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LUI DONNA IMPRESA MAGAZINE

LA NOSTRA RUBRICA “LUI” PER AMORE DELLA DIFFERENZA: IMPRESA, MANAGEMENT E POTERE DECLINATI AL MASCHILE Attraverso la presenza di role model sia maschili che femminili – è infatti un equilibrato mix di generi che alimenta la formazione di una leadership completa e di successo – i giovani talenti riusciranno a realizzare un innovativo stile di leadership, in grado di affrontare le sfide che la società pone a quelli che definiamo leader for a new world. I nostri modelli di riferimento sono business men di successo. (...)

LA NOSTRA RUBRICA “LUI”
PER AMORE DELLA DIFFERENZA: IMPRESA, MANAGEMENT E POTERE DECLINATI AL MASCHILE
Attraverso la presenza di role model sia maschili che femminili – è infatti un equilibrato mix di generi che alimenta la formazione di una leadership completa e di successo – i giovani talenti riusciranno a realizzare un innovativo stile di leadership, in grado di affrontare le sfide che la società pone a quelli che definiamo leader for a new world.
I nostri modelli di riferimento sono business men di successo. (...)

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trovavo ad adempiere al compito di eleggere delle<br />

rappresentanze. Sono onorato di dire, a chi ci<br />

segue, che è invece proprio grazie alle quote rosa<br />

se questo è potuto accadere, ed aggiungo, per la<br />

prima volta in Enel, che a parità di merito ho potuto<br />

privilegiare delle donne. Come dire ai “maschietti”<br />

(sorrido) che è tempo, noi uomini, di fare un passo<br />

indietro. Di nuovo non ce l'avremmo fatta senza le<br />

quote rosa. Io che sono filosofico e odio le quote,<br />

devo però riconoscere che il risultato è arrivato.<br />

Bada bene Valeriana, non sono quote non su<br />

merito: sono note su merito, a disciplinarle è la<br />

meritocrazia. Per me la discussione è: la quota non<br />

deve abilitare donne non di valore. Questa è una<br />

cosa che ci tengo a dire perché laddove ci sia il<br />

merito la quota deve aiutare. E' più accettabile da te<br />

detta così? Te la rigiro…<br />

VALERIANA<br />

Certamente. Ma in effetti non mi piacciono le quote<br />

rosa perché non si basano sul merito. La mia<br />

visione è la meritocrazia e le quote rosa ho auto<br />

l'impressione che non riconoscessero i meriti.<br />

Questo va benissimo ed io auspico che avvenga<br />

così, in qualsiasi tipo di contesto sia esso<br />

imprenditoriale piuttosto che politico. Ed anche noi<br />

donne dobbiamo essere consapevoli di avere la<br />

preparazione necessaria ad affrontare le sfide per le<br />

quali ci candidiamo piuttosto che far leva sulle quote<br />

di genere perché questo non giova all'economia<br />

così come non giova alla politica. Noi per prime<br />

dobbiamo essere oneste con noi stesse. E dunque<br />

Guido ti faccio i mie più sentiti complimenti per<br />

essere riuscito ad accogliere nel management di<br />

Enel, attraverso lo strumento delle quote rosa,<br />

donne che meritavo di occupare quelle posizioni.<br />

Devo essere sincera Guido, quando ho letto il tuo<br />

post su LinkedIn in cui si affrontavano queste<br />

tematiche, ma anche sulla scia di quello che avevo<br />

letto su Enel circa il riconoscimento formale del<br />

valore delle donne, non ho esitato un attimo dal<br />

contattarti. Si fa un gran parlare di donne e di meriti<br />

riconosciuti ma, in realtà, di cose concrete non ce<br />

ne sono molte al di là delle promesse. Complimenti<br />

Guido, e complimenti anche ad Enel per dare<br />

