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Costruzioni n. 777 febbraio 2024

GLI ESCAVATORI KOBELCO PROTAGONISTI A INTERMAT 2024 #BUILT FOR PERFECTIONISTS MANFREDA SCAVI ALLO STRETTO IN CITTÀ L’impresa ha eseguito una delicata demolizione in punta di pinza a Milano, nel cuore del quartiere Isola L’ELETTRICO SECONDO MOOG CONSTRUCTION L’azienda presenta ZQuip, un sistema di batterie modulari tra loro intercambiabili. Un’idea anche per il retrofit WALKAROUND IL NUOVO HITACHI ZX155W-7

GLI ESCAVATORI KOBELCO PROTAGONISTI A INTERMAT 2024 #BUILT FOR PERFECTIONISTS

MANFREDA SCAVI ALLO STRETTO IN CITTÀ L’impresa ha eseguito una delicata demolizione in punta di pinza a Milano, nel cuore del quartiere Isola

L’ELETTRICO SECONDO MOOG CONSTRUCTION L’azienda presenta ZQuip, un sistema di batterie modulari tra loro intercambiabili. Un’idea anche per il retrofit

WALKAROUND IL NUOVO HITACHI ZX155W-7

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Materiali da C&D<br />

Chi l’ha dura<br />

LA VINCE<br />

Dopo una lunga battaglia e un ricorso al tar,<br />

Anpar ha finalmente ottenuto modifiche al decreto<br />

End of Waste che metteva in pericolo l’intero settore<br />

degli aggregati recuperati. Ne abbiamo parlato<br />

con il presidente - riconfermato - Paolo Barberi<br />

Allora, parafrasando un famoso incipit di Enzo<br />

Tortora, ci dica, “dove eravamo rimasti”?<br />

Come previsto e come già avevamo detto all’epoca, il decreto<br />

152 è stato pubblicato a fine 2022, e noi lo abbiamo<br />

conseguentemente impugnato presso il Tar del Lazio,<br />

su insistenza delle aziende associate e in una forma di autotutela,<br />

evidenziando tutte le criticità che avevamo già fatto<br />

presente in più occasioni, anche attraverso la pubblicazione<br />

di un position paper. Il taglio del ricorso stesso era<br />

abbastanza morbido, voleva essere uno spunto di riflessione<br />

che ci riportasse a un confronto con il ministero. Nel<br />

frattempo, come ricordato, sono però cambiati gli interlocutori,<br />

e il ricorso ha prodotto un effetto immediato, e non<br />

lo dico per farne un rilevo di colore politico. Ovviamente<br />

non mi permetto di entrare nel merito dell’operato di<br />

Cingolani, che però forse aveva un orientamento molto più<br />

dedito prestato la propria attenzione più alle questioni energetiche,<br />

mi limito a rilevare che con la nomina del nuovo<br />

esecutivo, e in particolare del ministro dell’Ambiente e della<br />

sicurezza energetica e del suo vice, ovvero di Gilberto<br />

Pichetto Fratin e di Vannia Gava che ha ricevuto la delega<br />

Paolo Barberi è stato recentemente riconfermato alla presidenza di Anpar,<br />

l’Associazione Nazionale Produttori Aggregati Riciclati, e proprio con lui ci<br />

eravamo confrontati su queste stesse pagine per parlare del decreto battezzato<br />

End of Waste inerti, su cui si addensavano serissime preoccupazioni da<br />

parte della categoria. Di più, si palesava la prospettiva di passare dagli eccezionali<br />

risultati del comparto in Italia - un riciclo degli inerti top a livello europeo, pari<br />

al 78 per cento - a un calo addirittura pari a tre quarti circa. Abbiamo quindi colto<br />

l’occasione della recente riconferma di Barberi (mentre nel frattempo, in Italia,<br />

c’è stato anche un passaggio di consegne nelle autorità coinvolte) per capire come<br />

