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Percorsi d’arte
in Toscana
Il tabernacolo di via dell’Arcolaio a Firenze
Un piccolo gioiello da recuperare
Testo e foto di Doretta Boretti
Se agli abitanti del Quartiere 2, a Firenze, venisse chiesto
dov’è il “tabernacolo”, così erroneamente chiamato,
di via dell’Arcolaio, molti saprebbero fornire
correttamente le indicazioni stradali. Se la stessa domanda,
invece, venisse posta ad un abitante di altre zone, scopriremmo
che pochissimi ne conoscono l’esistenza. Ma se
per caso, come spesso succede, qualche persona, passando
da via dell’Arcolaio, lo vede, se ne innamora all’istante e la
Il tabernacolo di via dell'Arcolaio a Firenze
prima domanda che si pone è: «Perché è così trascurato?».
Dalle non facili ricerche effettuate si evince che il “tabernacolo”
fu voluto da Baccio Bandinelli nel XVI secolo e forse fu
costruito su uno precedentemente eretto in ricordo delle numerose
vittime della peste del 1348, proprio nel luogo dove
c’era stato un lazzaretto. Fatto è che, dopo varie vicissitudini
nei secoli, oggi, se lo possiamo ancora ammirare, lo dobbiamo,
in gran parte, ad un comitato per l’estetica cittadina,
voluto dall’allora sindaco di Firenze
Pietro Bargellini; comitato che
alla fine degli anni Cinquanta, per
salvarlo da un modificando assetto
della viabilità, lo fece smontare,
restaurare e rimontare, voltandolo
verso il nuovo incrocio stradale.
Il tabernacolo si presenta così:
è sorretto da due colonne in pietra
serena, alla sommità dell’arco
frontale è collocato lo stemma
della famiglia Bandinelli, un tetto
in mattoni rossi lo protegge e al
suo interno si trova un grande dipinto
raffigurante la Samaritana al
pozzo. Il comitato, nel 1969, fece
restaurare a proprie spese il dipinto
al pittore Cesare Benini. Fu un
lunghissimo e complesso lavoro
di restauro, effettuato anche sulle
tracce fotografiche dell’opera
originaria che non era più completamente
visibile, opera probabilmente
dipinta dal pittore Matteo
Rosselli (1578/1650). Purtroppo,
il bellissimo dipinto della Samaritana
al pozzo avrebbe di nuovo un
gran bisogno di restauro. Il bene è
adesso del demanio che lo ha dato
in comodato d’uso alla chiesa
di Coverciano per novantanove anni.
Ma ad oggi, settembre 2021, il
luogo, del tutto abbandonato, è il
gradito ritrovo di gatti e piccioni.
Ci vorrebbe proprio che il Comitato
per il decoro e restauro tabernacoli
e gli Amici dei Musei Fiorentini
si prendessero veramente a cuore
questa bellissima “edicola”, malamente
dimenticata dai più e così
colma di arte e di storia.
TABERNACOLO
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