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Si accasció al suolo, infierii su di lui fino a rendergli il cranio una poltiglia informe.<br />
Non affidai alla corrente il corpo privo di vita.<br />
Carponi al suolo cominciai a scavare, le mani nude, il terreno cedevole, la fossa fu pronta quasi prima di<br />
riuscire a rendermene conto.<br />
Tornai a casa ancora incosciente di quel che era accaduto.<br />
Fu mia madre a riportarmi alla realtá non appena a casa<br />
-E Taras?-<br />
Mentii, non potevo dirle la veritá<br />
-Il Fiume Nero se l´é portato con sé. Non ha resistito alla corrente.-<br />
Mia madre era stata sempre burbera con Taras, non gli aveva mai fatto una carezza, peró mai aveva<br />
lasciato la sua scodella vuota. Lo faceva brontolando ma non se ne dimenticava mai.<br />
In effetti era affezionata al cane, anche se non lo dimostrava apertamente. Gli occhi le si riempirono di<br />
lacrime, cominció a piangere.<br />
Solo allora capii quel che avevo fatto e piansi anch´io, piansi a lungo, singhiozzando.<br />
Ancora una volta quell´altro sta per impadronirsi di me, ne sento la minaccia nell´aria<br />
pesante, greve, un attimo di luciditá, la coscienza dell´inevitabile, debbo fuggire prima,<br />
prima che sia troppo tardi.<br />
Quell´acqua quasi tracimando é come mi risvegliasse, debbo fuggire, fuggire. Mi<br />
precipito giú dall´argine, inciampando, cadendo, rialzandomi.<br />
Mi avvio di corsa sul sentiero tra i pioppi, quasi la calma.<br />
Poi vedo le biciclette, l´una sull´altra, in terra, fanno l´amore.<br />
Come possono far l´amore due biciclette in un boschetto di pioppi? Eppure sono lí, i<br />
manubri allacciati, i sellini che si sfiorano, i telai intrecciati.<br />
La bicicletta di Emma, la riconosco, nichelata e scintillante e su di lei un mostro a due<br />
ruote, nero, minaccioso, la sovrasta, la domina, la possiede.<br />
E finalmente li scorgo, i capelli biondo cenere di Emma non permettono che mi illuda, é<br />
lei, stretta, avvinta come la bicicletta rilucente a quella specie di gigante che infierisce.<br />
Non posso aver dubbi, perché non ti difendi, Emma? Perché non lo respingi, Emma?<br />
Perché lo lasci fare tutto quel che vuole sotto le tue vesti, Emma?<br />
Qualcosa mi paralizza, come nell´incubo di un sogno orribile. Vorrei gridare ma non<br />
riesco a far uscir suono dalla gola.<br />
I piedi incollati al suolo mi bloccano, non mi permettono di correre verso i due che<br />
stanno contorcendosi appoggiati al tronco, per separarli, per porre fine a quell´amplesso<br />
mostruoso, la bella, il mostro.<br />
Hanno finito, si ricompongono, poi lui si accosta alle biciclette, stacca l´una dall´altra,<br />
monta su quella nera e si avvia a grandi pedalate lungo il sentiero. È Silvio, il professore,<br />
un uomo di quarant´anni, sposato con quattro figli.<br />
Come hai potuto, Emma, concederti ad un uomo di quarant´anni, sposato e con quattro<br />
figli?<br />
Stai venendo verso di me, ora, sorridi felice nalla tua incoscienza. Sei tra le nuvole,