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Nuova FE -apr 2018_Bennato Salvati Amos Gitai

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Due ruote per tutti

Oltre che su Sky, il Gran

premio delle Americhe sarà

trasmesso in diretta e in

chiaro anche su Tv8. Sabato

ci sarà la diretta delle

qualifiche delle classi Moto3

(alle ore 19.35) e MotoGp

(21.10), mentre quelle della

classe Moto2 andranno in

onda, in differita, alle ore

23.50. Domenica toccherà

alle gare: la Moto3 alle 18, la

Moto2 alle 19.20 e la MotoGp

alle 21. Per tutto il resto, a

partire dalle libere del

venerdì, resta ovviamente il

canale 208 di Sky.

■LA NUOVA

03

MERCOLEDÌ

18 APRILE 2018

LA STORIA

, il giovane erede

e il infinito

e, soprattutto, allenatissimo,

pronto a dare nuovamente

spettacolo. Marquez e la

Honda ci sono e chiunque

dovrà fare i conti con loro. La

bellezza di quest’annata è

che ci sono numerose moto

molto vicine tra loro dal punto

di vista prestazionale. Come

quelle nelle mani di Miller,

Petrucci e lo stesso Cal

Crutchlow, un mestierante

che va fortissimo e che, probabilmente,

è destinato a

conquistarsi un posto alla

Honda ufficiale se a Pedrosa

non sarà rinnovato il contratto».

Quindi, nonostante l’Argentina,

siamo sempre di

fronte a uno sport bellissimo?

«Ma certo che sì. È stupendo.

Ma per renderlo tale occorre

anche che i protagonisti

lo onorino al meglio, pensando

soprattutto agli appassionati.

E dunque devono tenere

dei comportamenti consoni

a certi standard. Non come

fa e ha fatto in passato

Marquez, tanto per intenderci

e tanto per ribadire nuovamente.

Lui si sente RoboCop

e questo non va assolutamente

bene. Qualcuno, prima

o poi, glielo dovrà far capire,

con le buone o con le

cattive. Nella storia del motociclismo

i duelli corpo a corpo,

le spallate e gli errori

commessi ai danni dell’avversario

sono sempre esistiti.

A partire dallo stesso Rossi,

passando per Gibernau e Stoner.

Ma non così. Marquez è

troppo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

TUTTO È COMINCIATO CON UN SORPASSO A LAGUNA SECA

PAREVA NORMALE RIVALITÀ, POI INVECE È STATO IL CAOS

di Davide Casarotto

Domenica si corre ad Austin

3° GP

USA

Circuito delle Americhe

Giri

21

Km da percorrere 115,800 Km

Lunghezza circuito 5.513 M

Curve

20 (11Sx/9Dx)

Podio

2017

Marquez

Honda - 43'58''770

ROSSI

Yamaha - 3''069

Pedrosa

Honda - 5''112

alentino Rossi e Marc

Marquez, ancora loro,

ancora ai ferri corti. Ancora

a incarnare un confronto

che non è solo un duello tra piloti:

è una lotta tra generazioni, tra

le scuole italiana e spagnola, tra

l’eroe, o presunto tale, e il suo

anti-eroe. E se è vero come è vero

che i dualismi sono sempre

stati il sale di uno sport come il

motociclismo, c’è anche da dire

che i livelli di tensione raggiunti,

a parole e in pista, hanno pochi

eguali in passato. Perfino i

bisticci tra lo stesso Rossi e il suo

rivale di un tempo Max Biaggi

sbiadiscono in confronto agli

stracci che stanno volando ora

nel paddock. Tutto iniziò nel

2013, anno in cui Marquez fece

il suo esordio in MotoGp.

IL CAVATAPPI. Nella stessa stagione

Rossi cominciava la sua

seconda parentesi in Yamaha

dopo il disastroso biennio in

Ducati. Il pesarese solo in poche

occasioni riuscirà a tenere il ritmo

del compagno di team Jorge

Lorenzo e dell’esordiente Marquez:

i due raramente si confronteranno

da vicino in pista.

Succede però a Laguna Seca, negli

Usa: Marquez, alla famosa esse

in discesa detta Cavatappi,

supera Rossi con una manovra

funambolica simile a quella che

Valentino mise a segono su Casey

Stoner nel 2008. Poco prima

del podio tra i due ci fu un amichevole

siparietto, con Rossi ad

accusare scherzosamente lo

spagnolo di dovergli pagare i diritti

sul copyright. Quel sorpasso

testimoniò come Marquez,

laureatosi poi campione, volesse

candidarsi ad essere il nuovo

fenomeno della MotoGp, il degno

erede di quel Valentino Rossi

a cui fino a qualche anno prima

chiedeva timidamente l’autografo.