fattivamente prova della sua Mission.<br />

GUIDO<br />

È dunque una sufficienza, a voler ragionare in<br />

termini di voti?<br />

VALERIANA<br />

NO. Direi che è un 110 e lode Guido (sorrido).<br />

GUIDO<br />

Voglio tornare un attimo sul “codice” della sorellanza<br />

o della fratellanza e/o comunque il codice del NOI.<br />

Quando arriva una sorellina o un fratellino in<br />

famiglia, i bambini sono portati a pensare che<br />

perdano in parte l'affetto dei genitori. Ma anche<br />

potere. Idem in un'azienda. Quando arriva<br />

un'intruso si è portati a pensare il perché di quella<br />

assunzione e se questa provochi dei “disequilibri”<br />

all'interno delle dinamiche esistenti. Poi però, se c'è<br />

l'intelligenza, il fratellino o la sorellina scoprono la<br />

gioia del noi: che possono giocare insieme, possono<br />

aiutarsi e che i genitori vogliono bene a tutti e due. E<br />

così capita anche nelle imprese quando c'è<br />

l'intelligenza e la generosità. Ecco, questi codici<br />

sono una ricetta molto sana per creare relazioni.<br />

Vengo alla domanda scomoda sulle donne,<br />

Valeriana… che le donne o agiscono codici<br />

maschili, perché le rassicurano nell'essere<br />

accettate, oppure agendo codici femminili eccessivi.<br />

Allora la domanda è: cosa dire alle colleghe che ci<br />

seguono per rimane leaders femminili ed<br />

intraprendere senza perdere la propria femminilità<br />

ma neppure eccedervi? Che sensi di colpa avete ad<br />

essere leaders?<br />

VALERIANA<br />

Nessun senso di colpa Guido. Presumo che<br />

investire sui tratti femminili della leadership può<br />

davvero essere, oltre che eticamente giusto,<br />

strategicamente ed economicamente opportuno. Tu<br />

mi chiedi il perché del non essere semplicemente sé<br />

stesse… beh, nella gran parte dei luoghi di lavoro<br />

tradizionali esiste un pregiudizio diffuso che associa<br />

la leadership all'essere uomo la leadership è<br />

connessa nella nostra mente all'idea di mascolinità<br />

e questo probabilmente induce molte donne a<br />

“mortificare la femminilità” ; dall'altra le donne<br />

puntano sull'arma della seduzione. Da secoli è così.<br />

Io penso che dovremmo semplicemente essere noi<br />

stesse. Credere in noi stesse.<br />

GUIDO<br />

Questo scenario Covid ha peggiorato il gender gap?<br />

VALERIANA<br />

No, non credo. Tutt'altro. La pandemia ha mutato il<br />

nostro mondo. Probabilmente, con lasciti indelebili<br />

tutt'altro che a sfavore del gender gap. Usando un<br />

termine, forse ora quasi abusato, la nostra è stata<br />

una formidabile prova di resilienza. Sono convinta<br />

che quando la cronaca – col passare degli anni – si<br />

cristallizzerà in storia, metteremo ancor meglio a<br />

fuoco quanto tutti e tutte noi abbiamo saputo fare, e<br />

quanto stiamo continuando a mettere in atto, in<br />

questo periodo, uniti. Per la prima volta, non si è<br />

badato più al sesso e/o al genere, abbiamo<br />

dismesso le “armi” a favore della sopravvivenza. E<br />

questo è stato un grandissimo insegnamento.<br />

Significa che tutti insieme ce la possiamo fare. Noi<br />

dobbiamo pensare alle generazioni future, a cosa<br />

lasciamo loro. Quale patrimonio di conoscenze<br />

erediteranno le nuove generazioni? Quale tipo di<br />

insegnamento? Dobbiamo essere consapevoli di<br />

questo e dobbiamo agire con grande maturità<br />

poiché saremo sotto il giudizio delle generazioni che<br />

verranno ma anche dei nostri figli. Uomini e donne<br />

devono esprimere il meglio. Noi donne perché<br />

