29.05.2013 Views

L'Ulisse - LietoColle

L'Ulisse - LietoColle

L'Ulisse - LietoColle

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

creato (e le due edizioni del brano della Libellula riportate più sopra lo dimostrano senza eventualità<br />

di equivoco), e per prosa, conseguentemente, non la scrittura caratterizzata da «un principio lineare<br />

e continuo, regolato in senso logico e sintattico» Ŕ opposta alla poesia che ha principio «ritmico e<br />

circolare»(57) e che già Hopkins definiva come «discorso che ripete totalmente o parzialmente la<br />

stessa figura fonica» Ŕ bensì lřimpostazione tipografica in cui essa tradizionalmente si presenta. È<br />

sintomatico che Alfonso Berardinelli segnali la difficoltà di distinguere le prose di Rosselli dalle sue<br />

poesie(58) (addirittura Stefano Agosti definisce «testo in prosa»(59) il poemetto La libellula) ed è<br />

chiaro come ciò dipenda dalla concezione in primo luogo grafica che ella ha della forma.<br />

Tynjanov lamentava a suo tempo che a ricercare lo specifico della poesia Ŕ vi ho già accennato<br />

Ŕ in «un particolare, scelto, lessico poetico, [in] procedimenti di raggruppamento sintattico<br />

particolari dellřuso poetico, e così via»(60) erano (e vi erano costretti) i fautori della dizione<br />

fraseggiante: evidentemente il problema della dizione è legata ad una determinata concezione della<br />

poesia che, eliminando la componente metrica, si deve affidare a «fattori di serie diversa» da quella<br />

poetica per conservare qualche tipo di specificità. Ciò porta a cancellare «ogni linea di<br />

demarcazione tra il verso e la prosa dřarte», come avverte lo stesso Tynjanov, ma si dovrebbe dire<br />

tra il verso e la prosa tout court, perché altrimenti si persevera nel tentativo di definire e distinguere<br />

le forme (in questo caso prosa e prosa d‟arte) attraverso la lingua, cioè attraverso una serie diversa.<br />

I testi di Amelia Rosselli esemplificano perfettamente la definizione hopkinsiana di poesia e<br />

quelle che da essa discendono, come quella di Lotman, che vede nella tendenza alla ripetizione il<br />

principio costruttivo del verso e, dallřaltra parte, nella tendenza allřunificazione e alla metafora (in<br />

un senso che non è quello strettamente retorico e si riferisce al livello sintagmatico) il principio<br />

costruttivo della prosa(61). Ma ciò non significa nulla dal punto di vista teorico e mostra piuttosto la<br />

capacità descrittiva di quella formula. Rimane in Rosselli una precisa coscienza della forma in<br />

quanto serie autonoma (almeno inizialmente), al punto tale da usarla come contenitore restando ad<br />

aspettare che essa reagisca, che si costituisca in sistema (e che quindi perda la sua autonomia, ma<br />

solo a questo punto) con il materiale verbale che vi viene versato dentro(62). Il fatto stupefacente è<br />

che la forma usata sia quella della prosa; del resto lo stesso Lotman, aprendo a una concezione non<br />

solo costruttiva ma anche fruitiva, e quindi considerando il complesso convenzionale che regola il<br />

funzionamento dellřarte, scrive:<br />

in quanto la regolarità poetica si presenta dal punto di vista linguistico comune come non<br />

regolarità, sorge (nella definizione del testo come artistico) la tendenza ad esaminare<br />

qualsiasi non regolarità del testo come regolarità di un tipo particolare. (63)<br />

Il che vuol dire, tornando al rapporto tra poesia e prosa (interno al problema del «testo artistico»),<br />

che il principio della ripetizione e quello della linearità (o della metafora nella concezione dello<br />

stesso Lotman) non vanno considerati esclusivamente da un punto di vista costruttivo, bensì anche<br />

ricettivo, in un sistema convenzionale complessivo che si gioca su entrambe queste dimensioni, con<br />

una libertà di azione che può dare luogo ad esiti come dicevo stupefacenti. Ma allora è necessario<br />

ritenere il problema del découpage solo parziale nellřeconomia del testo poetico (ed è una<br />

conclusione cui già eravamo giunti per altra via), e dissentire da Jean Cohen laddove afferma che<br />

«la Ŗsuddivisioneŗ del discorso versificato è in grado di fornirci il carattere specifico in<br />

questione»(64).<br />

Viene il sospetto che qualsiasi tentativo di teorizzazione della forma poetica possa essere<br />

messo in crisi, magari dolosamente, da produzioni concrete: la poesia lirica italiana per secoli è<br />

stata (ed è stata teorizzata come) sonetto canzone o sestina, poi Leopardi si è preso la libertà di<br />

utilizzare lřendecasillabo sciolto come verso lirico e il concetto di forma lirica si è ampliato, come<br />

si è ampliato quando il verso è diventato libero o quando è nato il poème en prose. Un ulteriore<br />

ampliamento proviene dallřinvenzione di Amelia Rosselli, che, discendendo pur sempre dalla prassi<br />

del vers libre, elimina lřultima presunta differentia della scrittura poetica che in essa è implicita.<br />

Non viene invece eliminata, ma anzi sfruttata in tutta la sua potenzialità, quella che Tynjanov<br />

40<br />

40

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!