AUTOBUS aprile 2024

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LA CRISI AZIENDALE
Periscopio
Van Hool sta fallendo
VDL E DUMAREY SAREBBERO PRONTE A SUBENTRARE
Il fallimento di Van Hool, al momento
di andare in stampa con questo numero,
sembra essere ormai inevitabile, come
dichiarato peraltro dal crisis manager Marc
Zwaaneveld (nominato all’inizio del 2024,
per gestire appunto la crisi dell’azienda),
in un’intervista pubblicata da De Standaard
a fine marzo. Al quotidiano belga, Zwaaneveld
ha rilasciato pesanti recriminazioni
nei confronti della famiglia di Van Hool.
L’11 marzo Van Hool ha annunciato l’intenzione
di interrompere la produzione di
autobus urbani (e di trasferire l’attività in
Macedonia). Nei giorni seguenti, l’azienda
ha chiesto protezione dai creditori per
continuare le trattative con le banche e il
governo in modo da mettere a punto e farsi
approvare il piano di risanamento aziendale.
«L’unica possibilità di salvare i posti di lavoro
e il know-how è quello di trovare un
acquirente dopo il fallimento», ha insistito
Zwaaneveld. Ecco, ma quale acquirente? I
rumors parlano di due parti interessate: una
è Vdl (insieme a Schmitz Cargobull), mentre
il secondo candidato sarebbe il gruppo
Dumarey (che alla fine del 2023 ha rilevato
WN VTech, che controlla Mellor).
Secondo il quotidiano fiammingo De Tijd,
il debito di Van Hool ammonterebbe a
quasi 400 milioni di euro. E come riportato
dallo stesso media, l’onere del debito
è esclusivamente a carico della società a
responsabilità limitata Van Hool. Tuttavia,
Van Hool viaggia spedita
verso la bancarotta: Vdl
e Dumarey sarebbero
interessate a subentrare per
‘salvare’ il marchio
L’obiettivo del
crisis manager
era quello
di rilanciare
l’azienda con un
Recovery Plan.
«Le banche
e il governo
avrebbero
dovuto fare da
ponte. Solo
dopo qualche
anno, quando
l’azienda
sarebbe tornata
sana, si sarebbe
dovuto trovare
un soggetto
esterno».
Qualcosa però
è andato storto
e Zwaaneveld
punta il
dito contro
la famiglia
Van Hool,
che avrebbe
bocciato in toto
la sua idea.
una parte della famiglia, con la holding di
familiare Immoroc, possiede ancora gli e-
difici e i siti produttivi di Lier (vicino ad
Anversa, in Belgio) e in Macedonia. Questi
immobili non sono coperti dall’imminente
fallimento e questo aspetto complica - non
poco - l’acquisizione e il rilancio aziendale.
Lecito chiedersi, tra le tante cose, quale
sarà il destino dei trambus per Parigi (presentati
al Busworld 2023), la cui consegna
è appena iniziata. Ecco, Zwaaneveld
su questo punto risponde e le sue parole
lasciano poco, pochissimo spazio a interpretazioni:
«Penso che questi trambus siano
bellissimi, ma costa troppo produrli.
Quindi, come per gli altri autobus urbani,
penso che non guadagniamo abbastanza da
questi mezzi, per cui è meglio interrompere
la produzione. Spetterà all’acquirente decidere
se adottare questa strategia».
Insomma, staremo a vedere quale sarà il
destino di Van Hool...
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EBUSCO PROVA A RIALZARSI
Il 2023 è stato un anno ‘deludente’ per
Ebusco, parola del fondatore e co-Ceo Peter
Bijvelds, anche se il portafoglio ordini è
cresciuto da 1.474 a 1.719 autobus: al momento,
il costruttore ha più di 125 autobus
in consegna, di cui oltre 80 Ebusco 3.0. Ma
a fronte di un incremento delle commesse,
la perdita netta nel 2023 è stata di 120,1
milioni di euro (contro i 32,2 milioni di euro
del 2022...).
L’azienda olandese fa sapere che ora si concentrerà
sulla nuova strategia di assemblaggio
per conto terzi con il modello 3.0 (quello
di punta) costruito in Cina. Negli ultimi mesi,
alla guida di Ebusco si è insediato un nuovo
gruppo dirigente per accelerare il cambio di
rotta e di passo: il Cfo Jurjen Jongma, l’interim-co
Ceo Frank Meurs e il Coo Roald
Dogge. Ebusco ha recentemente modificato
il suo modello di business verso una strategia
di assemblaggio adattata per scalare la
produzione con il supporto di partner terzi. Il
nome del partner di assemblaggio non è stato
menzionato finora menzionato, ma è cinese.
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