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N. 4 - Aprile 2002 - Parrocchia di Chiari

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BIBLIOTECA DON LUIGI RIVETTII nostri video28Come già in passato, presentiamoalcuni film delle più recentivideocassette della BibliotecaRivetti, con l’intento <strong>di</strong> facilitare la scelta<strong>di</strong> chi desiderasse prenderle in visione.Un’occasione per accostare film <strong>di</strong>buon livello e magari confrontare, anchein famiglia, impressioni e valutazionisu temi molto attuali.Le videocassette, come i libri, vengonodate in prestito gratuitamente.Himalaya - L’infanzia <strong>di</strong> un capoUn regista, Eric Valli, che conosce ilcinema, che sa da che parte si cominciaa costruire un’inquadratura, che, dagrande documentarista, non lascianulla al caso e gira gli esterni per tuttoil tempo che occorre: ben quin<strong>di</strong>ci anni<strong>di</strong> duro impegno nei luoghi, tra i quattroe i cinquemila metri del Dolpo, nelcuore dell’Himalaya, un’arida regione,ricca soltanto <strong>di</strong> salgemma. Eric Valliimpianta, nel fascinoso e duro scenariohimalayano, la migliore epica western,che si <strong>di</strong>pana nell’evocazione <strong>di</strong> unviaggio in cui il documentario <strong>di</strong> fantasiae quello concettuale si fondono.Siamo a Dolo, un piccolo villaggio imprigionatonel cuore dell’Himalaya: làil sale è l’unica preziosissima merceche ogni anno un gruppo <strong>di</strong> scelti, ar<strong>di</strong>mentosicarovanieri, porta a valle lungo<strong>di</strong>rupi da capogiro per essere scambiatacon l’in<strong>di</strong>spensabile grano dellevalli del Nepal. Al ritorno da una spe<strong>di</strong>zione,il figlio del capo Tinle rimaneucciso per aver preso un sentiero troppoaccidentato, inviso agli dei e perseguitatodall’ira dei demoni. Il vecchioattribuisce la colpa <strong>di</strong> questa ingratamorte al compagno <strong>di</strong> suo figlio, Karma,accusandolo <strong>di</strong> aver bramato il ruolo<strong>di</strong> capo che, per successione, dovevaandare a suo figlio. Si apre una frattura:i giovani abitanti <strong>di</strong> Dolo, affascinatidal prestigio e dalla forza <strong>di</strong> Karma,scelgono <strong>di</strong> seguirlo nella prossimatraversata coinvolti dalla sua risolutezza,mentre i più anziani, ancorafedeli a Tinle, che oramai è accecatodall’o<strong>di</strong>o, improvvisano un improbabilegruppo <strong>di</strong> carovanieri guidati dalleloro tra<strong>di</strong>zioni e dai segnali <strong>di</strong>vini. Pasang,il piccolo nipote <strong>di</strong> Tinle, <strong>di</strong>verrà,insieme alla madre e allo zio, l’unico e<strong>di</strong>sorientato giovane coinvolto nell’impresadella seconda carovana.L’occhio documentarista <strong>di</strong> questofanciullo sarà spinto prematuramenteverso un sentiero <strong>di</strong> osservazione ecomprensione, che lo porterà ad equilibrarele inevitabili <strong>di</strong>scordanze sortetra memoria e rinnovamento.Il CerchioLa scelta <strong>di</strong> base del regista Jafar Panahiè quella <strong>di</strong> un’esplorazione delmondo condotta a misura della donnairaniana. In questo film, vincitore delprestigioso Leone d’oro alla 57 a e<strong>di</strong>zionedella mostra del Cinema <strong>di</strong> Venezia,non ci sono protagonisti assoluti,ma otto microstorie <strong>di</strong> donne sullosfondo dell’Iran integralista e teocratico,interconnesse da incontri fugaci.Ogni donna entra nella narrazionemettendo a parte lo spettatore del suocammino nel mondo, limitatamente altratto visibile <strong>di</strong> questo cammino: unadonna ha appena partorito una bambinae i parenti si <strong>di</strong>sperano, un’altra,priva <strong>di</strong> documenti, non riesce ad acquistareun biglietto per la corrieraperché viaggia da sola, un’ultima, infine,è scappata dal carcere per abortire,ma senza il consenso del marito o <strong>di</strong>suo padre non può fare nulla. Vicendeche si incontrano e subito si allontanano,per descrivere un mondo ostiledall’inizio alla fine all’esistenza femminile.Ma <strong>di</strong> queste donne, in definitiva,non si sa nulla, salvo il fatto chehanno scontato una pena detentiva eche attualmente con<strong>di</strong>vidono una con<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> precarietà, <strong>di</strong> costante pericolo;ed è un senso del pericolo che haun referente non in coor<strong>di</strong>nate <strong>di</strong> genere,ma nella cultura repressiva figliadell’integralismo religioso.Ha detto Panahi: “Le donne del miofilm escono da una piccola prigioneper andare in una ben più grande”. Èla metafora portante de Il Cerchio, chegià nel titolo è avvertimento <strong>di</strong> uno svilupponarrativo suggerito allo spettatoredall’analogia che si crea fra la primainquadratura e l’ultima, immagini<strong>di</strong> feritoie che aprono o chiudono ilvarco allo sguardo.Pregio dell’opera è aver saputo darecorpo e voce alla mancanza <strong>di</strong> futuroche affligge un gruppo umano, e averlofatto col cinema... perché, a pensarcibene, l’eventualità che un personaggiocinematografico provi delle paure reali èpraticamente assente nei film occidentali,ossessivamente metalinguistici e impegnatinel “raccontare il cinema”.a cura <strong>di</strong> Luciano CinquiniLa scuola materna, per far passareil messaggio che leggere è un gioco,è un piacere. L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2002</strong>

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