“Graft versus host disease orale in pazienti sottoposti a ... - SIPMO
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GvHD ORALE IN PAZIENTI SOTTOPOSTI A TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI A REGIME RIDOTTO E CONVENZIONALE<br />
1. IL TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI<br />
EMATOPOIETICHE<br />
La maggior parte dei disord<strong>in</strong>i ematologici maligni, viene oggi trattata<br />
mediante l’<strong>in</strong>fusione <strong>in</strong>travenosa di cellule stam<strong>in</strong>ali ematopoietiche. Questa<br />
procedura ha lo scopo di ristabilire l’attività del midollo osseo alterato da<br />
neoplasie o da altre anomalie funzionali (Forkner 1938; Armitage 1994).<br />
Negli ultimi anni, le <strong>in</strong>dicazioni del trapianto di cellule stam<strong>in</strong>ali<br />
ematopoietiche (HSCT) si sono ampliate ed esso è diventato parte <strong>in</strong>tegrante<br />
del trattamento di molte malattie. Dopo le prime esperienze <strong>in</strong>iziate più di<br />
trenta anni fa per le patologie rapidamente mortali quali leucemie acute,<br />
anemia aplastica e immunodeficienze congenite, il suo utilizzo ora si è<br />
esteso ad un gran numero di patologie, neoplastiche e non, nell’ambito<br />
dell’ematologia, dell’oncologia e delle malattie metaboliche. Ciò è divenuto<br />
possibile grazie ai notevoli progressi nel campo della genetica<br />
dell’istocompatibilità, con la def<strong>in</strong>izione delle complessità del sistema degli<br />
antigeni leucocitari umani (HLA) che ha permesso di selezionare donatori<br />
compatibili consangu<strong>in</strong>ei, e più recentemente, non consangu<strong>in</strong>ei; di notevole<br />
importanza anche l’<strong>in</strong>cremento delle conoscenze circa la fisiopatologia<br />
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