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L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti

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mondo (11,6% alc.). La ricordo con simpatia come integratore al malto di<br />

quei lunghissimi e atletici prepartita negli anni Ottanta fuori dello Stadio<br />

Comunale, ora Olimpico, anche se alla Rai di Roma, per somma ignoranza<br />

o affinché non sia confuso col loro Stadio Olimpico caput mundi, spesso<br />

lo chiamano Stadio delle Alpi. Un’altra bevanda classica “da stadio” era il<br />

vino portoghese Mateus, consumato in quantità da cosacchi anche dai<br />

Faces sul palcoscenico per tonificarsi fra una canzone e l’altra. Johnny<br />

Rotten li detestava per questo: “Fingevano di essere ubriachi sul palco.”<br />

Già. John Lydon detto Rotten. Un giorno qualcuno mi avvertì: “Mauri, ma<br />

lo sai che a luglio i Sex Pistols vengono a suonare a Torino al Traffic?” E<br />

io mi posi una domanda del menga: “Fantastico, meraviglioso, ma che<br />

senso può avere un concerto dei Sex Pistols nel 2008?” Rispondendomi<br />

all’istante: “Porcaccia eva se ha senso!!! Basta scrollarsi di dosso ogni<br />

forma di preconcetto.” Primo fra tutti, il timore di assistere al definitivo<br />

raglio del cigno di quel gruppo rock’n’roll che, benché avendo pubblicato<br />

un unico maledetto corrosivo tonitruante devastante contagioso pernicioso<br />

sguaiato stonato irriverente in definitiva fottutamente fantastico disco, ha<br />

cambiato/rovinato (eh eh eh, è proprio così!) per sempre la tua vita. E non<br />

solo la tua, accidenti a loro…<br />

“Chi sono i Sex Pistols?” si chiedeva la rivista.<br />

Fine anni settanta, ero andato a trovare mia madre e stavo leggendo il giornale.<br />

Scorrendo un supplemento domenicale per il popolino, la mia attenzione fu<br />

catturata, e la mia vita cambiata, da queste parole insolite in caratteri di scatola<br />

“CHI SONO I SEX PISTOLS?”. Volevo saperlo subito anch’io. L’articolo li<br />

bistrattava, li denigrava: questo “sedicente gruppo musicale” britannico di<br />

mocciosi “punk rocker” che si scagliavano con rabbia contro tutto, vomitavano<br />

oscenità e sputavano a loro piacimento, vestivano di stracci, catene, spuntoni e<br />

stivali orrendi, facevano cose indicibili ai capelli (e alle loro ragazze) e<br />

producevano un frastuono rivoltante scambiandolo… alcune loro canzoni erano<br />

state bandite dalle radio…<br />

Be’ ne avevo sentito abbastanza. Ero già innamorato cotto. (Il lato ironico,<br />

ovviamente, è che la rivista cercava di mettere in guardia la gente dai Pistols e<br />

loro simili, e invece finì <strong>forse</strong> col convertire migliaia di adolescenti al punk.)<br />

Andai immediatamente al negozio di dischi d’importazione ed entrai di corsa,<br />

domandando col fiatone: “Avete i Sex Pistols?”<br />

“Ehi, Joe!” gridò il ragazzo, ridendo. “Un altro che vuole i Sex Pistols!”<br />

Li avevano finiti.<br />

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