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■LA NUOVA
02
MERCOLEDÌ
18 APRILE 2018
Max Biaggi prova la MotoE
In occasione della tappa italiana del
Motomondiale al Mugello, in programma nel
fine settimana che andrà dal 1° al 3 giugno, l’ex
campione del mondo Max Biaggi (foto)
scenderà in pista con la Energica Ego, la moto
elettrica che dalla prossima stagione sarà
protagonista nella World Cup Fim e Dorna.
Jorge Lorenzo è già al terzo libro
«Lo que aprendí hasta los 30« («Quello
che ho imparato fino ai 30 anni»). È il titolo del
libro scritto da Jorge Lorenzo (foto) e messo in
vendita in Spagna pochi giorni fa. Per il
maiorchino, che è ancora alla ricerca di un
equilibrio con la Ducati del Mondiale del 2018,
si tratta della terza “fatica” letteraria.
DALLA PRIMA DELL’INSERTO
SPERIAMO SOLO
CHE NESSUNO
SI FACCIA MALE
oi ce ne sono state altre,
sempre con Marquez protagonista
di sportellate
proibite, fino a quella che più ha
fatto rumore. Nel momento in
cui Marc ha buttato giù Valentino
Rossi si è ripiombati nel disastroso
Gp di Sepang del 2015,
quando fu Rossi a colpire Marquez,
regista di giochi al limite
del disturbo che altro non erano
che un modo per far vincere il
Mondiale a Jorge Lorenzo.
Tutto era partito da lì, anzi ancor
prima, con tensioni sempre
crescenti mai arginate. Quando
Rossi accusò Marquez in conferenza
stampa di volergli far perdere
il Mondiale doveva scattare
l’allarme rosso: invece andò in
scena una gigantesca sagra delle
spallucce dalla quale poi è scaturito
tutto il resto.
Vero, c’è anche un problema di
intelligenza del pilotino spagnolo:
in Argentina è evidente che
aveva un bidone dell’immondizia
al posto della coscienza quando
si è presentato al box di Rossi
per chiedere scusa, è evidente che
ci ha pensato solo dopo, alla colossale
sciocchezza di buttar giù
un rivale in quel momento più
lento che avrebbe potuto superare
liberamente alla curva successiva.
Ma è palese che l’errore nasce
dal non averlo penalizzato
subito alla prima cazzata, quella
della partenza a spinta. La direzione
corsa da tempo è inadeguata
al livello della competizione,
agli interessi in gioco e ormai la
sensazione che Marquez possa fare
quel che vuole, nel Circus è più
che diffusa. Rossi dice di «aver
paura» a girare in pista con uno
così. Che sia vero o no, il problema
non cambia. Dal prossimo
Gp anche un minimo incidente
di gara sarà sospetto ed è un bel
problema. Perché il motociclismo
– come ebbe a dire a suo tempo
lo stesso Valentino Rossi –
«non è uno sport per signorine».
Il sottile confine fra irruenza e disonestà
rischia di essere calpestato
impunemente con questa percezione
di ingiustizia e incapacità
diffusa. Il Circus rischia grosso
in fatto di credibilità, i piloti rischiano
ancor di più. E due parole
di Ezpeleta a ridosso del Gp da
sole certo non basteranno.
Stefano Tamburini
@s__tamburini
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Losportdeimotori
IL MOTO
MONDIALE
LA SITUAZIONE
1) CAL CRUTCHLOW Honda 38
2) ANDREA DOVIZIOSO Ducati 35
3) JOHANN ZARCO Yamaha 28
4) MAVERICK VIÑALES Yamaha 21
5) MARC MARQUEZ Honda 20
6) JACK MILLER Ducati 19
7) DANILO PETRUCCI Ducati 17
8) VALENTINO ROSSI Yamaha 16
9) ALEX RINS Suzuki 16
10) ANDREA IANNONE Suzuki 15
11) TITO RABAT Ducati 14
12) DANIEL PEDROSA Honda 9
13) HAFIZH SYAHRIN Yamaha 9
14) FRANCO MORBIDELLI Honda 6
15) POL ESPARGARO Ktm 5
16) SCOTT REDDING Aprilia 4
17) ALVARO BAUTISTA Ducati 3
18) TAKAAKI NAGAKAMI Honda 3
19) KAREL ABRAHAM Ducati 1
20) JORGE LORENZO Ducati 1
1) HONDA 45
2) DUCATI 38
3) YAMAHA 36
4) SUZUKI 23
5) KTM 5
6) APRILIA 4
@Â=BH9FJ=GH5 CARLO PERNAT
« ormai
crede di poter fare
»
IL MANAGER: «DIREZIONE GARA RIDICOLA
SHOW STUPENDO ROVINATO DA MARC»
di Cristiano Marcacci
Carlo Pernat e l’ultimo scontro
in pista fra Marquez e Rossi
ondannato in primo
grado senza alcuna attenuante.
