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N. 4 - Aprile 2002 - Parrocchia di Chiari

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20CENTRO GIOVANILE 2000Amate la pacela pace: non sparatesu chi sogna un mondo <strong>di</strong>verso”:è il titolo del li-“Amatebretto che ha accompagnato la Marciadella pace del 2 febbraio <strong>2002</strong>, un percorsoiniziato da Coccaglio e che, seguendola via del Monte Orfano, si èconcluso al Santuario dell’Annunziatapresso i rati Servi <strong>di</strong> Maria. In questotitolo c’è tutto il grande sogno che igiovani hanno nei riguar<strong>di</strong> della pacee che vorrebbero sia con<strong>di</strong>viso. Nelleiniziative <strong>di</strong> questo periodo si è cercato<strong>di</strong> capire le ragioni della pace, chenon si <strong>di</strong>vide in una pace <strong>di</strong> destra o <strong>di</strong>sinistra, cattolica o anglicana, ortodossao mussulmana, bensì unica: lapace <strong>di</strong> Dio. Vanno risolte situazioni<strong>di</strong> estrema povertà, <strong>di</strong> oppressione edemarginazione che sono spesso all’origine<strong>di</strong> manifestazioni <strong>di</strong> violenza eterrorismo. Oggi è urgente ricostruirela speranza, proponendo delle alternativein un mondo in cui la giustiziaed il <strong>di</strong>ritto siano sovrani, dove le lancesiano spezzate e convertite in aratri.I giovani ed il Papa lo hanno riba<strong>di</strong>tospesso: “La pace è un valore senzafrontiere; soprattutto le prime frontierea cadere devono essere quelle religiose”.Si è ripetuto più volte che dopo il fati<strong>di</strong>co11 settembre 2001 il mondo nonsarebbe stato più quello <strong>di</strong> prima, mapren<strong>di</strong>amo l’affermazione da un punto<strong>di</strong> vista un po’ <strong>di</strong>verso. Per molti vuol<strong>di</strong>re paura, instabilità, cuore più duro,sentimenti fred<strong>di</strong> e minacciosi, menotolleranza, armare il mondo e blindarlo…ed è questo l’atteggiamento cherischia <strong>di</strong> prevalere. Al contrario pertanti giovani, “il mondo non è piùcome prima” significa che bisognacambiare le menti, i cuori, il modo <strong>di</strong>gestire e custo<strong>di</strong>re il mondo, per renderlolibero e vivibile nell’uguaglianzae pari <strong>di</strong>gnità per tutti gli uomini.E da dove partire se non dall’educarele nuove generazioni ad amare questovalore fondamentale?La comunità clarense lo ha capito, investendoenergie e tempo nel CentroGiovanile dove uno degli scopi dell’educareè educare ad accogliere i lontani.Vero è che ai nostri giorni recuperareun messaggio <strong>di</strong> pace è faticoso,forse basterebbe aprire qualche volta<strong>di</strong> più il Vangelo e lasciare che le parole“beati i costruttori <strong>di</strong> pace” se<strong>di</strong>mentinopoco alla volta dentro il cuore,prima ancora che nella mente. Ilnostro dramma <strong>di</strong> cristiani (<strong>di</strong>co “nostro”perché è ora <strong>di</strong> smetterla <strong>di</strong> <strong>di</strong>reche è colpa degli altri, dei potenti, dellasocietà) è quello <strong>di</strong> non esserci volutivestire con l’abito “griffato” da “Cristodella non violenza”. Pace e Vangelocostituiscono una identità che nonaccetta compromesso.È spaventoso sapere che il 53% deicattolici è favorevole ad interventi armati,senza ricordare che in una guerra,anche se si parla <strong>di</strong> interventi miratisu obiettivi strategici, sono sempre ecomunque a perdere la vita più i civiliche i militari.Non va mai <strong>di</strong>menticato che su 100persone che muoiono 7 sono soldati e93 civili, <strong>di</strong> cui 34 sono bambini… equin<strong>di</strong> non esiste una “guerra giusta”,come sostiene l’informazione che dominaoggi.Da queste situazioni d’incertezza e crisi<strong>di</strong> coscienza che viviamo si sono legittimatele guerre, le armi, il lorocommercio e le logiche violente. Perchénon ricordare allora il monito delPapa “Mai più guerre” pronunciato adAssisi il 24 gennaio scorso, dove si èdetto che giustizia e perdono sono i pilastriche sorreggono la pace?Ed ancora “Non c’è pace senza giustizia,non c’è giustizia senza perdono”: ilperdono che è <strong>di</strong>ventato così <strong>di</strong>fficileanche nelle piccole cose… il perdonoche ti fa sentire stupido perché nessunopiù perdona… il perdono…Quante volte però noi siamo stati perdonati?Quante volte Dio ci ha concessoancora una possibilità?Impariamo allora a capire le ragionidegli altri anche quando sbagliano, impariamoanche noi a dare sempre unapossibilità…Vedremo fiorire i fucili!Gruppo Percorsi <strong>di</strong> Pacenotte <strong>di</strong> bonaccia,il giovane capitano è“Unaal timone della suanave, vestito solo del pigiama.L’equipaggio riposa sotto coperta.Il chiarore della luna illumina ad untratto il corpo <strong>di</strong> un naufrago. Il giovanecapitano lo guarda curioso eperplesso. Chi è quell’uomo in mareche non chiede aiuto?Da dove viene quell’anima? Perchéquell’inquietante sembianza?”Joseph Conrad, Il compagno segretoCome ogni anno il CentroGiovanile torna a riproporreun appuntamento ormai attesoe richiesto da chi, con i figli inetà adolescenziale, vorrebbe avereun supporto, un sostegno in terminiformativi e informativi, per megliocomprendere questa età <strong>di</strong> passaggioe <strong>di</strong> cambiamenti nella vita dei proprifigli.La collaborazione, peraltro già consolidata,con il Progetto Night & Dayci pare un’opportunità per confrontarcicon degli esperti nel settore dellarelazione e dell’ascolto, ma ancheper metterci in gioco attraverso <strong>di</strong>namicherelazionali.Lunedì 8 aprileore 20.30Chi è l’adolescente? Caratteristichepeculiari <strong>di</strong> questa fase evolutiva.Lunedì 15 aprileore 20.30I rischi che corre l’adolescente e lepaure del genitore.Lune<strong>di</strong>’ 22 aprileore 20.30La crisi del genitore <strong>di</strong> fronte al cambiamentodel figlio.Lunedì 29 aprileore 20.30Come aiutare l’adolescente in crisi.IL PROGETTO NIGHT & DAYIl progetto, realizzato dal ServizioTossico<strong>di</strong>pendenze ( Centro ProblematicheGiovanili <strong>di</strong> Palazzolo sull’Oglioe Sert <strong>di</strong> Iseo) si pone comeobiettivi la promozione e l’educazionealla salute, la prevenzione e lariduzione del danno. Ciò attraverso il<strong>di</strong>ffondersi <strong>di</strong> una cultura della prevenzione,sostenendo l’ascolto e loscambio nella scuola, al bar, in <strong>di</strong>sco-L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2002</strong>

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