12/2008 dimensione <strong>GEOMETRA</strong>con il nostro convinto avvallo, c’è quellodi spersonalizzare i controlli, eliminandola discrezionalità umana nell’accettazionedelle pratiche.Questo è un grande passo che l’Agenziacerca di fare nell’ottica di poter sfruttareal meglio le risorse a disposizione, ancheumane e tecniche, per migliorare laqualità del proprio servizio.Perciò si punta sempre con maggior impegno,ad usare il personale catastale nelleattività interne più qualificate, togliendoloro l’incombenza quotidiana di doververificare in un’estenuante problematica,la bontà degli elementi tecnici che vengonoinseriti nella loro banca dati.In poche parole si vuole eliminare dal vocabolariocatastale il termine “sospensione”,che tanto angustia i nostri colleghiliberi professionisti ed i colleghi catastali.Naturalmente per poter arrivare a questoobiettivo con serena certezza, bisognaeliminare completamente i comportamenti“furbi” interni ed esterni al siste-6ma, cioè quelli di quei soggetti che con iloro personalissimi atteggiamenti discrezionali,o trovano sempre il modo di risolvereil problema oppure non lo trovanomai, comunque cercando sempre diconservare qualche piccolo privilegio, anchein barba a qualunque novità proceduralee normativa, ignorando completamenteetica e professionalità.Noi possiamo e dobbiamo dare il nostroimportante contributo, affinando la qualitàdel nostro lavoro, attraverso la correttaapplicazione delle procedure, il rispettodelle buone modalità operative,la conoscenza della materia, in altri termini,migliorando le nostre capacità e lenostre competenze.La trasmissione telematica degli atti diaggiornamento catastali è il principale epiù grande spunto, che oggi dobbiamoprenderci sul mercato professionale catastale.Deve diventare una nostra specificacapacità, in modo da acquisire senzaproblemi una competenza che ci è giàpropria, ma per perpetuarla, abbiamo bisognodi conoscerla e praticarla in tuttele sue sfaccettature che la modernità e lenuove tecnologie ci impongono.L’Agenzia ci è venuta anche incontro,nella ricerca di qualificare la valenza delnostro operato e l’approvazione automaticadegli atti di aggiornamento ne è unaprova. Per noi è una grande occasione danon lasciarci sfuggire, che dobbiamo cavalcarecon grinta e determinazione perfar capire a tutti che non vogliamo ridurcia dei semplici operatori di “fraca botònsalta macàco”.Noi vogliamo, possiamo e dobbiamo esserequel Geometra che possa vantarsi diessere un esperto nella materia catastale,negli aggiornamenti necessari di cui la societàavrà sempre bisogno, nella capacitàdi relazionarsi con la banca dati Catastali
in maniera competente e trasparente, pervia manuale, digitale, tecnologica e storicaindifferentemente, con tutti i mezzia disposizione, senza nessuna titubanza.Quando i tecnici catastali, ormai sollevatidall’impegno di rincorrerci e controllareil nostro lavoro, non avranno piùalcun motivo di occuparsi dei nostri attidi aggiornamento, rimarremo gli unicitecnici esperti specialistici sulla piazza, acui tutti dovranno rivolgersi per definirele questioni immobiliari. Per cui dobbiamoprepararci a questo evento che, anchecon l’avvento del Pregeo 10, si vedeormai sempre più vicino.In questo passaggio, visto che le proceduresi presentano come facilissime, nondobbiamo adagiarci a seguire pedissequamentele “istruzioni per l’uso”, come se sitrattasse di far funzionare un telefoninonuovo o un elettrodomestico.Questo è il pericolo maggiore che corriamo:accontentarci di affidare il nostrolavoro alla sola procedura, senza mettercinulla del nostro. Già molti dicono (e libiasimo) che la rendita da accettare deveessere quella che il DOCFA fa uscireautomaticamente, senza ragionarci su,senza confrontare la coerenza dei datinella realtà dei luoghi, senza porsi alcundubbio. Oggi con la completa automatizzazionedi Pregeo nella versione 10 econ la trasmissione telematica, corriamoil rischio di non sapere nemmeno quelloche facciamo e, questo, potrebbe arrecarcimoltissimi danni in futuro. I nostriatti di aggiornamento catastale potrebberodiventare così semplici da eseguire,o anche così facili da imbrogliare(tra autocad, GPS, telematica, e diavolerieinformatiche di ogni genere), che potrebberoessere tranquillamente redattidai “ragazzi del bar”, per non parlare deisoliti “faccendieri”.Dobbiamo invece scongiurare questopericolo latente assumendoci, sempreresponsabilmente, l’onere delle verifiche,della estrema attenzione e puntualitàdei nostri elaborati e dei dati che inseriamoa qualunque titolo, nella bancadati catastale.Vogliamo praticamente, sapere sempreil perché si debba premere quel pulsanteo quell’altro, oppure il perché se scegliamoquell’opzione determiniamo untale sviluppo e se ne scegliamo un’altra,esso sarà completamente diverso.Ci deve essere assolutamente noto perchéil programma fornisce questo o quelrisultato e dobbiamo quindi essere in gradodi dialogare con il programma stesso,ma da tecnici competenti, non da tecnici“programma dipendenti”.Sono queste tutte le cose che dobbiamoimparare, senza dimenticare quelleche già conosciamo, a cominciare dallacapacità di misurare bene e seriamente,“fotografando” tecnicamente i luoghi delnostro lavoro con trasparenza ed onestà,dando l’imprimatur di qualità a tutto ciòche andiamo a rilevare ed a rappresentarenei documenti catastali.Ho sentito che prima dell’avvento dellaversione di Pregeo che ha finalmenteconsentito di introdurre in mappa lenuove dividenti, secondo il miglior adattamentopossibile, succedevano, un po’dappertutto in Italia, fatti a dir poco incresciosi.Se la figura rilevata indicava lapresenza di una nuova dividente lungatrenta metri ed in mappa se ne potevanoinserire soltanto venti, per un’evidentedifformità tra lo stato di fatto e quellodi mappa, si conveniva (nella discrezionalitàinterna ed esterna delle due parti),di modificare la figura rilevata (schemadel rilievo) negli angoli e nelle distanseguea pag. 87dimensione <strong>GEOMETRA</strong>12/2008