renzi possa
cedere alla tentazione di riprovarci.
Se con il suo beneplacito
i «Dem» accettassero
di sedersi al tavolo programmatico
proposto dai Cinque
stelle, allora Fico sarebbe il
principale indiziato a favorire
quel tragitto in quanto presidente
della Camera dei deputati,
con un compito simile
a quello di Elisabetta Casellati:
solo che nel suo caso, invece
di «esplorare» l’alleanza
tra centrodestra e M5S, Fico
si concentrerebbe su quella
tra M5S e Pd. In caso di esito
favorevole, potrebbe essere
lui stesso a mettere in piedi
un governo, o magari tornerebbe
in campo Luigi Di Maio:
per saperlo adesso con
Anche l’opzione
Giorgetti
rimane sul tavolo
ma potrebbe realizzarsi
solo tra quindici giorni
dopo le regionali
Sul Colle è considerata
l’estrema risorsa
certezza ci vorrebbe una cartomante.
L’estrema risorsa
Qualora invece Renzi provasse
nostalgia per i tempi
del Nazareno, e decidesse di
puntare nuovamente sull’Asso
di denari (Silvio Berlusconi),
in quel caso Mattarella
potrebbe giocarsi l’ultima
carta rimasta: quella di Giorgetti
appunto, braccio destro
di Salvini, suo ambasciatore
presso i «poteri forti», personaggio
pragmatico e dunque
capace di fare sintesi con
chiunque. Incaricare adesso
Giorgetti sarebbe inutile, il
leader della Lega vivrebbe la
scelta del suo vice come provocatoria.
Però tra un paio di
settimane, quando la finestra
di elezioni bis si sarà
chiusa per motivi di calendario,
chissà che la politica non
ci riservi grandi sorprese, soluzioni
cui tutti dicono giammai.
Per adesso si parte da
Casellati, che dopo molte
esternazioni da un paio di
giorni, stranamente, tace.
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