EMMA E IL PIOPPO

-Anche cosí mi piace, mi tranquillizzava, mi piace sentirti dentro di me, forse
addirittura mi piace di piú che non quando mi prendono quegli attacchi furibondi che
mi fanno perfino star male.-
Ce ne tornammo in San Paolo dopo una settimana e il giorno dopo cominciai a
rendermi conto della trappola nella quale mi ero cacciato.
La sera, tra sospiri e baci, ci salutammo. Sarei andato a riprendere il lavoro, almeno
come lei credeva, in realtá dovevo ripresentarmi al focolare domestico numero uno.
Fino allora era stato differente, salutavo Melanie qualche ora prima e me ne andavo a
passare un certo tempo nella casa numero due. Avevo cosí il tempo di prepararmi
materialmente e spiritualmente alla prova del fuoco, mi lavavo, esaminavo
attentamente il mio abbigliamento, il contenuto delle tasche e cosí via.
Giungevo da Betty sicuro di me stesso, come purificato da quel breve periodo di
transizione.
Da quel giorno in avanti, non piú, da quel giorno in avanti il passaggio da una
situazione all’altra sarebbe stato brusco, completamente diverso, mi sarebbe potuto
per esempio scappare un inopinato -Melanie, amore mio!- da un momento all’altro.
Betty é una donna furba e, quel che é peggio, attenta osservatrice, non le scappa nulla.
Non appena mi vide percepí che c’era in me qualcosa di diverso
-Cos’hai?- mi chiese sciogliendosi dall’abbraccio -Qualcosa non va? Mi sembri strano.
L’aria del Nordest deve averti fatto male.- mentre mi esaminava attentamento da capo
a piedi, mi fiutava sul collo, sulle spalle, dappertutto, concludendo
-Strano, hai un odore sul lato sinistro differente da quello che hai sul destro.continuando
ad annusarmi come un cane da caccia.
-Cosa vuoi che ti dica, mi difesi -Sono stato rinchiuso per ore ed ore in aereo, seduto
fra una vecchia baldracca orribilmente truccata sulla mia destra e un grasso signore
profumatissimo dall’altro lato e che doveva soffrire di tendenze omosessuali, almeno
a giudicare da come mi si strofinava addosso ad ogni occasione.-
Betty me la passó per buona, ma veramente convinta convinta non era, e questo
mandó all’aria il piano di difesa che avevo preparato, ero stanco, mi tormentava un
fastidiosissimo mal di testa, avrei avuto bisogno di una buona notte di riposo,
eccetera eccetera.
Stando cosí le cose, se mi fossi rifugiato in quelle scuse avrei finito col confermare i
suoi sospetti, pertanto mi accinsi al sacrificio invocando l’aiuto del Signore che mi
desse le forze per soddisfare gli appetiti coniugali di mia moglie.
Mi si buttó addosso non appena ci trovammo sotto le lenzuola, se lo fece perché ne
moriva dalla voglia o soltanto per mettermi alla prova, non so.
In ogni modo il Signore ebbe pietá di me, o forse fu solo la sensazione differente che
mi trasmetteva il contatto con i muscoli nervosi e guizzanti di Betty, abituato come
mi ero negli ultimi giorni alla placida epidermide di Melanie.
Fatto sta che come le labbra di mia moglie cominciarono a succhiare le mie e il suo
corpo nudo a strofinarsi sul mio, mi trovai immediatamente sulla rampa di lancio
prontissimo a tutte le prodezze. Non era la prima volta a capitarmi, dopo di una
maratona sessuale parto al galoppo, lancia in resta, e nulla mi ferma piú, perdo ogni
ogni capacitá di sentire e posso rimanere come un moderno Priapo per ore, senza
cedere, ma anche senza provar nulla, come se fossi anestetizzato, persa ogni e