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L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti

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che scosse la Gran Bretagna negli anni Novanta, ma furono anche rappresentativi<br />

delle sue origini sociali. Formati nel 1981 dal delinquente e tossicodipendente<br />

Shaun Ryder, gli Happy Mondays rappresentavano l’alienazione dei giovani<br />

sottoproletari delle zone industriali (come appunto Manchester) durante il<br />

periodo conservatore di Lady Margaret Thatcher. Man mano che le discoteche<br />

rimpiazzavano i pub come luogo di perdizione per i giovani, il techno di Detroit<br />

soppiantava il vecchio rhythm and blues dei pub, e parallelamente l’ecstasy<br />

detronizzava l’alcol. (…) Ryder tornera` a galla alla testa dei Black Grape nel<br />

1995, formazione con due rapper (Ryder e Paul Leveridge), la chitarra bruciante<br />

di Paul Wagstaff e un’orchestrina di fiati e tastiere. Il ballabile poliedrico (funk,<br />

hip-hop, jungle, house, reggae e heavy metal) di It’s Great When You’re Straight<br />

(Radioactive, 1995) sfodera l’impeto scanzonato dei Red Hot Chili Peppers e la<br />

coralità epica dei Clash, dallo shuffle indiavolato di Reverend Black Grape alla<br />

giostra raga-psichedelica di In The Name Of The Father, dalla filastrocca<br />

decadente e spaziale di Kelly’s Heroes al rap con organo soul di Little Bob.<br />

Album senza pretese, che continua semplicemente la vena “folle” di Madchester,<br />

ma che segna anche un ritorno alla grande per Ryder.<br />

Piero Scaruffi, Storia della musica rock.<br />

Andavo avanti a <strong>birra</strong>, whisky e tramezzini al salmone. Secondo un mito<br />

irlandese, il salmone Fintan mangiò le Nocciole della Conoscenza prima<br />

di nuotare fino a una pozza nel fiume Boyne. Là fu pescato dal druido<br />

Finegas e dato a Fionn Mac Cumhail da cucinare. Fionn, uno dei più<br />

celebrati eroi della mitologia irlandese, si scottò il pollice con la carne del<br />

pesce girando lo spiedo, se lo succhiò e in quel modo acquisì la saggezza.<br />

Non per niente, dopo tutto quel salmone al mio ritorno a Torino cominciai<br />

a scrivere racconti.<br />

Al terzo o quarto giorno di bed & breakfast mi si produsse una fobia per i<br />

chambermaids, che alle dieci inesorabili venivano a battere alla porta per<br />

rassettare la camera. “No, thanks, I want to sleep”, mugolavo sempre in<br />

risposta, rumore bianco nella testa rintanata sotto il cuscino. Una mattina<br />

l’amico Steve si spacciò per uno di loro imitandone la tiritera in maniera<br />

maccheronica e al mio ormai cronicizzato lamento ribatté in piemontese:<br />

“Sun mi, gadan! Bogia, ch’a l’è tard!” (“Sono io, fessacchiotto! Muoviti,<br />

che è tardi!”) Che simpatico. Se invece di un aspirante scrittore di finzione<br />

speculativa fossi stato un chitarrista dissoluto come Larry Wallis dei Pink<br />

Fairies, avrei colto le possibilità fottitorie della situazione piuttosto che<br />

lagnarmi – nel 1973 quest’ingiustamente trascurato gruppo proto-punk<br />

londinese scrisse un brano travolgente proprio sulle cameriere d’albergo,<br />

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