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04
@Â=BH9FJ=GH5 LUCIO CECCHINELLO
■LA NUOVA
Ha vinto
sette Gp
MERCOLEDÌ
18 APRILE 2018
Lucio
Cecchinello,
48 anni, è
stato un buon
pilota della
classe 125
(oggi Moto3):
dal 1993 al
2003 ha
partecipato a
149 Gp,
vincendone
sette e
salendo 19
volte sul
podio. 909 i
punti ottenuti,
il miglior
piazzamento
nel Mondiale è
stato un
quarto posto.
Ha cominciato
a gestire il
proprio team
quando era
ancora pilota.
Il team Lcr
(Lucio
Cecchinello
racing) è
presente nel
Motomondiale
fin dal 1996,
utilizzando
prima moto
Honda, poi
Aprilia. Dal
2006 è in
MotoGp come
team satellite
della Honda.
Losportdeimotori
IL MOTO
MONDIALE
La vittoria di Cal in Argentina
«I primi due Gp
sono stati gestiti
in modo esemplare
dal nostro pilota»
« come il Leicester?
Marc e Vale
ma il terzo posto...»
IL CAPO DEL TEAM DI CRUTCHLOW: «LA HONDA CREDE IN NOI
MARQUEZ HA SBAGLIATO MA CON ROSSI ORA DEVONO PARLARSI»
di Mauro Corno
vero, sono stati corsi due
soli Gran premi nel Mondiale
delle MotoGp. Ma
non è un caso che in testa alla
classifica ci sia Cal Crutchlow, il
32enne inglese del team Lcr, una
scuderia fondata e diretta da Lucio
Cecchinello e che dal 2006,
con l’ingresso nella classe regina,
è satellite della Honda. Proprio a
Cecchinello, ex pilota (ha partecipato
a undici Mondiali nelle125,
tra il 1993 e il 2003), abbiamo
chiesto di svelarci i segreti di questa
partenza straordinaria. E ovviamente
anche di tutti gli altri temi
caldi di questo Mondiale, a
partire dal clima da Far west fra
Valentino Rossi e Marc Marquez.
Partiamo da Cal Crutchlow.
Com’è lavorare con lui?
«Molto piacevole, ci troviamo
alla perfezione. È un ragazzo sincero,
diretto e schietto. Se ti deve
dire una cosa te la dice senza mezzi
termini, se deve riprendere
qualcuno lo fa ma non si nasconde
quando deve assumersi la responsabilità
su un errore. Ed è capace
di chiedere scusa».
Non pare molto diplomatico.
«Come tutti i piloti possiede
Lucio
Cecchinello
oggi, la vittoria
a Jerez in 125
nel 2003 e con
Cal Crutchlow
vincente
in Argentina
una personalità molto forte, qualche
volta magari potrebbe essere
un po’ più morbido, ma non è tipo
che ami girare intorno alle
questioni. Ma va ammesso che le
sue parole hanno sempre un fondamento.
E poi va forte».
Quest’anno fin da subito.
«Ci troviamo molto bene con
la moto fin dai primi test di fine
gennaio in Malesia: abbiamo capito
che il motore nuovo aveva
un potenziale molto importante
e quando abbiamo messo a punto
tutto siamo stati costantemente
tra i primi, due, tre o quattro.
Cal, che sapeva quanto stesse tirando,
ci ha detto fin dai primi giri
che quest’anno sarà il più importante
della sua carriera e non
si è sbagliato».
Due gare da protagonista.
«Le ha corse in maniera esemplare.
Ha gestito bene in Qatar. Lì
erano due anni che non terminavamo
la gara e per noi era importante
concluderla e prender punti.
E si è piazzato quarto. In Argentina,
in una situazione caotica, ha
tenuto i nervi saldi e ha preso rischi,
sferrando l’attacco, soltanto
alla fine. È stato intelligente: non
aveva senso farlo prima, con il
tracciato umido: ha lasciato sfogare
gli altri e ha studiato la situazione.
È stato bravissimo».
Quanto la sorprende essere in
vetta con un suo pilota?
«Certo, essere davanti a tutti è
una situazione singolare e non
prevista. Però sapevamo di potere
stare tra i primi tre, quattro».
Anche per la Honda è una bella
soddisfazione.
«È un momento estremamente
positivo anche per la Casa giapponese,
che sa di poter vincere
anche con altri piloti e non soltanto
con Marquez».
Da fuori lo spagnolo sembra
accentrare lo sviluppo su di sé.
«Va fatta un’importante considerazione
al riguardo. La Honda,
tendenzialmente, lavora per priorità.
C’è stato un periodo in cui ha
dedicato a Marc il massimo
dell’attenzione, costruito la moto
su di lui e proceduto allo sviluppo
con la medesima priorità. Però è
emersa qualche difficoltà nel fare
“digerire” determinate modifiche
a Dani Pedrosa e ai piloti delle
scuderie satellite perché Marquez
ha uno stile di guida diverso
dagli altri».
Quindi, che soluzione è stata
trovata?
«Le due vittorie di Cal nel 2016
(Repubblica Ceca e Australia,
OES) ci hanno aiutato molto a