L'Ulisse - LietoColle
L'Ulisse - LietoColle
L'Ulisse - LietoColle
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
totalità o in una sua parte) con un altro oggetto non dico simile ma del tutto identico? Contando<br />
lřesemplificazione delle proprietà, lřoggetto deve essere in linea di principio sostituibile con un altro<br />
che esemplifichi le stesse proprietà, che cioè sia sintatticamente equivalente nel sistema di<br />
riferimento attuale ed in quello (o in quelli) che eventualmente trascina con sé, ed una copia<br />
identica dellřoggetto soddisfa abbondantemente questa condizione. Il fatto che di una stessa opera<br />
lřautore realizzi diverse copie e addirittura riproduzioni miniaturizzate, mostrerebbe la<br />
consapevolezza di questa sostituibilità. In realtà, esiste una proprietà che il mondo dell‟arte (è il<br />
caso di dirla con A.C. Danto(5)) richiede (o impone?) a qualsiasi oggetto faccia irruzione nel suo<br />
sistema (e solo una volta che vi abbia fatto irruzione, cioè a opera completata) e che non ammette<br />
equivalenza sintattica, ripristinando, di fatto, quello che è un carattere tipico dei sistemi densi:<br />
lřautenticità.<br />
Lřarticolazione o la densità sintattica di un sistema derivano da una convenzione e non<br />
dipendono direttamente dalla natura degli individui, cosicché Ŕ secondo quanto spiega Brioschi(6) Ŕ<br />
possiamo imporre a un sistema denso una qualche forma di articolazione. Allo stesso modo<br />
possiamo prendere un sistema che consideriamo abitualmente articolato, come quello della<br />
produzione in serie di scolabottiglie, e decidere ad esempio che la proprietà Ŗfirmato e collocato da<br />
Marcel Duchamp il tal giorno nel tal luogoŗ è pertinente nel definire i rapporti di opposizioneequivalenza<br />
(dinamicamente pertinente, se ad un certo punto si scopre che la firma è di Suzanne<br />
Duchamp e lřautenticità dellřopera pare non risentirne). Ecco perché nelle monografie e nei<br />
cataloghi duchampiani si può leggere, di certi ready-made, «originale disperso».<br />
A questo punto non è facile dire se il sistema in cui è inserito un ready-made è denso o<br />
articolato, se lřopera è autografica o allografica(7), e vediamo piuttosto ricrearsi una<br />
sovrapposizione tra le due tipologie. Diciamo che si è reso articolato il codice che lřautore utilizza<br />
in fase di produzione, mentre rimane denso il sistema che accoglie il prodotto una volta che sia stato<br />
concluso, cioè quello del mercato dellřarte o, meno prosaicamente, del valore dellřarte. Ciò non<br />
deve sorprendere: anche in un sistema articolato come quello della scrittura letteraria un<br />
manoscritto autentico ha il suo fascino, e il suo prezzo. La densità, per consuetudine, resiste, e<br />
resiste in qualsiasi arte. Si tratta forse, per noi, di distinguere il mercante e il collezionista dal mero<br />
fruitore: i primi saranno sempre a caccia del pezzo originale, di un dattiloscritto o di un cimelio; il<br />
secondo saggiamente si accontenterà, in alcuni casi dopo aver opportunamente visitato gli originali,<br />
delle repliche sotto forma di libri, cataloghi, stampe o contraffazioni dichiarate (in Cina esiste una<br />
catena di manovali della pittura che copia in serie le opere più famose dellřarte occidentale). La<br />
densità resiste anche al di fuori delle arti (nella insostituibilità dellřautografo di Zico o del coltellino<br />
di mio nonno), e più che per consuetudine, può darsi che sia per lřumano bisogno di sacro (solo<br />
qualche volta scompagnato dalla pecunia; ma del resto, il sapere un oggetto valutato diversi milioni<br />
di dollari o euro non aggiunge qualcosa a ciò che sappiamo di lui e che ci strabilia? non è unřaltra<br />
delle sue proprietà magari non oggettuale, ma certamente oggettiva?), è per lřumano bisogno di<br />
sacro, dicevo, che lřautentico avrà sempre il suo bel valore, anche se si tratta di un volgare orinatoio<br />
da pubblica toilette.<br />
Ritornando a problemi strettamente testuali, la consuetudine è evidentemente un punto<br />
fondamentale dellřattività linguistica, in quanto convenzione che tende ad assumere le sembianze di<br />
qualcosa di naturale (con un guadagno in termini di efficienza ma anche con alcune note<br />
implicazioni ideologiche) e che quindi non necessita di essere concordata ad ogni scambio<br />
comunicativo. Ora, invece della posizione che vuole lřavanguardia genericamente operante contro<br />
la consuetudine, possiamo sostenerne una opposta, secondo cui è chiaro come essa consideri e<br />
sfrutti i meccanismi consueti della fruizione artistica e dellřattività comunicativa in generale.<br />
Legando il discorso alla natura trascendentale della gerarchia di pertinenza delle proprietà degli<br />
oggetti simbolici, come è stato fatto sopra, si comprende che essa gerarchia, quando non sia frutto<br />
di consuetudine o quando non sia comunque attingibile in maniera immediata, richiede di essere<br />
definita esplicitamente per permettere al ricettore di potervi fare riferimento, e questo spiega in<br />
26<br />
26