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L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti

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Milano Marittima con mia moglie, e una sera siamo andati a cenare in una<br />

birreria grande e famosa, uno di quei bei posti dove i tedeschi quando sono<br />

belli ubriachi a tavola si prendono tutti a braccetto e si muovono cantando<br />

canzoni a squarciarsi la gola, così la birreria ondeggia.” Dio, gli saremmo<br />

esplosi a ridere in faccia già da sobri, figuratevi con la botta d’alcol che<br />

avevamo in corpo. Sì, vorrei proprio parlare a Nicky della <strong>birra</strong> illuminata.<br />

Purtroppo sono anni ormai che ha ceduto l’attività ad altri e per di più mi<br />

hanno confidato che negli ultimi tempi non è stato molto bene: tieni duro,<br />

roccia! Chiusa parentesi.<br />

Chhaang, o chang, è il nome della bevanda alcolica tradizionale del Tibet.<br />

Strettamente apparentata con la <strong>birra</strong>, viene prodotta usando orzo, miglio e<br />

riso. Procedimento e ingredienti variano secondo la zona; nei pressi del<br />

monte Everest, per esempio, la chang è ottenuta facendo passare acqua<br />

calda attraverso l’orzo fermentato, ed è poi servita in una grande pentola e<br />

sorbita mediante una cannuccia di legno. Il contenuto alcolico è piuttosto<br />

basso, ma essa produce un’intensa sensazione di calore e benessere, ideale<br />

per sopportare le temperature che da quelle parti in inverno scendono a<br />

livelli ben più che glaciali. Dicono che sia un toc<strong>casa</strong>na per affezioni quali<br />

raffreddore, febbre e rinite allergica. Dovrò farmene mandare qualche otre<br />

per il prossimo inverno sabaudo, insieme a dieci casse di Lhasa, la superpremium<br />

quality all-natural, all-malt lager tibetan beer fatta coi migliori<br />

ingredienti del mondo: acqua di fonte dell’Himalaya, luppolo Saaz, lievito,<br />

e la maggior quantità possibile d’orzo autoctono. Pedantissimi virus e<br />

batteri, avrete pane per i vostri microdenti!<br />

Il tempio buddista Wat Pa Maha Chedi Kaew, situato a circa quattrocento<br />

chilometri a nord-est di Bangkok nella città di Khun Han, è senz’altro il<br />

risultato di una fantastica illuminazione birrifica: i monaci Thai lo hanno<br />

edificato usando oltre un milione di bottiglie di <strong>birra</strong> usate (Wat Pa Maha<br />

Chedi Kaew significa, per l’appunto, “Tempio del Milione di Bottiglie”).<br />

Certamente non è il solo esempio al mondo di edificio costruito con questi<br />

particolarissimi “mattoni”, ma lo sviluppo intricato della struttura lo rende<br />

unico e inimitabile. Grazie al supporto della comunità prossima a questi<br />

monaci ingegnosi è stato possibile per essi raccogliere abbastanza bottiglie<br />

da realizzare l’idea: non è noto quanto tempo ci abbiano impiegato, ma il<br />

risultato è stupefacente. Un tempio Thai fatto interamente di bottiglie<br />

riciclate di Heineken e Chang Beer, dalle fondamenta al tetto, perfino la<br />

torre dell’acqua e il bagno dei turisti. E grazie a te che hai bevuto e mi hai<br />

donato la bottiglia.<br />

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