EMMA E IL PIOPPO

speranze, troppo in contrasto con il mio carattere.
Sentiva forse che sapevo qualcosa del tuo destino, Emma? Piú di quanto non volessi
ammettere?.
Neppure tentó di consolarmi pur sapendo quanto ti amassi. Ma qualche sua domanda
mi faceva comprendere che non era convinta del tutto.
Per lei ho continuato a vivere, Emma, per mia madre.
Mamma, mamma, non ci sei piú. Stamattina ti abbiamo seppellita nel piccolo cimitero di Montarsolo,
parenti e amici hanno assistito alla triste cerimonia tra marmi e lapidi.
Ma a che valgono marmi e lapidi e monumenti funebri all´ombra dei cipressi?
Evitano forse il dissolversi del corpo nella putredine della decomposizione negli orrendi cassoni di legno?
Tu invece, Emma, sei tornata alla madreterra che ti generó, hai pagato il tuo debito
restituendo quel che avevi avuto durante il ciclo drammatico della vita.
Sono addolorato, ma non triste, sereno anzi , Emma.
So che oggi vi raggiungeró, te e mia madre.
Vedi questa corda, Emma? É lunga e robusta.
Sai a che serve, Emma?
Tu lo immagini, perché sei viva in questo pioppo che svetta al cielo.
Il tuo sangue si é trasformato nella sua linfa, il tuo corpo nel suo tronco, braccia e
gambe nei suoi rami e radici, il tuo viso nelle fronde, le foglie mi vedono e mi sentono,
mi parlano allo stormire del vento come sempre in questi anni di attesa che non
terminavano mai.
Mi arrampicheró fino a quella biforcazione, lassú, ben in alto e a quella biforcazione
annoderó fermamente uno dei capi di questa corda lunga e robusta.
Dell´altro capo ho formato un nodo scorsoio, enorme cravatta nella quale infileró la
testa.
Mi lasceró cadere, il vuoto non mi spaventa, mi attrae., mi affascina.
Un colpo secco e saremo di nuovo insieme, Emma, per sempre, Emma, fino alla fine
della fine dei tempi, Emma.
FINE