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al prof. Sergio Morgante, per avermi seguito come ... - Udine Cultura

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del Predil <strong>per</strong> la sovrapposizione dei <strong>per</strong>messi di ricerca nell’area del Monte Cocco. La<br />

vertenza si concluse con la rinuncia <strong>al</strong>la ricerca da parte della Società Anonima Miniere<br />

Cave del Predil. Altra modifica, a quanto era praticato sotto l’Austria, è che il Commissario<br />

gener<strong>al</strong>e civile non accoglieva più licenze d’indagine <strong>per</strong> ampie circoscrizioni, ma<br />

solamente <strong>per</strong> singoli distretti politici, corrispondenti <strong>al</strong>le sottoprefetture.<br />

Nella V<strong>al</strong>can<strong>al</strong>e una zona miner<strong>al</strong>izzata e sfruttata, così vuole la tradizione, anche <strong>al</strong><br />

tempo dei romani, è il Monte Cocco di cui si hanno poche e frammentarie notizie e quelle<br />

più attendibili sono riferibili <strong>al</strong> secolo XIX. La prima relazione, dell’Ans<strong>al</strong>do Cogne è datata<br />

il 15 dicembre 1923, mentre è in data 11 febbraio 1926 il verb<strong>al</strong>e di comunicazione, <strong>al</strong><br />

Comune d’Ugovizza-V<strong>al</strong>bruna, dell’ing. Emilio Rimediotti qu<strong>al</strong>e esercente della miniera.<br />

Buona parte dell’archivio sulla miniera in possesso degli eredi dell’ing. Rimediotti, i<br />

signori Paola Bertoldi e Claudio Marforio, è stata da questi gentilmente affidata <strong>al</strong> Museo<br />

Friulano di Storia Natur<strong>al</strong>e.<br />

I più antichi studi, datati 1878, sulle g<strong>al</strong>lerie e sul giacimento appartengo a Seeland<br />

che in una breve nota menziona i proprietari, descrive il numero delle g<strong>al</strong>lerie e riporta<br />

un’an<strong>al</strong>isi chimica della miner<strong>al</strong>izzazione. Notizie più dettagliate si hanno dopo il 1918<br />

quando le miniere, prima austriache, passarono <strong>al</strong>lo Stato it<strong>al</strong>iano.<br />

Anche le miniere di Raibl furono sottoposte a coltivazioni in epoche remote, si parla del<br />

1006 con vaghi cenni, ma documenti sicuri sono datati <strong>al</strong> 1320 anno in cui l’im<strong>per</strong>atore<br />

Federico III, detto il Bello, rilasciò ad una compagnia di minatori la concessione di scavare<br />

miner<strong>al</strong>i. Un documento del 1456, inerente la richiesta di un <strong>per</strong>messo di scavo, testimonia<br />

che l’attività di ricerca e d’estrazione era continuata e che la miniera di Raibl andava ad<br />

assumere, nel tempo, sempre più importanza. Infatti, la Repubblica di Venezia conosceva la<br />

loc<strong>al</strong>ità, ma sotto il nome di Cave del Predil e con questa aveva costanti scambi commerci<strong>al</strong>i<br />

com’è testimoniato da un documento dogan<strong>al</strong>e del 3 aprile 1659 “(...) piombo, si estrae<br />

d<strong>al</strong>le miniere di Raibl vicino a Monte del Gragno e passa nello Stato Veneto migliaia n° 20<br />

a Lire 500 il migliaio (...)”. D<strong>al</strong> 1854 l’importanza del giacimento aumentò con un massimo<br />

di produttività negli anni ’60 fino <strong>al</strong>la loro chiusura il 30 giugno 1991.<br />

Nelle Pre<strong>al</strong>pi Carniche<br />

Fucine di ferro furono impiantate nel Torrente Melò, presso il lago di Cavazzo, ad<br />

o<strong>per</strong>a dei Savorgnani, nel 1554, ma furono presto abbandonate <strong>per</strong> la scarsa qu<strong>al</strong>ità del<br />

miner<strong>al</strong>e “Sul Melone presso il Lago di Cavazzo vi sono le vestigia di fucine di ferro che<br />

nel 1554 furono fatte dai Savorgnani e poi abbandonate <strong>per</strong> la poco buona qu<strong>al</strong>ità del<br />

miner<strong>al</strong>e, con dispendio di oltre 5000 ducati (...)” <strong>come</strong> riferisce Jacopo V<strong>al</strong>vasone di<br />

Maniago, testimone <strong>al</strong>l’epoca, nel suo “Descritione del Friuli”.<br />

A Peonis nel 1839 fino <strong>al</strong> 1847 una società sfruttò, oltre le ligniti qui presenti, anche<br />

la pirite e marcasite spedite, <strong>per</strong> il trattamento, a Judenburg nel S<strong>al</strong>isburghese.<br />

Nelle Pre<strong>al</strong>pi Giulie<br />

Giuseppe Girardi (1841) avv<strong>al</strong>ora l’ipotesi di Coronelli e di <strong>al</strong>tri autori, che collocavano<br />

l’antica Noreia, ricca di miniere d’oro e di ferro, tre miglia sopra Venzone fra il<br />

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