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SENT. N. 34/2001 - La Privata Repubblica

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Gelli e del Pazienza, i fini da loro perseguiti e le strategie utilizzate.<br />

Veniva richiamato il c.d. Piano di Rinascita Democratica attribuito al Gelli, per la cui<br />

realizzazione egli aveva legato a sé e alla sua Loggia una serie di personaggi,<br />

collocati in ruoli centrali e determinanti della Pubblica Amministrazione, dei vertici<br />

militari nella loro massima espressione, della dirigenza più qualificata del mondo<br />

bancario e finanziario.<br />

Con riferimento agli organismi dei Servizi Segreti italiani, si rappresentava come<br />

sarebbero risultati affiliati alla P2, il direttore del SISMI generale Santovito, il<br />

direttore del SISDE generale Grassini, il capo del Cesis con compiti di<br />

coordinamento tra i due Servizi Walter Pelosi, il capo dell'Ufficio Controllo e<br />

Sicurezza, Musumeci, il capo del centro SISDE e Roma 2 dott. Elio Cioppa, il<br />

generale Maletti, il colonnello Viezzer, il colonnello <strong>La</strong>bruna, il generale Miceli,<br />

nonché Federico Umberto D'Amato e Giovanni Fanelli, responsabili dell'Ufficio<br />

Affari Riservati presso il Ministero degli Interni.<br />

Tale totale asservimento dei citati organismi si era già realizzato in epoca ante-riore a<br />

quella in cui avvennero i fatti per cui è processo: nell'anno 1979, nel corso di un<br />

colloquio con alcuni arabi, intercettato per disposizione del generale Viviani,<br />

responsa-<br />

bile del controspionaggio militare all'epoca non ancora affiliato alla P2, Licio Gelli<br />

aveva sostenuto di essere il vero capo dei Servizi Segreti italiani.<br />

Poco prima dell'invio della lettera al Giudice Istruttore di Bologna da parte del Nobili<br />

e del Mannucci Benincasa, cioè in data 17 marzo 1981, per ordine dell'A. G. di<br />

Milano era stata eseguita una perquisizione a Villa Wanda, dimora aretina del Gelli,<br />

nel corso della quale erano stati rinvenuti elenchi della P2 ed altro materiale.<br />

Si richiamava, inoltre, la fulminea carriera di Francesco Pazienza nella Loggia e nel<br />

SISMI, nell'ambito del quale, egli aveva un rapporto di stretta collaborazione con<br />

Giuseppe Santovito.<br />

II Pazienza in data 22 marzo 1981 si era reso protagonista del c.d. "salvataggio<br />

massonico di Gelli", intervenendo in suo favore nel corso di una riunione di massoni<br />

presso l'Hotel Hilton di Roma.<br />

Si trattava di un personaggio che vantava forti legami con ambienti statunitensi: con<br />

il generale Alexander Haig (rapporto CC. Bologna 16.10.1986); con Michael Leaden,<br />

da lui coadiuvato nell'operazione Billygate e che, grazie alla sua spregiudicatezza e ai<br />

suoi legami, in breve tempo aveva assunto una posizione di preminenza nell'ambito<br />

del Sismi, resa palese dall'intervento nella liberazione dell'onorevole Cirillo,<br />

sequestrato dalle Brigate Rosse e nell'organizzazione dell'operazione "Terrore sui<br />

treni".

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