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EMMA E IL PIOPPO

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Hanno giá scoperto tutto, qualcosa nel fondo mi avvisa. La realtá sta per venire a galla. Ma quale<br />

realtá? Comunque emergendo dalla confusione l´istinto mi avverte, mettiti sulla difensiva<br />

-Cosa é successo, che?-domando<br />

Ma non era quel che confusamente temevo senza riuscire ad immaginare cosa fosse.<br />

-Come hai fatto a salvarti? Tutti quelli che si trovavano nella corriera sono annegati nel Canalone dei<br />

Cinghiali, nessuno é riuscito a salvarsi, solo tu. Ma come, se i finestrini erano chiusi? Eppure eri lí<br />

dentro, il biglietto l´avevi in tasca, bagnato sí, ma ancora leggibile. Suor Gertrude mi ha detto che le tue<br />

mani sono ancora piene di ferite, le unghie sporche di terra. Ti devi essere inerpicato su per le pareti<br />

scoscese del canalone a forza di braccia -<br />

Non ci capisco nulla, comunque intuisco che meno parlo meglio é.<br />

-Maresciallo, a dire il vero non ricordo niente di niente. Solo che mi ritrovavo nella piazza di Tremonti<br />

aspettando la corriera, poi piú nulla. Un buio completo. Mi dica qualcosa Lei, chissá che non cominci a<br />

ricordare.-<br />

Piazza del Mercato di Tremonti, compro il biglietto di ritorno per Montarsolo e lo infilo<br />

in tasca. Il cielo é scuro, non si scorgono nemmeno le montagne lontane completamente<br />

coperte da nuvoloni neri.<br />

Il giornalaio commenta<br />

-Il fiume é in piena, potrebbe straripare.-<br />

Adoro il Fiume Nero, quando é in secca e ancora di piú quando é in piena. Mi affascina<br />

in ispecie gonfio e le acque torbide scendono violente trascinando ogni sorta di cose.<br />

Non voglio perdermi lo spettacolo, Montarsolo non é lontana, seguendo il fiume<br />

percorrendo l´argine potrei arrivarci prima della corriera che fa un lungo giro deviando<br />

un paio di volte per raggiungere paesetti sperduti.. Minaccia pioggia, pazienza, mi<br />

bagneró.<br />

Un quarto d´ora e sono sull´argine, lo spettacolo impressionante, acqua rasa al ciglio, da<br />

un momento all´altro potrebbe superarlo ed invadere la piana che si stende verso<br />

oriente. Mi trascinerebbe con sé fin chissá dove, dove sorge il sole, una morte splendida<br />

alla luce di un´alba che mai finirá.<br />

Desiderio morbido di morte mi assale, stupendo morire ucciso dal fiume, dal Fiume<br />

Nero, il mio fiume. Perché non buttarmi nella corrente lasciandomi trascinare dalle<br />

acque furibonde color caffellatte, come quell´albero che precipita a valle, incautamente<br />

cresciuto troppo vicino a riva e sradicato dall´impeto del fiume che non perdona le<br />

sfide?<br />

Mi identifico col Fiume Nero, nella morte ne verrei a far parte per sempre.<br />

Il desiderio di morte ingigantisce, diviene insopportabile, uccidere od essere ucciso.<br />

Vivere o non vivere. In realtá vivere non é altro che attesa della morte. Il problema é<br />

questo.<br />

Mi prende lo scoramento. È sempre cosí. Come chi si lascia ipnotizzare dall´oscillio del<br />

pendolo, cosí guardare la corrente scorrere mi lascia in uno stato quasi ipnotico e mi fa<br />

vivere in un altro mondo, un mondo di incubi, un mondo popolato da fantasmi.<br />

E quando a tutto questo si aggiunge l´abbattimento che la bassa pressione atmosferica<br />

provoca in me, sempre accade quando il fiume é in piena, accade sempre, come oggi, i<br />

neuroni entrano in collasso, perdo il dominio dei miei atti, del mio comportamento ed

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