In quel 2013 ci fu qualche

avvisaglia del suo carattere

focoso in pista: un contatto al limite

con Lorenzo in Spagna,

una pericolosa caduta in regime

di bandiere gialle nel warm-up

di Silverstone punita con due

punti sulla licenza. Peccati di

gioventù, si pensò allora. Presto

dimenticati in un 2014 in cui

Marquez sfoderò il suo talento,

dominando e conquistando il

secondo titolo nella classe regina.

L’ANNO DEI FATTACCI. Nel 2015

però lo scontro frontale tra Rossi

e Marquez è inevitabile. Le

traiettorie delle loro carriere si

incrociano fatalmente: Rossi ritrova

il feeling di un tempo con

la Yamaha, al contrario Marquez

vive un’annata tribolata

dal punto di vista tecnico, che lo

porterà a commettere errori capaci

di estrometterlo dalla lotta

per il titolo. Primo corpo a corpo,

scherzo del destino, proprio

a Termas de Rio Hondo, in Argentina.

Marquez sembra poter

1

20

2

19

3

17

18

Il Gp di Austin (Texas) andrà in

scena domenica 22 aprile alle ore

21. La Moto3 partirà alle 18, la

Moto2 alle 19,20. Le qualifiche del

sabato sono previste alle 22,05.

4

14

5

13

6

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16

22

Aprile

2018

12

8

7

9

fare il vuoto ma Rossi lo raggiunge

e lo supera. In uscita di curva

i due si toccano e lo spagnolo cade.

Nel dopo-gara nessuna frizione

ma la scintilla, pur restando

sotto la cenere per qualche

mese, è scattata. A Phillip Island

Rossi è in piena lotta per il titolo

con Lorenzo. Marquez battaglia

con lui poi accelera e, a suon di

giri record, si porta al secondo

posto, chiudendo alle spalle di

Lorenzo. Nella conferenza stampa

che precede il round successivo,

in Malesia, Rossi attacca:

«Marquez mi ha ostacolato».

Quello che successe in gara è arcinoto:

Marquez marca a uomo

Valentino dando vita a una serie

di sorpassi poco ortodossi. Finisce

col fallo di reazione del pilota

Yamaha che, all’ennesimo

contatto, allarga la gamba provocando

la caduta del rivale. Il

clima si incendia in pista, nel

paddock, sulle tribune, sui media.

Rossi viene penalizzato:

nell’atto finale di Valencia deve

10

11

Record

Circuito

(in gara)

2014

Marquez

(Honda)

159,7 Km/h

2’03”575

CROMASIA

Lo scontro di Sepang nel 2015

partire dall’ultima piazza e dire

addio al decimo titolo.

IL DISGELO. La stagione finisce

con una lunga striscia di polemiche,

sopite dallo stop invernale.

Nel 2016 Marquez torna a essere

imprendibile, Rossi paga dazio

a qualche errore e problema

tecnico di troppo. Al Gp di Barcellona

il disgelo: sull’onda

emotiva della scomparsa di

Luis Salom i due, che hanno terminato

la gara sul podio, si stringono

la mano. Gli animi tornano

apparentemente sereni e lo

restano anche nel 2017. Anche

se il risentimento, sotto la cenere,

non si è mai spento del tutto.

CI RISIAMO. La tregua però ora è

cessata e, non si può negarlo, a

romperla è stato Marquez. In Argentina

ne combina di tutti i colori:

dall’inversione di marcia in

griglia, al sorpasso da censurare

su Aleix Espargarò fino alla manovra

azzardata, finita male, su

Rossi. Che ha raccolto l’assist

per aizzare, con parole al vetriolo,

addetti ai lavori e pubblico

contro lo spagnolo. Marquez e

Rossi sono due patrimoni di

questo sport, da tutelare. E sono

deputate a farlo Dorna e direzione

gara. Fu per colpa delle negligenze

di quest’ultima se si scatenò

il caos nel 2015, è ancora responsabilità

di chi arbitra le gare

se la situazione si è ripresentata.

La speranza è che, dopo il

summit di venerdì ad Austin, si

ponga fine al tempo delle decisioni

a metà strada e delle regole

che non valgono allo stesso

modo per tutti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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