20.05.2013 Views

al prof. Sergio Morgante, per avermi seguito come ... - Udine Cultura

al prof. Sergio Morgante, per avermi seguito come ... - Udine Cultura

al prof. Sergio Morgante, per avermi seguito come ... - Udine Cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Le g<strong>al</strong>lerie attraversarono le miner<strong>al</strong>izzazioni che presentavano una scarsa presenza<br />

di solfuri ed un’elevata <strong>per</strong>centu<strong>al</strong>e di barite e fu verso la fluorite, ma soprattutto la barite,<br />

considerata la ganga della miner<strong>al</strong>izzazione, che fu accordato il <strong>per</strong>messo denominato<br />

“Maduignas”, nel 1964, <strong>al</strong>la ditta Maffei e C. di Trento.<br />

Nel 1951, l’ing. de Pangher-Manzini, capo reggente il Distretto Minerario di Trieste,<br />

scrisse una relazione geologica ed un programma dei lavori da eseguire <strong>al</strong> fine di<br />

razion<strong>al</strong>izzare le o<strong>per</strong>e di sfruttamento del giacimento. Oltre <strong>al</strong>le indicazioni tecniche,<br />

puramente montanistiche, il consiglio era di investigare un’area più ampia ed esaminare,<br />

soprattutto, gli affioramenti delle loc<strong>al</strong>ità Toni Gana, Bolla Casa e Cristut prospicienti<br />

l’area interessata ed in sinistra orografica, ma anche quelli di Barchia e Ravascletto.<br />

Anche l’ing. P<strong>al</strong>ese, che s’interessò a molte miniere della regione, chiese nel 1951 il<br />

<strong>per</strong>messo di compiere ricerche <strong>per</strong> la fluorite, barite e g<strong>al</strong>ena nella zona denominata<br />

“Povolaro”.<br />

Nel 1964 Dino di Colbert<strong>al</strong>do e Giovan Battista Feruglio presentarono un lavoro<br />

giacimentologico dell’area interessata d<strong>al</strong>la miner<strong>al</strong>izzazione. Lo studio evidenzia la notevole<br />

quantità di barite, che si presenta in fitti aggregati lamellari e che t<strong>al</strong>volta forma<br />

sacche entro il c<strong>al</strong>care devonico. I miner<strong>al</strong>i met<strong>al</strong>lici sono piuttosto scarsi e costituiti<br />

princip<strong>al</strong>mente da bournonite, tetraedrite con subordinate quantità di g<strong>al</strong>ena e pirite. È<br />

presente anche la fluorite che può presentarsi con colori rosa o violetti. Non sono menzionanti,<br />

invece, miner<strong>al</strong>i di stagno o d’antimonio.<br />

Attu<strong>al</strong>mente le due g<strong>al</strong>lerie sono franate, <strong>al</strong>meno nella parte inizi<strong>al</strong>e che interessava il<br />

detrito di f<strong>al</strong>da, e gli ingressi non sono più rintracciabili, sono invece <strong>per</strong>corribili molte<br />

g<strong>al</strong>lerie impostate direttamente nella roccia devonica. In queste sono evidenti le patine<br />

d’<strong>al</strong>terazione presenti <strong>come</strong> sp<strong>al</strong>mature verdastre ed azzurre di m<strong>al</strong>achite ed azzurrite e<br />

gi<strong>al</strong>le d’ocre d’antimonio (?).<br />

La miner<strong>al</strong>izzazione interessa gli scisti grafitici di presunta età Silurica e i c<strong>al</strong>cari<br />

Devonici. I miner<strong>al</strong>i presenti sono la bournonite, tetraedrite, g<strong>al</strong>ena, blenda, pirite bravoitica<br />

(ricca in Ni), c<strong>al</strong>copirite, c<strong>al</strong>cosina, barite, fluorite. Argento ed oro in tracce sono segn<strong>al</strong>ati<br />

da vecchie an<strong>al</strong>isi. È indicata, dubitativamente, anche la presenza di stannite. Dai<br />

carteggi in possesso emerge <strong>come</strong> la presenza di stagno sia fortemente dubitativa <strong>per</strong>ché<br />

evidenziata (erroneamente?) in un’unica partita di campioni an<strong>al</strong>izzati ed in nessun’<strong>al</strong>tra;<br />

gli stessi proprietari erano arrivati <strong>al</strong>la conclusione di un’an<strong>al</strong>isi poco attendibile. Il<br />

Magnani (1946) non riscontrò lo stagno nemmeno in tracce.<br />

La genesi è da considerarsi sedimentaria, complicata da successive rimobilizzazioni<br />

precoci <strong>per</strong> metamorfismo ercinico e probabilmente tardive <strong>per</strong> tettonica compressiva<br />

<strong>al</strong>pina.<br />

Povolaro<br />

La presenza di miner<strong>al</strong>i di tetraedrite, g<strong>al</strong>ena e pirite è menzionata nel 1869 da<br />

Taramelli. Il Marinoni riprende quanto detto d<strong>al</strong> Taramelli scrivendo “(...) a Povolaro<br />

sulla sinistra del torrente Degano in faccia a Comeglians, <strong>al</strong>cuni anni or sono fu pure<br />

a<strong>per</strong>to un piccolo scavo in un filone di pirite e di stibina compreso in una ganga di quarzo<br />

e di scisti grafitici siluriani (o <strong>al</strong>meno precarboniferi); ma il prodotto era inapprezzabile e<br />

quindi ogni indagine fu abbandonata”.<br />

59

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!