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SENT. N. 34/2001 - La Privata Repubblica

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motivazione della sentenza con cui era stato disposto il proscioglimento di Vale,<br />

Adinolfi e Fiore dalle accuse relative al trasporto dei materiali contenuti nella valigia<br />

rinvenuta sul treno Taranto-Milano.<br />

Si aggiungeva che il capo di imputazione faceva riferimento alle accuse relative alla<br />

strage di Bologna e agli attentati alla Octoberfest di Monaco e alla sinagoga di Parigi,<br />

e che l'episodio in esame si inseriva in un più vasto contesto, desumibile dalle altre e<br />

parimenti false note informative del SISMI, in cui risultavano falsamente accusati<br />

anche Paul Durand, dirigente del F.A.N.E., Maurizio Bragaglia, capo del Nucleo<br />

Combattenti rivoluzionari operanti nel centro-sud Italia, Stefano delle Chiaie, Franco<br />

Freda ed altri.<br />

Passando all'esame degli elementi probatori a carico del Carminati, si poneva in<br />

evidenza l'intrinseca attendibilità del principale accusatore, Abbatino, il quale aveva<br />

intrattenuto ottimi rapporti con il predetto imputato, in sintonia con i sempre più<br />

frequenti legami fra la banda della Magliana e il gruppo eversivo romano, in cui il<br />

Carminati aveva assunto un ruolo di primo piano.<br />

Si citavano vari casi di collaborazione sul piano criminale, come la ricettazione, da<br />

parte di esponenti della banda criminale cui apparteneva l'Abbatino, di parte del<br />

provento di una rapina commessa dal gruppo facente capo al Carminati - che in<br />

relazione alla stessa era stato giudicato responsabile, in concorso con altri soggetti,<br />

con sentenza passata in giudicato - alla Chase Manhattan Bank in data 27 novembre<br />

1979.<br />

I rapporti, propiziati dalla carismatica figura - anche per le collaborazioni di natura<br />

forense - del prof. Aldo Semerari, avevano trovato un momento di intensa<br />

collaborazione - per quanto attiene alla persona del Carminati - nella consegna delle<br />

armi, fra cui i citati mitra MAB, per ottenere la liberazione dell'Aleandri.<br />

L'attendibilità dell’Abbatino, il quale, oltre a riconoscere il Mitra MAB, aveva anche<br />

fatto riferimento a delle similitudini fra i caricatori e le latte contenenti esplosivo così<br />

come rinvenute sul treno Taranto-Milano, confezionate con un metodo proprio del<br />

Carminati, era desumibile proprio dall'accertata esistenza di una forte solidarietà non<br />

solo fra i rispettivi gruppi di appartenenza, ma anche, come confermato da Angelo<br />

Izzo, sul piano personale, oltre che dall'assenza di rancori o altre ragioni tali da far<br />

sospettare una falsa incolpazione e dalla costanza delle dichiarazioni rese, nel corso<br />

del procedimento, dallo stesso Abbatino.<br />

Le affermazioni di quest'ultimo, sia con riferimento ai rapporti con il Carminati, sia<br />

in relazione alla vicenda del mitra Mab, avevano trovato specifici riscontri nelle<br />

convergenti deposizioni rese da soggetti provenienti da aree del tutto eterogenee,<br />

come Paolo Aleandri, Cristiano Fioravanti, Walter Sordi, Angelo Izzo, Sergio Calore<br />

e Fulvio Lucioli, altro esponente, quest'ultimo, della banda della Magliana.<br />

Un riscontro di natura obiettiva era costituito, inoltre, dal sequestro, avvenuto il

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