Anzi, se fosse
per lui non ci sarebbe
nemmeno bisogno di un processo
d’appello. L’imputato
eccellente è ovviamente
Marc Marquez, dopo quanto
avvenuto con Valentino Rossi
in Argentina. E il giudice inflessibile
è colui che nel paddock
della MotoGp sono abituati
a chiamare da tempo
“don Carlo”. Ossia Carlo Pernat,
uno fra i massimi esperti
della disciplina, che vive da
sempre nel mondo del Motomondiale
e che ha visto passare
fior di campioni, per
molti dei quali è stato prima
padre, poi manager, quindi
consigliere. Fu lui a far esordire
nel Mondiale Valentino
Rossi, è stato manager di
Marco Simoncelli, ha seguito
anche Capirossi e Biaggi e
oggi è il manager di Iannone.
Pernat, sono trascorsi alcuni
giorni dal Gran premio
d’Argentina. È ancora della
stessa opinione? Che Marquez
ha sbagliato in tutto e
per tutto?
«Certo, il mio pensiero
non si è spostato di una virgola.
In Argentina è accaduta
una cosa vergognosa, che
non si riferisce solo al presente,
in quanto è figlia del passato.
A Marquez è sempre
stato concesso di tutto, anche
quando correva in Moto2.
Nessuno potrà dimenticarsi
cos’ha fatto lo spagnolo,
con la sua anti-sportività,
nel 2015 in Malesia. Domenica
scorsa, non c’è stata solo
la “sportellata” a Rossi, ma è
altrettanto grave quanto accaduto
in partenza, quando
è stato permesso a Marquez
di prendere il via dalla propria
posizione in griglia, invece
che come ultimo dalla pit
lane, nonostante gli si fosse
spento il motore e avesse poi
spinto la moto contromano.
Un episodio che ci ha fatto
immediatamente capire di
avere a che fare con una direzione
gara ridicola».
Lei come sarebbe intervenuto?
«Per prima cosa Marquez
sarebbe partito dalla corsia
box con l’altra moto come
prevede il regolamento. Inoltre,
dopo il contatto con Rossi
sarebbe stato squalificato
per la stessa gara dell’Argentina
(o penalizzato di trenta
secondi) e per quella successiva.
Me lo ricordo come se
fosse ora: nel 1999, al Mugello,
Capirossi toccò dopo una
sbandata Lucchi e caddero
in tre. Ebbene, Capirossi fu
squalificato, non solo per lo
stesso Mugello ma anche per
la tappa successiva».
Il talento di Marquez, però,
rimane indiscutibile.
«Certamente. Non ho alcun
dubbio sul fatto che lo
spagnolo sia un autentico talento.
È sicuramente un fenomeno,
ma non riesco a capire
che cervello abbia. Sembra
quasi che corra sapendo
di essere intoccabile, sicuro
che nessuno gli fa e gli farà
mai niente».
E ora, a partire da Austin,
tra loro due cosa succederà?
«Valentino ha una memoria
elefantiaca e non dimentica
certamente nulla. Ha ancora
ben impresso nella memoria
quanto avvenuto in
Malesia tre stagioni fa. Se
non succede niente tra loro è
solo perché Rossi è più intelligente.
Comincia a serpeggiare
la paura tra i piloti della
MotoGp, tutti ora sanno che
in qualsiasi momento Marquez
ti può centrare e metterti
fuori gara. Con il rischio,
poi, di farsi del male».
Intravede la possibilità
che Marquez, in qualche
modo, possa “redimersi” e
recuperare un maggior autocontrollo?
«Ormai penso sia troppo
tardi. Marquez è così ed è stato,
purtroppo, abituato così.
Ci vuole solo una lezione
esemplare al prossimo errore».
Veniamo alla stagione
complessiva. Indipendentemente
dal duello Marquez-Rossi,
se l’aspettava
una partenza di stagione così
appassionante?
«Un po’ tutti ci aspettavamo
alla vigilia un campionato
avvincente. C’è una Ducati
che talvolta rasenta la perfezione
con un Dovizioso in
grado tranquillamente di giocarsi
il titolo mondiale. C’è
un Valentino Rossi voglioso
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