L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti
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MALCOM O’MOLONEY<br />
Intorno alla monumentale fonte di Murrieta, sita nella strada recante il medesimo<br />
nome, in realtà appellativo nobiliario di un illustre marchese e bottegaio riojano<br />
del secolo XIX, aveva proliferato recentemente un buon numero di birrerie<br />
decorate a imitazione d’idealizzate taverne irlandesi. In poco tempo si era<br />
conformata tutta una zona di stabilimenti omogenei che permetteva di scegliere<br />
tra un ampio ventaglio di possibilità itineranti, o lunghi e sedentari giri di bevute,<br />
per degustare alcune pinte o mezze pinte di molteplici birre d’importazione. In<br />
alcuni posti vi era addirittura uno spillatore di Guinness, in luogo della marca<br />
succedanea di turno. Sfortunatamente, in nessuno esisteva una cannella della<br />
varietà Draught Guinness, dotata di un corpo particolarmente intenso e una<br />
spuma tanto densa da poter disegnarci sopra il tradizionale trifoglio irlandese, lo<br />
shamrock, mediante il preciso movimento del bicchiere da 0,568 litri sotto il<br />
sottile e opaco getto di <strong>birra</strong>.<br />
Javier Alonso, Sueños y cadáveres.<br />
La zona descritta dall’Autore si trova a Logroño, capoluogo della regione<br />
spagnola della Rioja, dov’egli è nato e cresciuto ed esercita la professione<br />
di “scrittore provinciale” (parole sue). Pronunciando la parola “Rioja” mi<br />
scatta subito l’associazione cerebro-palatale con alcuni dei migliori vini<br />
rossi prodotti nella piel del toro, molti dei quali ho avuto il privilegio di<br />
assaggiare. Tuttavia qui si sta dissertando di <strong>birra</strong> e affini, e riguardo alla<br />
Guinness il buon Javier non potrebbe aver dipinto meglio il quadro…<br />
scuro della situazione. Finanche a Torino le “birrerie decorate a imitazione<br />
d’idealizzate taverne irlandesi” si sono moltiplicate a dismisura, sull’onda<br />
dell’accresciuto interesse turistico per quell’amabile isola celtica: ma non<br />
sempre vi trovi la Guinness, e meno ancora la Draught. Se va di lusso ti<br />
propinano la Beamish, che non è proprio la stessa cosa, altrimenti qualche<br />
intruglio imbevibile fabbricato da cinesi ridotti in schiavitù nei sottoscala<br />
di Porta Palazzo.<br />
Di aver scoperto la Guinness e le meraviglie della verde Irlanda devo<br />
ringraziare i Pogues, specialmente il loro alcolizzato (ex) leader Shane<br />
McGowan. Sempre in quella memorabile primavera del 1988, un bel<br />
pomeriggio montai su un Intercity e me ne andai da solo a Milano per<br />
assistere a un triplice concerto della madonna: Steve Ray Vaughan,<br />
Pogues e Los Lobos!<br />
La kermesse ebbe luogo al Palatrussardi. Io mi andai a piazzare in una<br />
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