siamo generatrici di vita e gli uomini, non di meno,<br />

perché è anche grazie a loro che si concepisce un<br />

figlio. Dobbiamo entrambi assumerci la<br />

responsabilità di dare una continuità a questo<br />

mondo nella maniera migliore che sappiamo, e<br />

possiamo fare.<br />

GUIDO<br />

Valeriana ti sei ispirata a qualcuno in questo tuo<br />

percorso oppure hai giocato una tua partita?<br />

VALERIANA<br />

Ho giocato la mia partita, anche se, il giocarla mi ha<br />

privata di tante cose (mi commuovo). Posso dire<br />

con merito (e non demerito) che sei stato l'uomo<br />

che mi ha fatta piangere Guido? Le persone,<br />

precisamente, possono sperimentare due tipi di<br />

delusione. La delusione per uno scopo mancato:<br />

volevo un buon lavoro e non l'ho avuto, volevo fare<br />

un viaggio e non l'ho fatto, volevo possedere una<br />

bella casa e non l'ho posseduta, volevo essere<br />

amato e non sono stato amato, ecc., e perciò sono<br />

insoddisfatto; e la delusione per uno scopo<br />

conseguito, la delusione, cioè, che si prova perché il<br />

conseguimento di un certo scopo non ci soddisfa<br />

come ci eravamo aspettati: volevo un buon lavoro e<br />

l'ho avuto, volevo fare un viaggio e l'ho fatto, volevo<br />

una bella casa e l'ho posseduta, volevo essere<br />

amato e sono stato amato, ecc., eppure, ogni volta,<br />

contrariamente alle mie aspettative, pur avendo<br />

investito moltissime energie per cogliere questo<br />

scopo, non sono appagato. Questo secondo tipo di<br />

delusione ha una natura rivelativa, perché consente<br />

di comprendere che l'oggetto del desiderio umano<br />

non è rinvenibile in nessuna esperienza finita. La<br />

struttura antropologica è quella di un essere<br />

essenzialmente inquieto, teso a “sfuggire ad ogni<br />

determinazione, esterna o interna, e ad affermare la<br />

sua indipendenza nei confronti di tutti i limiti esterni<br />

o interni, fino a desiderare il superamento, in<br />

qualche modo, dei confini stessi della sua natura”.<br />

Ecco allora delinearsi una nuova nozione di<br />

desiderio, non più in equazione con dei bisogni<br />

specifici, ma esteso nella sua anima. Come nota<br />

Tommaso d'Aquino, tutti i nostri obiettivi suscitano<br />

una reazione comune: quando essi vengono<br />

raggiunti e posseduti non li si apprezza più e si<br />

desiderano altre cose, cioè il desiderio non viene<br />

mai appagato da essi. Ovvero, per tutti questi<br />

oggetti vale l'“esperienza del disinganno”. Ecco<br />

allora delinearsi una nuova nozione di desiderio,<br />

non più in equazione con dei bisogni. “CHIEDIMI SE<br />

SONO FELICE”... e se fosse il nostro prossimo<br />

webinar ?<br />

Valeriana Mariani<br />

FrancoAngeli<br />

Il saggio suggerisce che<br />

ognuno di noi può essere<br />

uno strumento di<br />

cambiamento,<br />

promuovendo la crescita<br />

personale e quella degli<br />

altri, attraverso l'esercizio di<br />

una leadership gentile. Rievoluzione:<br />

perché i<br />

processi che portano alle<br />

vere trasformazioni partono<br />

sempre da noi stessi, dal<br />

fatto di sentire che le cose<br />

possono essere viste in un<br />

modo diverso, che è<br />

possibile allargare gli<br />

orizzonti e avere una<br />

prospettiva più inclusiva.<br />

Attraverso l'esercizio di una<br />

leadership gentile, ognuno<br />

di noi potrà essere uno<br />

strumento di cambiamento<br />

e promuovere la crescita<br />

personale e altrui.<br />

BOO<br />

K

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