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*GESTIONE 4/02 - Fire

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6<br />

N. 4/20<strong>02</strong><br />

FORMAZIONE & PROFESSIONE<br />

Nelle varie famiglie di turbogas di tipo avanzato<br />

della General Electric sembra che la tecnologia<br />

dei sistemi di combustione abbia risposto bene<br />

alle attese, anche nei riguardi dell’abbassamento<br />

delle emissioni specifiche. Difetti meccanici<br />

consistenti sono invece comparsi, ad esempio<br />

nei modelli 7F e 9F (quest’ultimo con potenza<br />

unitaria di 412 MW, per gli impianti a 50 Hz), a<br />

carico dei rotori di compressori e turbine, con<br />

fessurazioni e rotture nei relativi dischi di rotore.<br />

Questi inconvenienti sono stati affrontati con<br />

modifiche sia di progetto che di materiale, che<br />

hanno apportato miglioramenti sull’integrità e<br />

sulla disponibilità delle nuove centrali basate sui<br />

modelli di turbogas interessati.<br />

Secondo alcuni esperti del settore, i vari problemi<br />

insorti fanno assimilare sempre più il modo di<br />

impiego delle grandi turbine a gas a quello delle<br />

grandi turbine a vapore, via via che la potenza<br />

unitaria e la massa dei rotori delle prime vanno<br />

avvicinandosi ai livelli delle seconde. Questa<br />

similarità induce gli esercenti, d’intesa con i<br />

costruttori, ad adottare procedure di avviamento,<br />

arresto ed esercizio più prudenziali che per il<br />

passato; ad esempio vengono ora prescritte<br />

rampe di potenza più lente, un regime di prerotazione<br />

di almeno due ore e accorciati intervalli<br />

di revisione dei rotori.<br />

Nel frattempo costruttori ed esercenti studiano i<br />

mezzi per migliorare la loro collaborazione. Le<br />

principali società produttrici di turbogas di grande<br />

taglia tendono ora a realizzare in casa propria<br />

delle vere centrali elettriche operative collegate<br />

alla rete generale, al fine di provare i nuovi<br />

modelli nelle situazioni reali di funzionamento,<br />

con i connessi obblighi di fornitura; un esempio<br />

di questa tendenza è l’impianto in ciclo combinato<br />

realizzato dalla Mitsubishi nel suo stabilimento<br />

di Takasago (Giappone) nel quale il prototipo<br />

del modello M501G ha funzionato in<br />

parallelo alla rete per 11.000 ore entro la fine del<br />

2001, operato in base ai programmi di fornitura<br />

fissati dal dispacciamento della locale rete pubblica,<br />

con arresti ed avviamenti quasi quotidiani.<br />

L’esperienza così acquisita in proprio ha consentito<br />

alla Mitsubishi di eseguire vari interventi<br />

sul modello originario, con modifiche anche<br />

importanti nel progetto della palettatura e nel<br />

sistema di combustione, prima di immettere il<br />

modello stesso sul mercato. D’altro lato si manifesta<br />

la tendenza dei fornitori a mantenere per<br />

tempi più lunghi che nel passato la responsabilità<br />

diretta dell’esercizio effettivo del nuovo<br />

impianto con personale proprio prima di effet-<br />

gestione energia<br />

tuarne la consegna formale al cliente. Ciò migliora<br />

l’affidabilità dell’impianto, facendo acquisire più<br />

approfondite esperienze al costruttore ed evitando<br />

al cliente impreviste e sgradevoli sorprese<br />

come quelle alle quali si è accennato più sopra,<br />

ma inevitabilmente prolunga i tempi di realizzazione<br />

dell’impianto, sfatando alquanto la diffusa<br />

convinzione che i moderni impianti a ciclo combinato<br />

abbiano tempi di consegna molto brevi.<br />

Un ultimo aspetto di non minore importanza è<br />

stato messo in luce dalle recenti esperienze operative<br />

delle grandi turbine a gas: e cioè che<br />

occorre valutare attentamente, in collaborazione<br />

con il costruttore ed i fornitori dei lubrificanti, le<br />

specifiche esigenze nelle caratteristiche di questi<br />

ultimi. Infatti i maggiori livelli termici nel ciclo dei<br />

gas, le maggiori dimensioni dei rotori e quindi dei<br />

cuscinetti, con le più alte pressioni specifiche,<br />

ecc., richiedono prescrizioni mirate per i lubrificanti<br />

da prescegliere per i loro gravosi compiti di<br />

protezione della macchina.<br />

La già citata rivista specializzata “Power” nel<br />

numero 5 di quest’anno ha pubblicato un’interessante<br />

serie di dati statistici relativi all’esercizio<br />

di numerosi impianti in ciclo combinato negli<br />

USA di potenza superiore a 300 MW, alimentati<br />

a gas naturale di rete (più di una sessantina<br />

per un totale di oltre 40.000 MW), riferiti alle<br />

caratteristiche di funzionamento nell’anno 2001,<br />

con potenze unitarie che arrivano sino al massimo<br />

di 1370 MW di una centrale del Midland.<br />

La potenza media di questo gruppo di impianti<br />

risulta di 598 MW. Di 58 di tali impianti sono<br />

riportati dettagliati dati riguardanti la potenza, la<br />

produzione nel 2001, il coefficiente percentuale<br />

di utilizzazione, il consumo di gas naturale, nonchè<br />

il costo unitario di generazione (combustibile<br />

più esercizio e manutenzione ordinaria), il consumo<br />

specifico di energia primaria e le emissioni<br />

totali di NOx. Vengono poi stabilite le classifiche,<br />

in funzione dell’efficienza e rispettivamente<br />

del costo di generazione, dei primi 50 impianti<br />

tratti dalla lista descritta.<br />

Si riportano nella tabella acclusa i dati relativi ai<br />

primi 10 impianti ed agli ultimi due di ciascuna<br />

delle due suddette classifiche.<br />

Esaminando queste tabelle, risulta evidente che<br />

non si verifica un legame diretto fra il valore dell’efficienza<br />

e del costo di generazione da un lato<br />

e il fattore di utilizzazione della potenza installata<br />

dall’altro.<br />

In relazione all’efficienza (parte A della tabella)<br />

solo il primo dei 10 migliori impianti giustifica le<br />

attese, poichè esso presenta il minore consumo<br />

periodico di informazione tecnica per gli energy manager

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