magnifica - Casa Madre TORINO-VALDOCCO
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© Paolo Siccardi / sync<br />
Maghi e fattucchiere facendo<br />
leva sulle debolezze umane inducono<br />
a credere in prodigi e poteri<br />
fasulli, fanno leva sulle apparenze,<br />
ben lontani dalla logica di un<br />
Dio che guarda e ascolta il cuore<br />
dell’uomo.<br />
deva altrove, un babbeo per un genio»<br />
(L’uomo senza qualità).<br />
Gesù si ritrova più o meno nella stessa<br />
posizione: la sua possibilità di compiere<br />
prodigi è “ridotta” in ragione del fatto che<br />
la gente, i suoi compaesani, non credono<br />
in Lui, non lo accettano in nessun modo<br />
come figlio di Dio. Ma il problema dei<br />
miracoli di Gesù è completamente diverso:<br />
quel che manca ai compaesani non è<br />
la credulità, ma la fede. Il brano di Marco<br />
rivela indirettamente la vera differenza:<br />
per i compaesani di Gesù Egli è solo<br />
come il falegname e non sono disposti a<br />
“cambiare idea” sul suo conto. Mentre la<br />
fede è propriamente un “cambiare idea”<br />
(e molto di più: cambiare cuore) sul conto<br />
di Dio. In molti altri passaggi del Vangelo<br />
Gesù congeda le persone con la frase «la<br />
tua fede ti ha salvato»: perché chi ha ricevuto<br />
un miracolo ha riconosciuto non<br />
tanto il prodigio materiale compiuto, ma<br />
appunto la potenza del Signore che lo ha<br />
reso possibile.<br />
Noi, come gli abitanti di Nazareth, siamo<br />
continuamente esposti al duplice rischio<br />
della incredulità e dell’idolatria. Siamo in<br />
genere molto sospettosi nei confronti di<br />
chi parla in nome del Signore e chiede<br />
fede, penitenza e conversione; ma siamo<br />
molto più pronti a dare credito a chi promette<br />
miracoli facili - il successo, il denaro,<br />
l’amore, il potere… Mettiamo queste<br />
promesse al posto di Dio; e a Dio riserviamo<br />
quella diffidenza che riteniamo<br />
sano raziocinio critico, legittimo dubbio.<br />
In questo la scienza positiva, così come<br />
è cresciuta in Europa negli ultimi secoli,<br />
non ci aiuta per nulla.<br />
Gli abitanti di Nazareth, ciechi e sordi di<br />
fronte a Gesù, ci mettono di fronte ad un<br />
altro rischio: quello di non “riconoscere” il<br />
Signore nei fratelli. Attenti alle apparenze,<br />
affezionati solo alle nostre conoscenze e<br />
al nostro modo di capire il mondo, anche<br />
noi valutiamo soprattutto l’aspetto<br />
esterno delle persone, lasciamo che siano<br />
i vestiti o il successo a determinare la<br />
nostra stima e la nostra capacità di porsi<br />
al servizio degli altri. Un atteggiamento<br />
molto mondano che ci rende sicuri di una<br />
sola realtà: che non saremo in grado di<br />
riconoscere i “prodigi”, quelli veri, che il<br />
Signore opera nel cuore delle persone.<br />
Marco Bonatti<br />
marco.bonatti@lavocedelpopolo.torino.it<br />
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