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L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti

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di persuasione-vessazione preferita? Foeminae, ora più che mai. Meglio se<br />

svestita, allusiva, provocante. Il sedere muliebre è la vera icona di questo<br />

primo decennio del ventunesimo secolo.<br />

L’associazione mercantesca “<strong>birra</strong> e fascino venereo” ha più di due secoli<br />

di vita. Nella cruciale transizione tra l’Ottocento e il Novecento, i <strong>birra</strong>i si<br />

trovarono a fronteggiare l’esigenza di far conoscere i propri prodotti a una<br />

popolazione di consumatori ogni giorno più ampia. Bando agli eufemismi:<br />

essendo che il maggior fruitore di <strong>birra</strong> era, e rimane tuttora, l’uomo, si<br />

doveva prenderlo per le palle. Ecco allora gli intrepidi grafici pubblicitari<br />

dell’epoca sbizzarrirsi a illustrare le reclame con donzelle abbigliate come<br />

nel film Amore e ginnastica che porgevano, alzavano al cielo o servivano<br />

boccali traboccanti spuma. Il massimo del sexy lo offriva la reclame del<br />

birrificio americano Ringler & C., con una tizia ignuda dalla vita in su (e<br />

tutt’altro che anoressica) avvolta in un drappo a stelle e strisce.<br />

Lo stereotipo che abbina la <strong>birra</strong> chiara a una ragazza bionda dalle forme<br />

sensuali, possibilmente scandinava perché, si sa, gli uomini preferiscono le<br />

bionde boreali e i maschi mediterranei più di tutti, nasce con l’inizio dei<br />

turbolenti anni Settanta. La Stubing col vestitino di cui ho già accennato,<br />

oppure legata a una bottiglia di Peroni con un Nastro Azzurro: sottilmente<br />

fetish con una spruzzatina di bondage, molto prima che questi due termini<br />

ci sfruculiassero quotidianamente l’esistenza. Dopo la deliziosa omonima<br />

kartoffel dello scarsocrinito capitano di Love Boat, un diluvio di sventole<br />

d’ognidove di cui ho perso la contabilità, sempre meno vestite, sempre più<br />

ammiccanti. Sempre più bone, diciamocelo pure. Come la creatura dai<br />

meravigliosi occhi blu cobalto che, vestita più o meno di nulla, ci invita a<br />

bere la Viru, Premium Estonian Beer.<br />

E le birre scure? Le mie predilette brune? Le rosse? Vogliamo ostracizzare<br />

tutte quelle bellezze dai capelli tizianeschi solo per quella maldicenza da<br />

caserma circa il lezzo delle loro parti intime? Mi sono tuffato nella rete per<br />

cercare fotografie, poster, spot, “gnomi e cognomi”, come direbbe il Mago<br />

Gabriel. Ho scovato due mirabolanti ancorché antitetici ads della Guinness<br />

e una fotografia che ti scioglie il cuore come fosse una noce di burro.<br />

Vai col primo spot. Una ragazza bruna con tutta la passione del mondo<br />

racchiusa in una splendida bocca siede da sola in un pub, gli occhi bassi,<br />

tamburellando con le dita sul bancone. Tutt’a un tratto una mano introduce<br />

un gettone nel juke-box: ne scaturisce una bellissima canzone d’amore. Un<br />

sorriso radioso come una stella appena nata illumina il volto della ragazza:<br />

è arrivato il suo partner! Anche lui è un pivello mica male. S’abbracciano<br />

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