si è evoluta la situazione e quali sono le novità del comparto.<br />

testi di Paolo Cosseddu<br />

di merito, l’effetto è stato immediato ed è subito ripartito<br />

un confronto che ci ha visti convocati, noi come Anpar e<br />

Assoambiente, proprio poco prima del Natale di quell’anno.<br />

Già in quell’occasione abbiamo rappresentato le nostre<br />

posizioni, poi nel gennaio 2023 è stato convocato un tavolo<br />

più ampio, in cui le posizioni di diverse associazioni<br />

erano convergenti, anche se devo dire che chi si era esposto<br />

con l’impugnazione del DM presso il Tar del Lazio, alla<br />

fine eravamo solo noi e Anepla, e da quel lavoro è scaturita<br />

infine una nuova bozza, contenente molte delle nostre<br />

osservazioni, poi notificate in sede di Unione Europea. Ci<br />

auguriamo che il nuovo decreto, che sostituirà il vecchio<br />

152 del 2022, veda la pubblicazione a breve.<br />

Problema risolto, quindi?<br />

Non proprio, permangono alcune questioni. Permane una<br />

sorta di disparità di trattamento, nel senso che il decreto<br />

152 del 2022 dava un tempo alle aziende già in possesso<br />

di un’autorizzazione per l’adeguamento al decreto stesso,<br />

tempo che è stato prorogato, l’ultima volta con il più recente<br />

Milleproroghe, appunto, ma contemporaneamente<br />

il 152 stesso resta vigente per le nuove autorizzazioni. Cosa<br />

accade: chi ha una vecchia autorizzazione continua a lavorare<br />

con le prescrizioni precedenti, e ha tempo per adeguarsi,<br />

viceversa chi ne ha una nuova deve provvedere immediatamente<br />

ad adeguarsi al 152 con prescrizioni<br />

differenti, oltre che più gravose. Questo non solo crea disparità,<br />

ma anche confusione, e a mio parere pure una certa<br />

incertezza nel diritto. Lo stesso rifiuto, identificato con<br />

lo stesso codice, sottoposto allo stesso tipo di trattamento,<br />

dà origine a un aggregato recuperato simile, però uno<br />

è tale a determinate condizioni, l’altro idem più una variabile<br />

“X”. Chiaramente si tratta di un problema quasi ontologico,<br />

che sta nelle cose, e che deriva da questo sfasamento<br />

che ho descritto. Chi possiede vecchie autorizzazioni<br />

ovviamente è contento delle proroghe, però la disparità con<br />

chi non ne può fruire è evidente.<br />

Rispetto invece alla catalogazione dei materiali,<br />

tema per voi cruciale?<br />

C’è un’altra questione, che riguarda la possibilità di utilizzare<br />

gli aggregati recuperati nei riempimenti, come<br />

ad esempio per i ripristini morfologici. Tutto nasce da<br />

un’interpretazione che secondo noi è errata, ovvero da<br />

un’equiparazione dell’aggregato recuperato ai suoli, che<br />

rispondono a una loro normativa. Mentre invece i nostri<br />

sono prodotti, non dovrebbero essere equiparati a un suolo,<br />

ci piacerebbe invece che venissero normati e confrontati<br />

ad altri prodotti, anche naturali.<br />

Anche il nuovo decreto, però, impone<br />

per l’utilizzo di opere che io chiamo<br />

di ingegneria ambientale - quindi appunto<br />

riempimenti, livellamenti, rifacimenti<br />

- caratteristiche ambientali riconducibili<br />

alla colonna A dell’all. 5 al<br />

Titolo V della parte IV del Testo Unico<br />

Ambientale, che regola appunto la normativa<br />

riguardante i suoli, indipendentemente<br />

dalla destinazione urbanistica<br />

dell’area dove vengono utilizzati. Se<br />

in un’operazione di sbancamento si produce<br />

una materia che è terra che si potrebbe<br />

utilizzare per un’altra opera, da<br />

un’altra parte, si può usare come sottoprodotto.<br />

Le caratteristiche di questo<br />

sottoprodotto sono determinate<br />

[78] <strong>febbraio</strong> <strong>2024</strong> <strong>Costruzioni</strong><br />

<strong>Costruzioni</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>2024</strong> [79]

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