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Maggio 2007 - Seniores Telecom Italia - Alatel Lazio

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RICERCA DI IDENTITA’<br />

Per la lupa capitolina<br />

La Lupa non<br />

aveva dubbi<br />

dopo secoli<br />

di alta autoconsiderazione,<br />

essendo compiaciuta<br />

di farsi<br />

reputare di antica gloria come tutti asserivano.<br />

Ma anche per lei c'è stata una revisione<br />

come per molti soggetti storici negli ultimi<br />

tempi, essendo di moda il revisionismo talvolta<br />

dissacrante.<br />

La sua carta d'identità, fino a qualche tempo<br />

fa, era: “straordinaria opera in bronzo di<br />

inizi sec V a.C., riferita ad artisti magnogreci;<br />

già collocata sulla facciata del Palazzo<br />

dei Conservatori, è divenuta dal XV sec.in<br />

poi simbolo di Roma (i gemelli sono stati<br />

aggiunti nel '400 da artista fiorentino, probabilmente<br />

il Pollaiolo)” - così la guida<br />

ROMA, Touring Club ed. 2004 -.<br />

E ancora su Wikipedia (l'enciclopedia di<br />

internet) troviamo: nel 1471 la statua fu<br />

donata da Sisto IV della Rovere alla città di<br />

Roma e da allora viene ospitata nei Musei<br />

Capitolini, nella Sala della Lupa. La lupa è<br />

stata datata stilisticamente verso il 500-480<br />

a.C., mentre le figure dei gemelli furono<br />

aggiunte nel tardo XV secolo, forse, come si<br />

è detto, da Antonio del Pollaiolo, in accordo<br />

con la storia di Romolo e Remo. Sembra che<br />

la lupa sia stata dissepolta sotto lo sperone<br />

nord-occidentale del Palatino e che fosse presente<br />

al palazzo del Laterano agli inizi del IX<br />

secolo. La statua fu spostata al Palazzo dei<br />

Conservatori sul Campidoglio per ordine di<br />

Sisto IV. In un'incisione su legno delle<br />

Mirabilia Urbis Romae (Roma, 1499), appa-<br />

Guglielmo Carretti<br />

re già con i due gemelli.<br />

E' successo poi che, durante una ricerca condotta<br />

tra il 1997 e il 2000, mentre era in<br />

corso il restauro della scultura, una studiosa<br />

ha ventilato nuove possibilità sulla nascita<br />

della stessa: il fatto che si tratti di una fusione<br />

a getto unico farebbe dubitare che una simile<br />

tecnica fosse già conosciuta dai romani e<br />

la datazione si verrebbe a porre all'incirca<br />

nel Rinascimento quando si eseguivano fusioni<br />

di quel tipo. Un'altra teoria è stata concepita<br />

dal risultato delle analisi del metallo che<br />

risulta proveniente da miniere della<br />

Sardegna; ma da qui si confermerebbe la<br />

nascita preesistente in quanto anche al tempo<br />

degli etruschi e dei romani il metallo veniva<br />

portato dalla Sardegna. Infine, in occasione<br />

del Natale di Roma appena trascorso, il sindaco<br />

Veltroni ha fatto una dichiarazione che<br />

sa di fantascienza: attraverso un foro praticato<br />

nella statua bronzea una microtelecamera<br />

ha scoperto che all'interno è rimasta<br />

ancora parte del nucleo di terracotta. Su alcuni<br />

campioni di questa terracotta pare siano<br />

state rilevate le impronte digitali di colui che<br />

ha modellato la scultura. “Adesso, con l'aiuto<br />

della Polizia scientifica, stiamo cercando<br />

di rintracciare l'autore della Lupa”.<br />

Non chiedetemi “come”; io non saprei<br />

rispondere.<br />

La testa della<br />

lupa capitolina.<br />

Opera di matrice<br />

Etrusca<br />

inromanità<br />

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